da: la Repubblica
I vitalizi d’oro costano
170 milioni l’anno e i bilanci delle Regioni non reggono più
di
Roberto Mania
Prima era “solo” uno scandaloso privilegio,
ora rischia di far saltare le casse
delle Regioni. Si chiama vitalizio, che vuol dire assegno fino alla tomba.
E finisce in tasca a chi è stato anche per pochissimo consigliere regionale
senza che abbia raggiunto i limiti anagrafici, stabiliti dalla legge per tutti
gli altri comuni mortali, per l’accesso alla pensione. Parliamo dei nuovi baby
pensionati, qualcuno è appena cinquantenne. Sono i figli del privilegio
decentrato, della devoluzione arbitraria dalle leggi dello Stato. Di una
legislazione prodotta dai legislatori regionali per se stessi. E ciascun
Consiglio, un po’ come nel caso dei rimborsi per i gruppi, ha fatto come
voleva. Interna corporis, si dice. In questo caso non ha nulla di nobile, non
difende l’indipendenza degli organismi eletti democraticamente ma la propria
sfacciataggine.
Ogni anno i quasi 3.200 vitalizi pesano sui
bilanci regionali per circa 170 milioni. Solo un pò meno di quanto costi (circa
200 milioni) al Parlamento nazionale
sostenere gli ex onorevoli che contro
qualche recente ritocco ai vitalizi hanno peraltro presentato più di venti
ricorsi per nulla destinati all’insuccesso. Ormai ci sono Regioni in cui le
uscite per pagare i vitalizi agli ex consiglieri (o agli eredi) superano il
costo dei consiglieri in carica. In Veneto, per esempio, servono 11,2 milioni
per erogare i 226 vitalizi, compresi quelli di reversibilità, contro i 9,1
milioni per le indennità dei consiglieri attivi. Tra gli ex consiglieri ci sono
Giancarlo Galan (3.749,63 euro netti mensili), Massimo Cacciari (1.935,30),
Flavio Zanonato (1.934,84).
È una spesa che si è impennata negli ultimi
anni, se si pensa che nel 2005, quella veneta era intorno agli 8,5 milioni. Una
dinamica inarrestabile, che fa paura perché effettivamente le assemblee hanno
esagerato. Solo nel Lazio (la Regione che permette ancora il pensionamento a 55
anni e di calcolare l’indennità considerando anche la diaria, cioè la spese per
i trasferimenti quotidiani) si stima che i vitalizi passeranno dagli attuali
270 a 314 nel 2016. È quasi impossibile fare una media nazionale delle
indennità. Ne “La casta invisibile delle Regioni”, Pierfrancesco De Robertis
scrive che in media, con una consiliatura, si prendono 2.500 euro al mese, che
salgono a 4.500 con due. Per gli ex governatori si superano i 5 mila euro.
Dunque, si corre ai ripari. Perché non è
stata sufficiente l’abolizione dei vitalizi per il futuro e il tendenziale
adeguamento soft alle leggi generali imposta ai Consigli regionali dal governo
Monti sotto la spinta dell’emergenza finanziaria. Ora sotto tiro sono i
vitalizi in essere, quelli protetti dai presunti diritti acquisiti. Che Enrico
Zanetti, sottosegretario all’Economia, definisce «privilegi acquisiti». Prima
di entrare al governo, Zanetti ha presentato una proposta di legge
costituzionale (la numero 1978) per tagliare i vitalizi (non solo quelli
futuri) dei consiglieri regionali e dei parlamentari e mettere un tetto ai loro
emolumenti.
Una legge costituzionale proprio per
aggirare l’ostacolo dei diritti acquisiti. Scelta
Civica, il partito di cui fa parte Zanetti, ha ottenuto che la proposta di
legge sia esaminata, non rimarrà nei cassetti del Parlamento. Questo
costringerà tutti a uscire allo scoperto, governo compreso. Il premier Matteo
Renzi, d’altra parte, ha parlato più volte della necessità di abolire i
vitalizi. Non solo per una questione di spending review .
La proposta
Zanetti stabilisce che per poter maturare
il diritto al vitalizio si debba avere almeno 10 anni di mandato
consecutivi o quindici non consecutivi e che prima di ottenere l’assegno si
debba aver compiuto «l’età prevista per la corresponsione della pensione di
vecchiaia dalla normativa di volta in volta vigente per la generalità dei
cittadini». Ma c’è di più: questi requisiti varrebbero retroattivamente e
dunque verrebbe sospesa l’erogazione del vitalizio a chi non li ha maturati. Si
vedrà quale fortuna avrà la proposta di legge, di certo anche le Regioni hanno
capito che bisogna intervenire sul pregresso. Lo ha già fatto il Trentino che
ha chiesto ai suoi venti “pensionati di platino” di restituire complessivamente
ben 29 milioni, perché gli assegni sarebbero stati calcolati male. Così a Mauro
Delladio, Forza Italia, ex leghista, è stata chiesta la restituzione di oltre
460 mila euro. La Lombardia si prepara a varare una legge che introduce un
contributo di solidarietà crescente con l’aumentare dell’importo. Il Lazio
premierà anche Er Batman Franco Fiorito: vitalizio a cinquant’anni se non sarà
condannato. Perché alla Pisana con cinque anni di mandato si prende l’assegno.
E il Lazio dà anche il vitalizio di trattamento non può essere messa in discussione.
Privilegio chiama privilegio. Ora però si pensa di tornare con i piedi per
terra: vitalizio a 65 anni, contributo di solidarietà e divieto di cumulo. Già
perché, finora, i vitalizi si cumulano ad altri redditi. Per non farsi mancare
nulla. Of course.
Nessun commento:
Posta un commento