da: Il Sole 24 Ore
Scacco
matto di Maurensig all'ultima traversa
di Giuseppe
Ceretti
Ogni essere umano che ci è dato conoscere è
un seme che possiamo far crescere nel lotto di terra chiamato spirito che ci è
stato affidato. Sta a noi decidere se coltivarlo o lasciarlo morire. Paolo
Maurensig, lo scrittore goriziano impostosi con il gioiello della variante di
Lüneburg, ritorna con un'appassionata storia di vita tracciata sui riquadri
della scacchiera. L'ultima traversa, l'ottava, simboleggia sia la morte sia il
premio finale del pedone che lì giunto può essere promosso a pezzo superiore,
generalmente a regina. E non è un caso che il protagonista di cognome faccia
Bauer che significa contadino nella lingua tedesca, ma designa anche il pedone
degli scacchi.
Il "pedone" Bauer assume nella
novella le sembianze di don Aloiz, un giovane prete cattolico che si insedia a
29 anni, dopo un brillante corso di studi, nella parrocchia di Maria
Himmelfahrt, un paese del Tirolo di 800 anime sull'altopiano del Renon. Il suo
arrivo è come una ventata d'aria fresca che attraversa la comunità e fa
palpitare i cuori delle giovani. Anche il novello pastore d'anime avverte i
primi turbamenti e cede, sia pure solo con il pensiero, alle tentazioni della
carne.
Ma c'è altro in agguato che lo esporrà alle
insidie di tutti i peccati capitali. Frugando in un vecchio baule abbandonato
in sacrestia, Aloiz ritrova una vecchia scacchiera con i trentadue pezzi che
risvegliano la passione sopita per gli scacchi di quand'era al ginnasio. Nel
buio del confessionale le tentazioni si sommano e il desiderio di dare un volto
alle voci di donne che confessano il loro amore fa tutt'uno con le
meditazioni
su strategie e tattiche di gioco. Passioni convergenti che esplodono con la
conoscenza di Daniel Harrwitz, un eccentrico signore che è stato ed è un grande
maestro di scacchi.
Il campione gioca con Aloiz come il gatto
con il topo e si diverte a stanare le sue debolezze e a considerarlo solo un
"patzer" (termine yiddish che indica un appassionato degli scacchi,
ma inabile a una disciplina di cui conosce a malapena le regole) con cui non
vale la pena di confrontarsi. Il gioco degli scacchi non è forse la vita, con
quel bianco e nero a rappresentare bene e male? Le figure non sono forse i
simboli dei ruoli imposti alle diverse esistenze?
La giovane esistenza di don Aloiz è
sconvolta e le certezze del suo apostolato vengono messe in discussione da
turbamenti d'amore. Non sa più come muoversi sulla scacchiera della vita.
Accade così che una sera qualcuno bussi alla sua porta: "Toc toc, c'è nessuno in casa?".
Accade così che una sera qualcuno bussi alla sua porta: "Toc toc, c'è nessuno in casa?".
Lasciamo ovviamente al lettore il gusto di
scoprire le mosse decisive che portano all'ultimo scacco matto, limitandoci a
sottolineare l'ennesima prova del talento narrativo di Maurensig che sa
tradurre la complessità delle passioni in una scrittura di rara incisività
descrittiva. Perciò questo romanzo si legge tutto d'un fiato, proprio sino
all'ultima traversa.
Paolo
Maurensig
L'ultima
traversa
85
pagine, euro 7,90
Barbera
Editore
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