Premesso che, degli ascolti non mi frega
una cippa, devo ancora capire chi sia in Mediaset (e in Publitalia) il
“fratello di Einstein” che – con l’uso di power point, “attrezzo” di Microsoft
Office tanto caro a Renzi – presenta delle slide tese a dimostrare che bisogna
partire a settembre con certi prodotti. Quando a settembre in tre quarti
d’Italia fa ancora caldo, e parte del target medio di Mediaset alla sera fa
altro che guardare la tv, tanto…la puntata la può vedere poco dopo in
streaming. Oddio…se poi ci aggiungiamo che chi gestisce il marketing di questa
serie sta strombazzando da mesi che Giulia Michelini lascia, che sparirà il
personaggio di Rosy Abate, “logica” inversamente proporzionale a quella delle
serie americane, gli ascolti delle prime due puntate mi paiono più che buoni.
Ciò premesso, la seconda puntata di Squadra
Antimafia 6 è stata decisamente diversa dalla prima. Anzi. La sesta stagione di
Squadra Antimafia 6 è iniziata ieri. Bene il montaggio, il solito ritmo che
contraddistingue questo prodotto da più stagioni, e spariti quasi del tutto
certi lati caricaturali della prima puntata. Sarà un caso che questo ripristino
di “sobrietà” (si fa per dire: sono sempre personaggi “oltre”) è coinciso con
la minor presenza di sequenze della famiglia Ragno rispetto alla puntata
precedente?
Uno dei Ragno l’abbiamo fatto crepare per creare la “contrapposizione” tra
due donne: il politico marcio Veronica Colombo e l’aspirante “nuova regina mafiosa” Rachele Ragno. Si sa…. che tra mafiosi e politici corrotti la contrapposizione è soprattutto tra donne al vertice (anche i migliori sceneggiatori cadono in qualche banalità).
due donne: il politico marcio Veronica Colombo e l’aspirante “nuova regina mafiosa” Rachele Ragno. Si sa…. che tra mafiosi e politici corrotti la contrapposizione è soprattutto tra donne al vertice (anche i migliori sceneggiatori cadono in qualche banalità).
L’altro Ragno: Ettore (Fabrizio Nevola),
dopo aver appreso della sua mansione di organizzatore del progetto bombarolo, di
colpo, si innamora di Veronica Colombo. Il rapido innamoramento (non
attrazione, innamoramento) mi fa un po’ sorridere; voglio sperare che non si
passi dal lato caricaturale mafioso al lato caricaturale dell’ingroppamento.
Nel complesso, la puntata di ieri sera è
stata più scorrevole e certe debolezze sono rientrate. Punti di forza: il
montaggio e l’interpretazione dei veterani di Squadra Antimafia. E maggiore
credibilità nel racconto. A iniziare da Rosy Abate, che esce dalla catarsi per
quanto non sia ancora presente, in grado di ricordare. Questo è il presupposto
narrativo per ciò che succederà nelle prossime puntate con il trattamento che
le riserverà De Silva e con la probabile “interferenza” di Domenico Calcaterra.
Credibile e ben svolto l’inizio della crisi
tra Lara e Calcaterra, dovuto alla scoperta di quest’ultimo (bello,
intelligente e..maghetto: capisce tutto e subito), che l’informatore che
avverte la poliziotta della bomba che sta per scoppiare è la sorella Veronica.
Che Lara non vuole arrestare per non esporla a morte certa.
Anche nella seconda puntata la presenza di
Giulia Michelini-Rosy Abate è stata centellinata. Pochi minuti. Come sempre: da
marziana. E’ tanto minuta fisicamente quanto grande e possente nel tenere la
scena. Mi ripeto: se Squadra Antimafia fosse una serie americana, la Michelini vincerebbe più volte l’Emmy Award.
E Bocci / Calcaterra è sempre perfetto
accanto a lei. Sono complementari e legano il racconto. L’effetto è quello
dell’insieme. Effetto che ha caratterizzato la quarta e quinta serie e che
potrebbe ripresentarsi in questa nuova stagione anche se la Michelini se ne sta
andando.
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