giovedì 16 ottobre 2014

Cinema, Robert Downey Jr: “The Judge”



da: la Repubblica

Robert Downey Jr diventa "The Judge": "Basta supereroi, era ora di tornare a casa"

Il divo più pagato di Hollywood smette i panni di Iron Man per interpretare in un film indipendente il ruolo di un avvocato costretto a fare i conti con il suo passato e con suo padre: "Anche con il mio non è andata molto bene": Nel cast anche Robert Duvall e Vera Farmiga
di Arianna Finos


Il divo di ferro Robert Downey Jr torna a casa. Toglie l'armatura di Iron Man, che l'ha reso l'attore più ricco di Hollywood, per riabbracciare l'amato cinema indipendente, quello in cui si è forgiato: The Judge (in sala dal 23) è un dramma familiare che ha prodotto con la moglie Susan. Il film racconta di un avvocato cinico che torna nei luoghi d'infanzia e fa un bilancio esistenziale. "Questa famiglia sembra un quadro di Picasso", dice il protagonista, che torna per i funerali della madre e si ritrova a fare i conti con il padre severo, il giudice
e i fratelli a cui a un certo punto domanda "ma quando hanno distribuito i testicoli voi dove eravate?". Un film più che classico, in cui l'attore dalle mille sfumature è il grande motivo d'attrazione, accanto a un cast di grandi talenti, dal veterano Robert Duvall a Vera Farmiga e Billy Bob Thorton.

Magliette colorate, taglio di capelli che sprizza energia, inseparabili sneakers, ecco Robert Downey Jr alla tappa romana del tour europeo che segue quello negli Stati Uniti (la moglie partorisce tra un mese ed è rimasta a casa): "E' stata una cosa liberatoria tornare a sviluppare dei personaggi, parlare di storie con momenti semplici: volevamo parlare di un senso di casa, del tornare alle proprie origini", dice Downey. Con lui Robert Duvall che interpreta il padre e assicura: "Questo ruolo è un gioiello per me, e sul set con Robert e Billy Bob Thornton è stato un piacere. Si facevano anche delle bellissime mangiate". Duvall ricorda con ironia e commozione Hotel Colonial, girato con Massimo Troisi "Il film non fu un granché ma con un direttore della fotografia e un compositore splendidi. Massimo era simpatico, si parlava di cibo e calcio. Dicevamo che Maradona è meglio di Pelé". Downey Jr torna invece a parlare del suo Pinocchio: "Sarà girato qui in Italia, quella raccontata da Collodi è la storia più bella sul rapporto padre e figlio". Anche se nella realtà con il suo di padre, regista, non è andata granché: "Era un "asshole", dice apertamente l'attore. "A un certo punto della vita mi ha negato anche due dollari. E ora sono io che gli organizzo un omaggio da cineasta".

Resurrezione americana. Tra i motivi del grande affetto che il pubblico ha verso Robert Downey Jr c'è anche il fatto che incarna il sogno americano: ci si rialza e si vince dopo essere caduti. E di cadute Robert ne ha fatte tante. Quindici anni fa era dato per spacciato, malgrado il talento. Alcol, guida pericolosa, carcere, processi, riabilitazione, ricaduta. I produttori di Ally McBeal lo licenziarono dopo che gli aveva fatto vincere un Emmy e rilanciato l'audience. Complice di questa rinascita anche la presenza della moglie Susan: "Mi piace, è una donna e una produttrice straordinaria. Cerchiamo storie e film che parlino di sentimenti. Abbiamo in cantiere molte produzioni".

Affari di famiglia. Downey è un avvocato cinico e modaiolo che vive a Chicago al servizio dei ricchi e potenti che vogliono cavarsela. Ha tagliato i ponti con Carlinville, Indiana, una piccola città immaginaria e con la famiglia. Ma riceve la notizia in cui gli si annuncia la morte della madre. È l'unico evento che lo può far tornare a casa, ma quello che lo aspetta nella sua città è qualcosa di molto diverso. Il padre è un giudice vecchio stile, stimato e temuto nella Contea. Quando il genitore si ritrova accusato di un omicidio commesso in una notte buia e tempestosa il figlio, molto a malincuore, torna nella città per difenderlo. Riesplodono i conflitti familiari, e l'avvocato si confronta anche con il procuratore Billy Bob Thorton e l'ex prima fidanzata, Vera Farmiga, che sotto la freddezza e le battute ciniche in realtà non l'ha dimenticato. "Per tutti arriva il momento di tornare a casa e affrontare tutto quello che si è evitato per anni. È un classico". Ed è anche ispirato alle vicende personali del regista David Dobkin, che dopo la morte del padre si è trovato "a occuparsi della madre malata di cancro: è stato un periodo difficile, ma abbiamo riscoperto un rapporto, è stato bello e commovente stare insieme fino all'ultimo, quando è scomparsa, nel 2007".

Iron forever. L'ex Charlot nominato all'Oscar nel 1992 e poi caduto nella polvere è da due anni il più pagato di Hollywood. La rivista Forbes calcola che tra Iron Man, The Avengers e Sherlock Holmes ha messo in banca 75 milioni di dollari (dopo di lui Dwayne Johnson "The Rock" con 52 milioni e Bradley Cooper con 42 milioni). Non si capisce se per stanchezza o per trattare sul contratto, ma Robert Downey si è detto qualche tempo fa incerto se proseguire con la teoria degli Iron Man. Ha saltato Avengers - Age of Ultron, ma sarà il "villain" del prossimo Capitan America. E soprattutto ci sarà Iron man 4. Non ha aiutato l'idea di abbandonare il franchising il cattivo esito al botteghino americano di The Judge lo scorso fine settimana, malgrado il divo abbia colonizzato ogni tv. Tredici milioni in tutto, il quinto posto. Twitter certifica foto per foto il tour The Judge in mezza America tra studi tv e bagni di folla, Robert in magliette colorate, sneaker e taglio sbarazzino. Il profilo di Jr è accompagnata dalla fotona di Iron man e la scritta You know who I am.

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