da: Il Sole 24 Ore
Ilaria,
Lorenzo, Emma e Spritz for Five: quattro assi per X Factor
Ci sono ancora 12 cantanti di troppo, ma
già si comprende quale sarà l'ossatura del cast dell'ottava edizione italiana
di X Factor. Siamo ancora a una fase preliminare della competizione ma la
puntata andata in onda ieri sera su Sky Uno - quella dei Bootcamp al Forum di
Assago, gestiti con la formula delle sei sedie già sperimentata con successo
negli Usa l'anno scorso - ha portato alla scrematura dei 24 concorrenti che,
attraverso gli Home visit, si giocheranno il passaggio al live show.
Per la categoria degli Over, quest'anno affidata a
Mika, vanno avanti la scozzese Emma
Morton (ieri capace di nobilitare
persino un pezzo di cassetta come «Pop Porno»), Alessio, Jade Angiolina Canali
(miracolata, se si considera la
piatta esecuzione di «Iris» dei Goo Goo Dolls), Sarah Fargion alle prese con «Price Tag» di Jessie J, il rapper Diluvio e il ruspante cantautore
Mario Carluccio, interprete di una
genuina versione di «A me me piace ‘o blues» di Pino Daniele.
Per le Under
donna, categoria abbastanza equilibrata che avrà come giudice di
riferimento Victoria Cabello,
accedono alla fase successiva la prodigiosa 16enne Ilaria Rastrelli che ha tenuto a bada il demone di Eric Burdon
nella cover di «The House of the Rising Sun», Maria Faiola, così dotata da riuscire a fregare la faringite nella
sua versione di «Total eclipse of the Heart», Camilla Magli (timbro originale e buona tecnica per «Raggamuffin»),
una Carolina Faroni brillante su «I
put a spell on you», Giorgia Bertoloni
(salvata nonostante qualche indecisione con il materiale di Adele) e Vivian Grillo che si è distinta su
«This is the life» di Amy McDonald. Morgan
ha avuto affidata la categoria dei
Gruppi e sa bene che il cavallo migliore è rappresentato dagli Spritz for Five, protagonisti di un singolare adattamento della «Labyrinth» di
Elisa. Avanti anche Les Babettes,
suggestive coriste art deco, The Wise
con un'educatissima «Diamante», i gemelli Fading
Memories (furba la loro declinazione di «Everybody Hurts»), gli Aula 39 e il duo hip hop lui-lei Komminuet che, in «Virtual Insanity», ha saputo
combinare virtuosismi vocali e beatbox.
Gli Under
uomini saranno guidati da Fedez.
Nessun dubbio sul migliore del team:
Lorenzo Fragola, «già in finale» secondo l'analisi di Victoria, rimasta
incantata dopo l'ascolto di «Can you
feel it». Come darle torto. Potrebbe crescere Madh, il Mengoni in sedicesimi che ha scommesso su «Enjoy the Silence».
Sempre a patto che si liberi delle sovrastrutture stilistiche che lo
imbarocchiscono. Agli Home visit pure Dario
Guidi, artefice di una versione patinata della «Canzone dell'amore
perduto», Leiner Riflessi che se l'è
vista con «I say a little prayer» di Bacharach-David, Riccardo Schiara (una discreta «I'm a lonely boy») e l'hip-hopper Dirty (da sufficiente
l'adattamento di «Teardrop» dei Massive Attack).
Esclusioni
clamorose? Di sicuro ha sorpreso quella di Federico Pagani in arte An
Harbor, il barbuto hipster piacentino che, dopo le Audizioni superate
brillantemente con un inedito, qualcuno dava già in finale. E invece non ha
retto il confronto con «Lontano dagli
occhi» di Sergio Endrigo, ma soprattutto non ha convinto Mika. Fuori il giapponese Yusako Tamura, campione
di esotismo kitsch che incespicava su «You are not alone» di Michael Jackson.
Sul versante dei Gruppi, in ultimo, termina l'avventura del duo toscano Cecco e Cipo, quei Simon
& Garfunkel della ribollita che alle audizioni avevano fatto ballare il
pubblico con la hit autografa «Vacca boia». Stavolta hanno scontato la scarsa
dimestichezza con le cover: avremmo anche colto l'intenzione ironica, ma
l'adattamento di «Milano e Vincenzo» suona soprattutto come un'offesa all'arte
di Alberto Fortis. Della serie: va bene l'originalità, ma in un talent di canto
bisogna innanzitutto saper cantare.
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