da: Il Sole 24 Ore
Napolitano
dovrà testimoniare al processo sulla trattativa Stato-mafia. Il capo dello
Stato: «Prendo atto, nessuna difficoltà
Il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano sarà sentito al processo per la trattativa tra Stato e mafia. Lo
hanno deciso i giudici della Corte d'Assise di Palermo che hanno così accolto
la richiesta avanzata dai pm nell'ultima udienza. La Corte d'Assise di Palermo,
presieduta dal giudice Alfredo Montalto, ha così sciolto la riserva riguardo
l'audizione del capo dello Stato a cui le parti avevano rinunciato. «Prendo
atto dell'odierna ordinanza della Corte d'Assise di Palermo», ha scritto in una
dichiarazione il capo dello Stato. «Non ho alcuna difficoltà a rendere al più
presto testimonianza - secondo modalità da definire - sulle circostanze oggetto
del capitolo di prova ammesso».
Di
Matteo: prendiamo atto della decisione della Corte che ha
ammesso le nostre richieste
«Prendiamo atto della decisione della Corte d'assise che ha ammesso le nostre richiesta», è stato il primo commento del pm Nino Di Matteo prima di lasciare l'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. «Noi avevamo già illustrato i motivi per i quali ritenevamo pertinente e rilevante la testimonianza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano in questo processo - ha detto Di Matteo - la Corte d'assise aveva già ammesso la prova e oggi ha rigettato l'istanza di alcuni difensori di revocare l'ordinanza ammissiva sulla base di una lettera che il Capo dello Stato aveva inviato alla Corte».
«Prendiamo atto della decisione della Corte d'assise che ha ammesso le nostre richiesta», è stato il primo commento del pm Nino Di Matteo prima di lasciare l'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. «Noi avevamo già illustrato i motivi per i quali ritenevamo pertinente e rilevante la testimonianza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano in questo processo - ha detto Di Matteo - la Corte d'assise aveva già ammesso la prova e oggi ha rigettato l'istanza di alcuni difensori di revocare l'ordinanza ammissiva sulla base di una lettera che il Capo dello Stato aveva inviato alla Corte».
La
deposizione era già stata ammessa
La deposizione, chiesta dai pm, era già
stata ammessa, ma lo scorso 31 ottobre il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano aveva inviato alla Corte d'Assise di Palermo una lettera con cui,
pur confermando la sua disponibilità all'audizione, sottolineava di non avere
nulla da riferire sui temi del processo. Quella missiva spinse l'Avvocatura
dello Stato e i legali dell'ex senatore Marcello Dell'Utri a chiedere ai giudici
di revocare la testimonianza del capo dello Stato.
L'audizione
del Capo dello Stato si svolgererà al Quirinale
All'audizione di Napolitano, per la quale
non è stata ancora fissata la data, e che avverrà al Quirinale, saranno
presenti soltanto i magistrati della Corte e i legali. I magistrati della
Procura di Palermo che reggono l'accusa nel processo sulla trattativa tra Stato
e mafia, intendono ascoltare Napolitano riguardo alla lettera inviatagli da
Loris D'Ambrosio, deceduto nel luglio del 2012, in cui il consigliere giuridico
del Quirinale riferiva i timori sorti dopo le polemiche per le telefonate
intercettate tra lui e l'ex presidente del Senato Nicola Mancino.
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