da: la Repubblica
Antonio
Albanese, i cinquant'anni di un giovane comico. "Una piccola festa, poi di
nuovo sul palco"
Giro
di boa per l'attore e regista, che festeggia preparando un nuovo spettacolo,
"Personaggi": "Raccoglie tutti i miei lavori, c'è dentro un po'
il senso di quello che ho fatto". E c'è un nuovo "volto" in
arrivo: "Si chiama Albaman, è un disoccupato che si inventa sempre
qualcosa per arrivare alla fine del mese"
di Maria
Pia Fusco
"Ti arrivano addosso all'improvviso:
cinquant'anni. In fondo vivo da poco, giusto il tempo di accumulare qualche
esperienza e la voglia di cercarne altre". Per Antonio Albanese - 10
ottobre 1964, Olginate (Lecco) - "cinquant'anni sono una bella età, sono
contento", anche perché, dopo un tranquillo festeggiamento "con
un po' di amici, di quelli giusti con i quali posiamo raccontarci le nostre
storie", torna al teatro. "Ho il privilegio di provare l'amore di
sempre, sto preparando la ripresa di Personaggi, lo spettacolo che raccoglie
tutti i miei lavori, da Uomo a Giù al Nord a Psicoparty e altre cose del
cinema. Inizio il 27 a
Udine, Trieste, poi scendo giù in Molise, Puglia, Sicilia, tanti teatri in cui non sono stato, altri che lo richiedono. C'è dentro un po' tutto il senso di quello che ho fatto e sono personaggi che, forse per la loro esasperazione e l'ironia, restano attuali. Basta pensare all'"analista delle gestioni integrali", al Perego che non trova lavoro, all'Ottimista, appartengono tutti alla realtà che stiamo vivendo".
Udine, Trieste, poi scendo giù in Molise, Puglia, Sicilia, tanti teatri in cui non sono stato, altri che lo richiedono. C'è dentro un po' tutto il senso di quello che ho fatto e sono personaggi che, forse per la loro esasperazione e l'ironia, restano attuali. Basta pensare all'"analista delle gestioni integrali", al Perego che non trova lavoro, all'Ottimista, appartengono tutti alla realtà che stiamo vivendo".
Lo spettacolo, come tutti quelli di
Albanese, lascia poco spazio all'improvvisazione. "Mi sembra che ce ne sia
un po' troppa di improvvisazione in questo tempo, nel mio lavoro, ma anche nel
giornalismo e in altri settori. Non mi piace l'approssimazione, ho l'abitudine
di provare molto e andare in scena con il massimo della sicurezza per
l'incontro con il pubblico, che è sempre e comunque uno scambio, la parte del
mio lavoro che preferisco". A proposito di personaggi: che augurio gli
farebbero per i cinquant'anni? "Perego mi direbbe Lassa sta'. Da uomo del
Nord, ma del Nord vero, quello umano, andrebbe cauto. Penso che l'Ottimista
proclamerebbe Felice di vivere questo momento storico, va tutto bene, anzi
benissimo. Il Ministro della Paura direbbe Sei ancora in tempo, divertiti. Ma
solo a tratti".
Nel prossimo futuro la galleria di Albanese
si arricchirà di personaggi che entreranno nel mondo un po' folle che crea da
anni. "Non è un po' folle il mondo di oggi? L'impressione è che siamo
tutti a un quarto d'ora da un esaurimento nervoso. Ora non so se è anche per
via dei cinquant'anni, ma voglio avvicinarmi alla religione. Penso alla storia
di un uomo che ha una grandissima voglia di pregare, ma ha un problema: non
trova la posizione giusta". Potrebbe essere il protagonista della prossima
stagione teatrale di Albanese, ma ce n'è anche un altro in arrivo. "Si
chiama Albaman, è un disoccupato, non ha lavoro ma si inventa sempre qualcosa
per arrivare alla fine del mese. Un esempio: levigare i tatuaggi ai calciatori.
Potrebbe essere redditizio oggi che non avere tatuaggi è fuori moda ed è
diventato trasgressivo non averne. Io sono trasgressivo". Quanto al cinema
"ho parecchie idee, ma non ho tempo di approfondirle, fino a marzo sono
preso dal teatro. In fondo non c'è fretta. Ho 50 anni, ma di me in genere
scrivono 'Il giovane comico'".
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