sabato 25 ottobre 2014

X Factor 2014: primo live, eliminato Diluvio



da: Il Sole 24 Ore

X Factor parte con l'eliminazione di Diluvio, l'hip-hopper che fraseggia piano
di Francesco Prisco

Diluvio è l'hip-hopper romano che fraseggia piano, alla faccia dei prodigi scioglilinguistici che hanno reso ricchi e famosi tanti suoi colleghi. Qualcuno probabilmente gli avrà detto che chi va piano va sano e va lontano ma nel suo caso la saggezza popolare non funziona: è infatti il primo concorrente eliminato dall'ottava edizione italiana di X Factor.
Il live show del talent canterino ha debuttato su Sky Uno con un verdetto che, già a giudicare dagli equilibri emersi nel corso delle audizioni, appariva facilmente pronosticabile. Il concorrente della categoria Over di Mika, impomatato come l'Elvis degli anni Cinquanta, ha fornito una rara prova di kitsch applicato alla musica rielaborando in chiave rap la sofisticata «Alors on Danse» di Stromae. Effetto comico involontario: con la pronuncia francese che il ragazzo si ritrova, il ritornello diventa qualcosa di simile a «I love hot dogs». Esce alla prima tranche e, in ballottaggio, deve vedersela con The Wise, sedicente trio new folk di Riva del Garda cresciuto a pane e Fleet Foxes. Questi
ultimi hanno pagato l'eccesso di estro del giudice di riferimento Morgan che ha preteso davvero troppo imponendo loro di interpretare in chiave postmoderna l'Enzo Jannacci di «Giovanni il telegrafista», pezzo lontano anni luce dalle loro corde. Ne risentono la credibilità del progetto, l'intonazione dei tre e tutto il resto dietro. Mettiamola così: è stato un momento di autocompiacimento di Sir Marco Castoldi. Che poteva costare caro. Al ballottaggio, però, non c'è partita: Diluvio dà lustro alla sua anima casereccia rappando su «La notte» di Arisa, The Wise osano i Beatles con una versione di «You've got to hide your love away» neanche perfettamente a fuoco. Alla fine sopravvive chi punta più in alto: intorno al trio si compattano Morgan, Fedez e Victoria Cabello, isolando il solo Mika a sostegno di Diluvio. E così da 12 cantanti si passa a 11, in attesa del ripescaggio di uno tra Riccardo e Sarah attraverso il meccanismo di televoto della Enel Green Light.

Mario e il «pugno chiuso» di Dalla
L'esibizione migliore della serata è stata senza dubbio quella del rustico Mario, superlativo nella cover di «E non andar più via», testo sacro (per non parlare della musica) di Lucio Dalla. Standing ovation di pubblico e giuria. Peccato debba sorbirsi il predicozzo di Fedez che, ormai calato nella parte dell'(anti)intellettuale organico del Movimento 5 Stelle, dissente dal «pugno chiuso» del testo. Il rimbrotto suona gratuito. Leiner mostra grande controllo della voce e presenza scenica esuberante in «What goes around, comes around», pezzo di Justin Timberlake che di suo non è questo granché, ma il 16enne di origine colombiana comunque nobilita. Bene Emma, malgrado la spregiudicata la scelta di Mika di affidarle «Blurred Lines» del duo Robin Thicke-Pharrell, rivisitata in stile swing postmoderno alla Caro Emerald. Suggestivo l'esperimento di rielaborazione rap dell'aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach che Morgan ha concepito per i Komminuet, tra il beatbox di lui e i gorgheggi vocali di lei.

Ilaria e il timbro che scalda
Nonostante un arrangiamento che tradisce (a tratti indebolendo) lo spartito originale, Ilaria non sfigura su «The Scientist» dei Coldplay grazie al suo inconfondibile timbro, di quelli che scaldano anche l'ascoltatore più frigido. Sorprendentemente impreciso Madh nella cover di «Take Care», pezzo di Drake con Rihanna. Il Mengoni minore, altrimenti detto Menghino, alle audizioni sembrava costruito ma tecnicamente impeccabile. Ieri, complice un brano in cui probabilmente non si riconosceva, ha dimostrato limiti tecnici preoccupanti. Spumeggianti e autoironici come al solito gli Spritz for Five, alle prese con «Just can't get enogh» dei Depeche Mode, tripudio di armonie, beatbox e note fischiate. Prova di grande complessità, la precisione ne risente.

La normalizzazione di Lorenzo
Originale l'arrangiamento techno-alternativo della «Toxic» di Britney Spears affidato a Camilla. Peccato che la ragazza sia fuori scala in tutta la prima strofa. Fin troppo normalizzato Lorenzo Fragola, alle prese con la ballad dei Green Day «Good Riddance (Time of you life)». Ha una voce che si presta benissimo alle linee melodiche di Billie Joe Armstrong, ma un po' in più, con un ragazzo così talentuoso, Fedez avrebbe potuto rischiare. In giornata no Vivian che se la vede con una «We found love» di Rihanna e Calvin Harris, ballata e cantata. La prima attività pregiudica fatalmente la qualità della seconda. Quanto agli ospiti, si segnalano lo spottone iperscenografico allestito per «Senza scappare mai più», nuovo singolo di Tiziano Ferro che cita «La luce buona delle stelle» dell'Eros Ramazzotti che fu, e quel furbacchione del dj tedesco Robin Schulz che riempie l'X Factor Arena con il tormentone «Prayer in C». Peccato non fosse in gara, quest'ultimo: in quanto a cattivo gusto avrebbe dato filo da torcere a Diluvio.

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