venerdì 29 marzo 2013

Buona Pasqua


Un augurio di Buona Pasqua ai lettori del blog.
Ci si ripiglia dal 3 aprile…



Anche l'occhio vuole la sua parte: Jude Law


Governo Pd-Pdl: Beppe Grillo e ‘Marc’Antonio' Matteo Renzi, che va (logicamente) ad Amici


Ci sono due persone che, più di Berlusconi, vogliono un governo appoggiato da Pd e Pdl.
A pari merito di desiderio: ‘Marc’Antonio' Matteo Renzi e Giuseppe Piero Grillo.

Giuseppe Piero Grillo ha, di fatto, messo Bersani nella condizione di ritirarsi o…smentirsi. Si ritirerà o…sarà ritirato, se Napolitano insiste – come pare – nel volere un governo Pd e Pdl.
Si smentirà se, al contrario, dopo aver dimostrato una insolita determinazione (che molti “analisti politici” hanno osteggiato) accetterà di governare o anche solo di appoggiare dall'esterno un esecutivo Pd e Pdl. Sia chiaro: si è trattato di una determinazione tardiva. Un mese dopo le elezioni, anziché un mese prima. Non per altro: per non correre il rischio di vincere anche al Senato.
In politica, quasi mai vale il detto: meglio tardi che mai. Chiedere a Fini che ci ha messo 14 anni a capire chi fosse Berlusconi. Le elezioni hanno sancito la sua morte politica. E’ vero, però, che nel nostro paese le “resurrezioni” avvengono in tutti i periodi dell’anno e si ripetono frequentemente.

Comunque sia….Grillo mi ha rotto le palle. Capisco la strategia politica, capisco che non potesse essere anche solo “possibilista” con Bersani. Ma mi ha rotto le palle. Soprattutto quando insiste con post che servono – più che altro - a tenere compatto il suo gruppo, che, proprio tutto compatto non è.
Se si possono capire certe “alchimie” da Casaleggio, prima ancora che da Grillo, gli italiani si aspettano ben altro da un movimento che si è proposto come la Politica in alternativa all’antipolitica dei morti viventi.

E arriviamo a Renzino..
Matteo Renzi. Vocazione alla Marc’Antonio. Solo che, i testi non glieli scrive Shakespeare. Ma..Gori

Musica, Noemi: live a Londra


Come anche “cinguettato”, bene che tra la scaletta ci sia ‘Le luci dell’alba’, brano sottovalutato di Pacifico & Noemi. Un pezzo meglio riuscito di quello che Pacifico ha recentemente scritto con la Nannini per Marco Mengoni.

A parte ciò…fatemi capire.
Per arrivare al Blue Note di Milano bisogna prima debuttare a Londra?



Noemi live a Londra


NOEMI, attualmente impegnata come giudice di THE VOICE OF ITALY, programma di Raidue, si esibirà al Roof Gardens South Kensinghton a Londra.

La potenza e il timbro inconfondibile di NOEMI, riescono sempre ad emozionare. La sua voce, precisa è usata con sorprendente padronanza, è come un rubino grezzo: corposa, forte e ruvida ma capace di prendere il volo e brillare

NOEMI, sul palco del Roof Gardens sarà accompagnata da Sam Grimley (pianoforte), Gabriele Greco (basso), Bernardo Baglioni (chitarra), Daniele Giovannone (batteria) e Frida Touray ai cori.

Due guest per questo grande evento: Antonio Forcione, considerato uno dei più carismatici e creativi chitarristi classici venuti alla ribalta in Europa negli ultimi anni, e da Gianluca De Martini e Janine Johnson direttamente dall´ U.V.C. il Coro Urban Voices Collective, formazione che si è esibita in occasione della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra e dei Bafta, gli Oscar britannici.


SONGS:

Briciole
L´ amore si odia
Vuoto perdere
Sono solo parole
Sulla mia pelle
Fortunatamente
Le luci dell´alba
Tra vento e aria (the brave soundtrack)
I heard it through the grapevine - feat.
Antonio Forcione (Marvin Gaye)
Lights (Ellie Goulding)
Let it be (Beatles)

OPENING ACT:

1) Frida Touray
2) Andrey Laurencelle

NOEMI live in London 
Venerdì 29 marzo - h. 7.00 p.m.
Roof Gardens South Kensinghton

Marco Travaglio: "Italiano Celentano"


da: Il Fatto Quotidiano

Naturalmente Celentano è liberissimo di pensare – e di scrivere su Repubblica – che un giornalista deve “fermare la lingua”, “azzerare il passato” e “soprassedere”, rinunciando a dire ciò che sa del nuovo presidente del Senato, perché siamo in un “momento così delicato”. Se invece non lo fa, anzi insiste a raccontare in perfetta solitudine la biografia della seconda carica dello Stato, non è perché il mestiere di giornalista consiste appunto nel dare notizie vere e documentate; ma “per sminuire l’ascesa di Grasso alla presidenza del Senato” e per “appesantire l’aria”. A suo dire, “Travaglio deve aver pensato: perché lasciare intatta la credibilità del nuovo presidente del Senato, che potrebbe fare qualcosa di buono e dopo noi ci intristiamo?”.
Ora, se queste scemenze appartenessero solo al nostro amico Adriano, che purtroppo s’informa poco e nulla sa di Grasso né del perché è arrivato fin lì, anche se potrebbe con poco sforzo informarsi, pazienza. In fondo dev’essere dura per un grande artista nazionalpopolare restare confinato troppo a lungo nel campetto degli outsider: due anni all’opposizione, con le battaglie per i referendum del 2011, poi per i nuovi sindaci, poi per 5Stelle, sono forse troppi per lui. È ora di tirare i remi in barca, rientrare nei ranghi e tornare all’ovile. All’insegna dello scurdammoce ‘o passato “in tutti i settori, anche nel campo della giustizia” (ma sì, regaliamo a B. una bella amnistia o un bel salvacondotto e non parliamo più della sua ineleggibilità, come fanno Flores d’Arcais e centinaia di migliaia di cittadini, perché “è una stronzata”, “una cazzata”, “una scorrettezza elettorale”, bisognava pensarci prima; e pazienza se Flores ci aveva pensato fin dal ‘94, quando Celentano votava B.).

The Good Wife, quarta stagione, 19° episodio: promo ‘The Wheels of Justice’

Adele: I can’t make you love me

Musica, Fedez: “non copio nessuno, originalità e internet il segreto del mio successo”


da: La Stampa

Fedez: “Non copio nessuno, l’originalità e Internet il segreto del mio successo”
Il rapper in vetta alla classifica dei dischi più venduti: “Senza il web non sarei dove sono oggi”
di Alice Castagneri



È al numero uno dei dischi più venduti. Il suo ‘Sig. Brainwash – l’arte di accontentare’ ha spazzato via dalla vetta anche i Modà. Ma Fedez, al secolo Federico Lucia, ancora non ci crede. E anche se non è uno di quei rapper scaramantici, guardando i numeri del trionfo preferisce avere un approccio pessimista, ma soltanto perché così può godersi tutto più intensamente. Soprattutto il successo, che ha ottenuto anche grazie alla democrazia del web che, ormai si sa, premia solo i migliori.  

A che cosa crede sia dovuto tutto questo successo?  
«Quando ho visto i numeri sono sobbalzato. Non me l’aspettavo. Non so cosa abbia di particolare questo album, ma se lo sapessi li farei tutti così. Quello che so è che sto raccogliendo i frutti di tutto quello che ho fatto sul web. Questo significa che un artista giovane che vuole costruirsi una carriera, senza persone alle spalle, può riuscire benissimo». 

Quindi senza Internet non sarebbe arrivato dov’è?  

The Voice of Italy, quarta puntata audizioni al buio: una sola parola per Elhaida Dani…


Ieri sera, la migliore puntata delle quattro audizioni al buio.
Migliore sia per le esibizioni e le scelte dei brani ma, soprattutto, per i quattro giudici che si danno qualche beccata (che vivacizza) ma dimostrano affiatamento, stima e una certa complicità.
Finora, azzeccata televisivamente la scelta di questi quattro coach e…credo che Cocciante crescerà. Ha un’esperienza, una maturità artistica e credo una visione anche moderna. Chi l’ha scelto ne dovrebbe uscire valorizzato.

Alcune menzioni.
Nausicaa Magarini che ha cantato ‘Don’t you remember’ di Adele. Gran bel timbro, esibizione notevole. Ma…mi pare un po’ ruffiana. Vedremo nelle prossime puntate. Uno dei motivi per cui mi piace Noemi è la naturale spontaneità, l’assenza di ruffianaggine e furbizia. Il contrario di Mengoni, per intenderci.
C’è chi pensa di piacere e di poter arrivare. Questa ragazza è la prima tra tutti quelli che si sono esibiti, che mi ha dato questa impressione. Che trovo fuori luogo per chi si presenta per la prima volta su un palco televisivo. Atteggiamento che molto spesso appartiene a quelli di ‘Amici’.
Ovviamente, è una sensazione a “pelle-video”. E non condizionerà la mia valutazione sulla voce, sulle performance di questa ragazza.
E’ nel team Noemi (che certe cosucce è in grado di notarle e, secondo me, gestirle).

Formazione nuovo governo: lettera a Grillo del consigliere M5S al comune di Venezia


da: Huffington Post

Caro Beppe,
ti scrivo da Venezia. Ti scrivo una lettera aperta, trasparente, ispirato solo da me stesso ed in piena libertà.
Tu non mi conosci ma io ti seguo dal 2006 e dal 2009 faccio parte del meetup di Venezia dove adesso mi trovo a sostituire come consigliere comunale il nostro mitico Gava, fondatore del nostro meetup e primo grillino consigliere in laguna.
Ci sono arrivato attraverso un percorso personale totalmente diverso dal suo, spiazzando così una volta di più quanti cercano di darci un’identità unica, non capendo quanto la diversità sia la nostra carta vincente. Ci sono arrivato il 21 gennaio di quest’anno, quando eravamo sotto gli occhi di quanti osservavano esterrefatti e rassegnati il consenso che ci stava premiando e sentendo fisicamente le aspettative dei tanti che ci dichiaravano il loro sostegno.

Il 26 febbraio, il giorno dopo le elezioni, mi sono trovato a ricevere, senza alcun merito personale,

i complimenti per lo straordinario successo ed insieme la richiesta di spiegare le strategie che avremmo attuato ora che finalmente eravamo arrivati in Parlamento. Io come tutti gli altri del nostro gruppo abbiamo lasciato la parola al nostro deputato veneziano-mestrino, il nostro portavoce.
Ma dal giorno dopo i festeggiamenti abbiamo subito capito che la strada non era facile.

Siria: opposizione debole contro Bashar al Assad


da: Lettera 43

Siria, opposizione debole contro Bashar al Assad
Il Paese è dilaniato da due anni di guerra civile. E la Coalizione, tra spie e doppi giochi, appare impotente.
di Susan Dabbous

a Beirut



Uomini del fare che spuntano da lontano. Papi stranieri. E politici che offrono dimissioni, salvo poi ritirarle al momento opportuno.
Almeno quanto a confusione dell’opposizione, la Siria appare un Paese normale. Ma anche le scaramucce politiche, dopo due anni di guerra civile, qui sono segnali di un Paese dilaniato. Che non riesce a trovare l’alternativa a un regime brutale che in due anni ha prodotto 70 mila morti, 2 milioni di sfollati e l’abominio di bambini soldato che lanciano bombe per 15 dollari.
SPIE E DOPPI GIOCHI. E anche i duri e puri dell’opposizione, quelli che ogni giorno combattono per strada contro le milizie, sono accusati di essere collusi con il regime, in un gioco di spie e doppi giochi che ha sprofondato quel che resta della nazione nel terrore puro.
Le riunioni per trovare la via d’uscita si susseguono: cambiano le città del mondo dalle quali sono ospitate, restano la disillusione e l’impotenza.

Tasse: altri “prosciugamenti” in arrivo


da: Lettera  43

Tasse, in estate un altro salasso
Tares, acconto Irpef, Iva al 23% e la prima tranche dell'Imu: stangata da 450 euro a testa. Le bollette calano.


Altro che afa e caldo, quest'estate gli esangui contribuenti italiani rischiano un malore per il solito motivo. Le tasse. Tra Irpef, Iva, Imu, Tares un altro salasso per le coronarie (e il portafogli) da 450 euro a testa.

Conto da servi ottenuto dividendo il totale della prima rata dell'imposta sulla casa e degli aumenti delle altre imposizioni (27 mld) per i 60 milioni di cittadini italiani.
UN AUMENTO DI 5 MLD. Il Consiglio dei ministri non ha affrontato infatti il rinvio della Tares, la nuova tassa sui rifiuti, per la quale quindi entro luglio prossimo, a meno di interventi dell'ultima ora, bisognerà andare in cassa. Ma non è l'unico versamento: bisognerà infatti sborsare non pochi soldi per il consueto acconto Irpef, per il primo acconto sull'Imu 2013, per chi paga in due rate. E per concludere in bellezza bisognerà fare i conti con l'aumento dell'Iva ordinaria dal 22 al 23% che colpirà moltissimi beni di largo consumo. Insomma circa 5 miliardi in più solo per gli aumenti di Iva, Tares e Imu.
Imposta quest'ultima che lo scorso anno è costata complessivamente agli italiani circa 22 miliardi.
Per dirla con le parole del leader della Cgil Susanna Camusso, il conto è «un concentrato esplosivo» se si calcola anche il ridottissimo potere d'acquisto dei salari italiani.
ECONOMIA IN SOFFERENZA. Soprattutto perché il conto arriva con un'economia

Formazione governo: Bersani non rinuncia ma Napolitano vuole fare da sé..



Bersani non rinuncia al mandato, tensione con Napolitano
Partito nega attriti, ma il segretario: "Difficili altre soluzioni"



Il Pd è la forza che ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato, se dicono no al candidato premier del centrosinistra perché dovrebbero dire sì ad un nome non del Pd ma sostenuto comunque innanzitutto dai democratici? E perché questo governo dovrebbe essere più forte?E' questo, secondo quanto viene riferito, il senso del ragionamento fatto da Pier Luigi Bersani al Quirinale ieri sera. Non è un esplicito no al "governo del presidente", ma un ragionamento che il leader Pd ha messo sul tavolo dopo che il capo dello Stato ha ripetuto la richiesta di "numeri certi". Bersani, infatti, si sarebbe detto convinto che la strada migliore da seguire sarebbe quella di andare in Aula a vedere cosa dicono le forze politiche di fronte alla sua proposta. Non solo, ma il leader Pd avrebbe fatto presente al capo dello Stato che allo stato "altre soluzioni", ovvero il governo del presidente, non sembrano più facili. Un colloquio che certo non è stato facile, anche se lo staff del segretario nega qualunque tensione.

giovedì 28 marzo 2013

Annie Lennox: 'Why'

La7 di Cairo: piano industriale a giugno, riduzione costi e cambi di palinsesto


La7 è stata recentemente acquistata da Cairo editore che a giugno presenterà il piano industriale.
Come in ogni piano che si rispetti – soprattutto se i conti sono in rosso – si parte dalla riduzione dei costi. I vertici di La7 hanno già cancellato alcuni programmi con un risparmio complessivo, per quest’anno, di 20-25 milioni di euro.
La spending review di Cairo non toccherà i programmi che sono la colonna vertebrale di La7: il tg di Mentana, ‘Servizio Pubblico’. Né sono previsti tagli al personale, anche perché, tra le intenzioni del nuovo proprietario ci sarebbe quella di una possibile terza rete.
Un piano industriale efficace non può limitarsi alla riduzione dei rami secchi, ma, deve anche presentare proposte d’investimento sul prodotto. Trattandosi di tv, l’oggetto è il palinsesto con annessa raccolta pubblicitaria.

Pare che Cairo stia pensando di apportare alcuni cambiamenti. Che potrebbero coinvolgere, tra gli altri, due  volti giornalistici del mattino: Tiziana Panella e Myrta Merlino. La prima conduce ‘Coffee Break’, la seconda ‘L’aria che tira – Noi e l’economia’. Per loro è possibile uno spostamento al pomeriggio o, perché no, in prima serata.
Lo spostamento in prima serata mi sembra, francamente, inappropriato. La7 già copre questo spazio con informazione puntuale, di approfondimento e con speciali.
Fatte le verifiche di dettaglio sui dati d’ascolto e individuato il tipo di consumatore/telespettatore, si potrebbe scoprire che lo spazio pomeridiano – nelle altre reti generaliste occupato da soap opera viventi o cronaca e gossip – potrebbe essere la collocazione migliore per un tipo d’informazione che manca nelle principali reti tv e si trova più facilmente nelle piccole tv private. Né cronaca, né gossip, ma un approfondimento chiaro e di breve durata al servizio dello spettatore.

Marco Mengoni, album #Prontoacorrere: ‘Spari nel deserto’



scritto da Ivano Fossati


Marco Mengoni, album #Prontoacorrere: ‘La valle dei re’


scritto da Cesare Cremonini 

Marco Mengoni: album ‘#Prontoacorrere’, recensione Rockol



da: Rockol di di Pop Topoi


Non volevo parlare di Marco Mengoni come del vincitore di un talent. Non volevo neanche scriverla, quella parola, che continua a dividere e che non è stata ancora del tutto assimilata nel panorama italiano. Per Marco Mengoni è un'etichetta riduttiva perché X Factor l'ha vinto quattro anni fa e nel frattempo ci sono stati un primo e un terzo posto a Sanremo, un MTV award e infinite occasioni in cui ha dimostrato di essere un interprete da apprezzare e rispettare. Tuttavia, #PRONTOACORRERE suona come il disco di un talent, nell'accezione meno lusinghiera del termine.
Il problema dell'identità (o della collocazione discografica, per usare una definizione tanto di moda qualche edizione di X Factor fa) sembrava averlo risolto. Dopo l'inevitabile ballatona da vincitore "Dove si vola", Marco aveva presentato un buon brano rock al festival e "Solo 2.0", un ottimo primo LP: eccentrico, aggressivo e senza singoli facili. Ma se quello era un disco per spiazzare, "#PRONTOACORRERE" vuole accontentare – e ci riuscirà senza problemi.
Purtroppo quell'identità che Marco si era guadagnato scompare tra i tanti, troppi nomi che firmano i brani, ed è curioso notare come i più tiepidi siano stati prestati da mercenari internazionali. Mark Owen scrive il pezzo del titolo, mentre altri inglesi e americani con alle spalle diversi multiplatino per grandi popstar portano "Non passerai", "Evitiamoci", "La vita non ascolta" e "I got the fear". Nessuno di questi merita la voce di Mengoni e i loro autori

The Voice of Italy: si concludono le audizioni al buio



The Voice, si concludono le Blind Audition



Conta solo la voce per The Voice of Italy così il contest più democratico della tv giunge alla fase decisiva: la fine della Blind audition. Con la puntata di giovedì 28 marzo, in onda su Rai2 alle 21.00 arrivano al termine i debutti al buio con i quali i coach di “The Voice of Italy”, Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante, Noemi e Piero Pelù, completeranno le loro quattro squadre di 16 voci, per un totale di 64, scelte senza conoscere l’aspetto, l’età e il look. Il 30 maggio la puntata finale.
Il format televisivo di successo mondiale, realizzato da Rai2 in collaborazione con Toro Produzioni, prevede che nella serata di domani si scelgano le ultime 16 voci. Infatti, per comporre i quattro team mancano ancora sei concorrenti al coach Riccardo Cocciante, quattro alla coach Raffaella Carrà, e tre sia a Noemi e sia a Piero Pelù.
A condurre la serata, Fabio Troiano che accoglierà i cantanti in gara che si esibiranno interpretando successi italiani e internazionali. Intanto, si delinea la tipologia dell’ascolto che sta caratterizzando il programma che, nelle prime tre puntate, ha ottenuto un ascolto medio di 3.645 mila  telespettatori e uno share del 14.03. Particolarmente interessante la composizione del pubblico di The Voice: finora, nelle prime tre puntate,  nella fascia 25-54 anni ha ottenuto uno share medio del 15.90, in quella 15-24 anni è stato seguito dal 15,45. 
Il programma è stato particolarmente apprezzato nelle Marche (che ha una voce in gara) con il 17.47, nel Trentino Alto Adige (che ha due voci in gara) con il 16.94, in Sicilia (che ha tre voci in gara) con il 15.63, in Lombardia (che ha due voci in gara) con il 15.43, in Puglia (che ha quattro voci in gara) con il 15.28 e in Toscana (che ha quattro voci in gara) con il 14.72. Per cui, la media sia nel centro nord, sia nelle isole risulta del 15.25. Di particolare interesse, inoltre, il livello di istruzione “superiore” dei telespettatori che è pari al 14.22 di share. 

Annalisa Cuzzocrea: “La ‘rosa’ dei grillini per il dopo-Bersani’


da: la Repubblica

Spunta la “rosa” dei grillini per il dopo-Bersani
Il leader senza freni su Pd e Pdl: puttanieri, tutti a casa. Il segretario dei democratici ironico sugli insulti:  Auguri, salvatori della patria…” 
Oggi assemblea dei gruppi. Già martedì notte alla Camera non c´è stata unanimità: 60 su 109 i no alla fiducia per Bersani 
di Annalisa Cuzzocrea 

Ci sono molti volti, sotto la finta unanimità ostentata dal Movimento 5 Stelle. Molte sfumature, dietro il no di Vito Crimi e Roberta Lombardi a Pier Luigi Bersani. C´è, soprattutto, la volontà di alcuni dei parlamentari grillini di discutere un piano B.
Davanti a un nome lontano dai partiti, tutto potrebbe cambiare. Nella rosa ci sono il giurista Stefano Rodotà, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, una persona come Gino Strada ministro della Sanità. E anche se la linea ufficiale resta «sì solo a un nostro governo», davanti a nomi nuovi sarebbe ben arduo per i capigruppo tenere insieme tutta la truppa. Che è più spaccata di quel che si lasci intendere, visto che alla Camera – martedì notte – i no a Bersani non sono stati 109, ma solo 60. In 4 hanno votato per il “se” – la possibilità di ridiscutere davanti a una nuova proposta del segretario pd – gli altri si sono astenuti.

Tito Boeri: “La gerontocrazia delle banche”

da: la Repubblica

Se non fosse per il Principato di Monaco dove la speranza di vita alla nascita è di quasi 90 anni, gli italiani sarebbero i cittadini più longevi d´Europa. Se non fosse per Roversi Monaco, chiamato a “soli” 74 anni dal Consiglio di Gestione di Banca Intesa a presiedere la controllata Banca Imi, i vertici della più grande banca italiana sarebbero appannaggio esclusivo di ottuagenari, da un quarto di secolo in quelle posizioni.
Anche l´ex interminabile rettore dell´ateneo bolognese, comunque, aderisce, al patto per garantirsi poltrone a vita: arriverà a questa nuova carica direttamente dalla Presidenza di fondazione Carisbo, a sua volta azionista di Banca Intesa. Nello stesso giro di nomine incrociate tra banche e fondazioni, Gianguido Sacchi Morsiani è stato chiamato alla guida della Cassa di Risparmio di Bologna, carica che aveva già occupato per 24 anni, dal 1980 al 2004. Ha due anni in meno di chi lo ha nominato: Giovanni Bazoli, da 27 anni alla guida di ciò che oggi è Banca Intesa San Paolo, pronto ad essere riconfermato a 81 anni come Presidente del Consiglio di Sorveglianza. 
È stato a sua volta designato capolista da Giuseppe Guzzetti, prossimo al terzo mandato alla guida di Fondazione Cariplo, nonostante lo statuto non ne preveda più di due, con la prospettiva di completarlo quando avrà 86 anni compiuti. Si gioverà del precedente di Antonio Finotti, confermato alla guida di Cariparo fino al 2018, quando avrà 89 anni e sarà stato per 22 anni ai vertici della fondazione. Non sono casi isolati: l'età media dei membri dei consigli d'amministrazione delle 23 maggiori banche italiane è di quasi 5 anni più elevata che negli altri paesi europei. Lo è anche la mediana, una misura che non risente

L’Amaca di Michele Serra


da: la Repubblica

Sperare che Grillo conceda uno spiraglio d´intesa, o anche solo di ascolto, a qualunque forma politica che non sia quella da lui creata e controllata, è pura illusione (lo dico da illuso conclamato, primo firmatario di un appello in favore di un governo di cambiamento rivolto anche a lui e ai suoi). La sua forza sta nell´isolamento, nel potere di veto e di distruzione, nella “superiorità” anche logistica che i suoi deputati e senatori hanno scelto in Parlamento. Mai mischiarsi, mai confondersi, mai abbassarsi allo stesso livello degli altri, massa indistinta di contaminati.

Anche perché confrontandosi – cioè mettendosi sullo stesso piano degli altri – si rischia di vivere la stessa esperienza vissuta dal Capo in persona parlando faccia a faccia con Napolitano. Insolentito da lontano, il vecchio uomo di Stato non gli è dispiaciuto da vicino. Basta così poco – basta la realtà – a mutare il disprezzo in curiosità. Allo stesso modo, fino a che se ne rimane nel suo e tra i suoi, Grillo può comodamente definire “padri puttanieri” anche persone alle quali, faccia a faccia, probabilmente non oserebbe dirlo. Rischierebbe un ceffone in pieno viso, come può capitare quando si offende così orribilmente un essere umano in carne e ossa. Fatta da lontano, la politica è a rischio zero.