da: Il Fatto Quotidiano
Benedetti
ragazzi (Renzi & C), studiate ogni tanto
di Bruno
Tinti
Il
problema di Renzi & C. è l’ignoranza. Vogliono fare; ma non sanno quello
che fanno. Almeno, in materia di giustizia non lo sanno.
Prendiamo le ferie dei magistrati: 45 giorni sono troppi, si capisce che la
giustizia sia in crisi con magistrati che lavorano così poco, si devono ridurre
a 30; e i Tribunali non devono “chiudere” per 45 giorni, basta un mese, dall’1
al 30 agosto. Fatto. E adesso cominciano i guai.
Renzi
non lo sa ma i Tribunali non “chiudono”; sarebbe impossibile
visto che reati, arrestati e conseguenti processi ci sono anche d’estate. E non
sta bene dire a chi sta in prigione di starsene tranquillo perché adesso si va
in vacanza. È sospesa solo tutta l’attività che richiede l’intervento degli
avvocati: appelli, ricorsi, udienze. Non fosse così, gli avvocati (non i
giudici) non potrebbero mai andare in vacanza. Sicché i processi definiti
urgenti dalla legge (tra questi quelli riguardanti i detenuti) si fanno.
Le ferie dei magistrati non hanno niente a
che fare con i Tribunali “chiusi” per 45 giorni o 30 che siano. Coincidono, in
genere, con il periodo di “chiusura” (si chiama sospensione dei termini),
quando i processi da fare sono di meno e bastano pochi magistrati in servizio;
così, quando la macchina girerà a pieno regime, tutti saranno presenti. Ma
possono essere prese anche in altri periodi dell’anno; per esempio, i giudici
che hanno lavorato in estate dovranno pur andare in ferie nei mesi successivi.
Ora, il lavoro di un magistrato può essere paragonato a una catena di
montaggio. Udienze, testimoni, perizie, memorie degli avvocati; alla fine la
sentenza. Naturalmente di processi ce ne sono tanti, ognuno in un diverso
stadio di lavorazione. E quindi capita che le sentenze arrivino in gruppetti, 3
oggi, 6 domani, nessuna fra tre giorni…
Ogni sentenza deve essere depositata entro
un termine: se non rispettato, per il giudice c’è il processo disciplinare.
Succede quindi che, quando arriva il fatidico giorno di andare in ferie, il
giudice ha ancora da scrivere un certo numero di sentenze “incassate” nei
giorni precedenti; e le deve scrivere entro un mese, altrimenti sono… guai.
Ecco perché i giudici avevano 45 giorni di ferie: nei primi 15 (se gli
bastavano) scrivevano sentenze. Adesso che ne hanno solo 30, in realtà gliene
restano 15 o meno.
Naturalmente si potrebbe adottare un
meccanismo simile a quello usato per gli avvocati. Durante le ferie i “termini”
sono sospesi: una sentenza “incassata” il 20 luglio dovrà essere depositata non
il 20 agosto, ma il 20 settembre. Ma questo presuppone che tutti i giudici
vadano in ferie dal 1 agosto al 30 agosto; che significherebbe chiudere davvero
i Tribunali.
E siccome questo non si può fare, qualcuno
dovrà restare in servizio e andare in ferie successivamente. E con la
sospensione dei termini delle sentenze di questi giudici come la mettiamo? Si
calcola, giudice per giudice, in funzione del momento in cui va in ferie? Con
termini sospesi ad agosto, settembre, ottobre… Impossibile. Naturalmente a
questo punto Renzi ha un problema. Ha fatto l’annuncio sbagliato, lo ha anche
realizzato e adesso fare marcia indietro gli costa. Solo che, per salvare la
faccia, non può ammazzare quello che resta della giustizia italiana. Facciamo
così: tutti ci impegniamo a non dirgli “te l’avevo detto” e lui si rimangia
tutto e torna ai 45 giorni di ferie.
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