lunedì 15 settembre 2014

La7, Corrado Formigli: Piazzapulita, usciamo dal recinto di casa nostra, reportage ‘Estero’



Per quanto “allergica” ai talk politici, riporto questo articolo non solo perché i frequentatori del blog potrebbero non soffrire la mia stessa “malattia”, ma perché Corrado Formigli introduce un argomento essenziale,  ignorato da tutta la cosiddetta informazione televisiva ostaggio dell’auditel (perché incapace di coniugare le esigenze dell’informazione con quelle degli ascolti). L’argomento,  che dovrebbe trovare un maggior spazio di appronfondimento sia nei giornali sia in tv, è ciò che avviene fuori dell’Italia. Quello che è catalagato nei giornali sotto l’etichetta “Esteri”.
Ovviamente, bisognerà vedere se Formigli riuscirà a trattare questo tema in modo tale da renderlo interessante, “attrattivo”. Serve la capacità di raccontare con immagini e parole nei tempi adeguati. Contrariamente, lo spettatore già poco attratto dall’argomento scapperà.
Di materia ce n’è e penso che un giornalista che ami il suo mestiere e che è quindi sia curioso, si rompa le palle nel dover ascoltare e leggere tutti i giorni di Renzi, delle sue slide da power point con cui “governa”, delle battute da bambinetto dispettoso. Dal suo presenzialismo totale.
Beh…a parte Vespa. Ma Vespa non è un giornalista…E’ un “cultore del bricolage”.

da: la Repubblica

Formigli: "Porto Iraq e Libia a Piazzapulita, usciamo dal teatrino della politica"
Lunedì riparte la trasmissione di La7, con i reportage dalle zone di guerra. "La logica dell’Auditel è impietosa, ma dobbiamo fermarci all’Italia? Non dobbiamo provare a uscire dal recinto per raccontare questa Terza guerra mondiale?"
di Silvia Fumarola

"C’è l’esigenza di guardare fuori dai nostri confini, non possiamo più continuare a dire: “Gli 80 euro sì, gli 80 euro no”, a discutere se il didietro della Boschi sia
meglio di quello di Agnese Renzi. Tutto è lecito, ma stanno succedendo cose di colossale importanza ai nostri confini: oggi è ancora più importante partire e raccontare". Corrado Formigli è appena tornato dall'Iraq: da lunedì riparte con Piazzapulita su La7, proponendo un reportage dalle zone di guerra, in una stagione affollatissima di talk show politici, approfondimenti e informazione.

Formigli, conduttore e inviato: è anche un modo di smarcarsi e uscire dalla logica dell’ospite prestigioso a tutti i costi?

"In una situazione di mercato e competizione come questa, ognuno deve dare il meglio di sè. Nel nostro programma sono venuti tutti i politici. Non sacrificheremo mai il racconto della realtà pur di avere un ospite. Mi considero un inviato e per tutta la vita continuerò a esserlo, volevo ricordare a me stesso da dove vengo. Chiuso dentro uno studio televisivo vieni preso da logiche che ti distraggono".

Quali?
"Nell’ambiente della tv si dice: 'Gli Esteri non fanno ascolto'. Sono il primo a sapere che la logica dell’Auditel è impietosa - e va anche rispettata, per carità - ma dobbiamo fermarci all’Italia? Non dobbiamo provare a uscire dal recinto per raccontare questa Terza guerra mondiale? Che facciamo, passiamo tutto il tempo a parlare del 'Giglio magico', dei fedelissimi di Renzi? Lo faremo, non sto lanciando un nuovo programma di esteri, cercheremo di capire se il premier manterrà le promesse. Ma la guerra è a due passi da noi, non ho mai visto una situazione grave come questa. Allora perché nessuno del governo viene a commentare le immagini? Ho invitato Renzi, il ministro Pinotti...".

E invece non verrà nessuno?
"Per ora gli inviti sono stati declinati. I nostri esponenti dicono che non vogliono partecipare ai 'teatrini della politica',  io ho proposto di venire a confrontarsi con una ragazza di 19 anni stuprata, con un bambino in braccio. Questa donna per me è la Madonna, l’ho incontrata e l’ho intervistata. Ho chiesto a Pinotti, Mogherini e a Renzi, se volevano confrontarsi sulle nostre strategie, se volevano dire qualcosa a tante persone che chiedono aiuto all’Italia. Lo dico sommessamente: questo non è teatrino. In Iraq ci sono un milione e mezzo di uomini in fuga, bambine ancora detenute e stuprate. Ci ricordiamo di cosa succedeva in Kosovo, dei bombardamenti della Nato?".

Dov’è stato?
"In Iraq e in Kurdistan, la nostra inviata Francesca Mannocchi è stata in Libia. Ci farà vedere che la Libia non esiste più, comandano gli  islamisti. Sarebbe bello poterne parlare, mi piacerebbe che ci fosse qualcuno del governo per capire che fare".

Cosa le dà fastidio?
"Che su temi così importanti l’Italia non intervenga. Tutta la discussione si è concentrata sulla Mogherini: la mandiamo a fare il ministro degli esteri europeo? Ma per fare cosa? Qual è la posizione europea a italiana su quello che sta accadendo in Iraq, in Libia, in Ucraina, a Gaza? Renzi è stato il primo ad andare nella tendopoli di Erbil in Kurdistan, allora perché nessuno viene a raccontare agli italiani la nostra posizione?".

Come sarà costruita la puntata?
"Ci sarà un mio reportage sull’Isis che spiega come i confini dell’occidente siano gestiti dai peshmerga, uomini in ciabatte e fucile, e un racconto su com'è cambiata la Libia. Piazzapulita riparte dall’inchiesta e il fatto che torni in prima persona a girare vuole dare un segnale. Alla fine il valore aggiunto è potere raccontare quello che hai visto con i tuoi occhi".

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