di Mario
Di Matteo
Nella notte è scattata la campagna aerea
americana in territorio siriano per contrastare l’Isis. A combattere a fianco
degli usa anche alcune aviazioni di diversi paesi arabi ma nessun alleato
occidentale.
Le prime azioni hanno puntato alla zona di Raqqa,
quella che è considerata la roccaforte dei jihadisti del Califfo, per poi
ampliare l’attacco in zone più lontane. I velivoli utilizzati dagli americani
sono stati F16, F 15, F18, bombardieri B1 e Av 8 Harrier con l’appoggio,
indispensabile, degli aerei da rifornimento. Il presidente americano Barack
Obama, stando a quanto dichiarato dall’ammiraglio Kirby, ha annunciato come “la
decisione di condurre i raid aerei è stata presa oggi dal comandante del
Comando centrale Usa sulla base dell’autorizzazione ricevuta dal Comandante in
capo”.
“Non è una guerra che riguarda solo
l’America. Abbiamo sventato un complotto di al Qaida in Siria
contro gli Stati Uniti e i nostri alleati”, ha detto il presidente Usa
Barack Obama commentando l’inizio dei raid in Siria condotti insieme ad
alcuni Paesi arabi.
Stando a quanto dichiarato dal sito online
dell’agenzia di stampa Ansa, “gli
Usa avevano individuato almeno 20 obiettivi da colpire nella prima ondata di
bombardamenti in Siria, che fa seguito ad una campagna avviata già lo scorso 8
agosto contro obiettivi dell’Isis in Iraq”.
Gli obiettivi presi di mira dall’aviazione
americana si troverebbero nel “cuore” dello Stato islamico, dove sarebbero
presenti oltre a veri e propri centri di comando anche campi di addestramento e
di depositi di armi e munizioni.
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