martedì 9 settembre 2014

Squadra Antimafia 6, prima puntata: i lati caricaturali e l’assenza di Giulia Michelini



Premessa: rispetto a ciò che ho visto della terza stagione, le intere puntate della quarta e della quinta, trovo che Squadra Antimafia 4 sia la migliore. E la quinta serie tiene il livello della precedente per la presenza di una marziana: Giulia Michelini.


La prima puntata della sesta stagione di Squadra Antimafia mi è parsa di livello inferiore all’inizio delle due precedenti edizioni. Meno convincente per alcuni momenti interpretativi che ho trovato caricaturali. Un po’ da macchietta.
Mi auguro che si sia trattato solo di qualche momento di deconcentrazione dei registi, capaci nelle scene d’azione, avvezzi agli zoom e alle dissolvenze ma magari non sempre attenti a che certi sguardi siano credibili rispetto al testo. Poi ci sta anche qualche debolezza della sceneggiatura. La scena in carcere dell’incontro tra De Silva e Veronica Colombo mi è parsa più da fiction della Ares Film che da serie televisiva Taodue.

Paolo Pierobon è un signore attore. Il personaggio che interpreta è “carico” di suo. Avrei evitato espressioni di “ghiaccio”, marmoree, le parole perentorie di
maniera, che dovrebbero dare la misura del terrore e dell’ambiguità, perché il suo ruolo è già questo. Meglio una certa ironia e autoironia dimostrata in scene precedenti che davano il senso di chi fosse De Silva. I secondi di promo della prossima puntata, con Pierobon accanto al letto di Giulia Michelini-Rosy Abate, m’inquietano. Negli sceneggiatori e nei registi della sesta stagione e della settima, di cui sono in corso le riprese, non starà prendendo piede il macchiettismo?

La piega caricaturale la si vede anche in Fabrizio Nevola che interpreta Ettore Ragno, il rampante mafioso che vuole dominare il territorio. E’ vero che anche nella stagione precedente il personaggio di Achille Ferro era un tantinello “forzato” ma, c’era anche un Dante Mezzanotte interpretato ottimamente da Andrea Sartoretti a compensare certi lati caricaturali del primo.

Non parliamo poi di quella scena fatta appositamente per twitter e “mi piace” “non mi piace” di facebook: quella della “nave scuola” Rachele Ragno, interpretata da Francesca Valtorta, che si fa il cuginetto.
Anche l’inizio di questo personaggio è caricaturale. E il rischio è che il “meglio” del genere caricatura lo vedremo quando si accoppierà (davanti, dietro, sopra e sotto, cosi vuole la “logica” della fiction pagata da Mediaset) al Calcaterra. Nella prima scena in cui si sono trovati faccia a faccia Bocci-Calcaterra e la Valtorta-Ragno, io mi sono fatta una risata, ma il regista dov’era, a chiedere a Giulia Michelini di non lasciare la serie?
Particolare non irrilevante: nelle stagioni precedenti, Marco Bocci ha dato il meglio di sé dal punto di vista interpretativo (e non solo per le scene di sesso) con la Michelini. Non so se è perché si sbaciucchiasse con lei nei camerini…Ora non può certo mettersi a sbaciucchiare la Valtorta: ha appena sposato la Chiatti e aspetta un bambino..
Togliendo un po’ di lato caricaturale a Valtorta-Rachele Ragno ne potrebbe trarre giovamento la recitazione di Bocci, che stava per scoppiare a ridere (cosa che potrebbe aver fatto durante il ciak) mentre la collega gli faceva capire in che posizione si troverà in futuro. Ma, tant’è, le scene sono già state girate…staremo a vedere.

Ho trovato invece credibili, sobri, gli altri interpreti della squadra Duomo. A cominciare da Ana Caterina Morariu-Lara Colombo e poi Greta Scarano-Francesca Leoni, Giordano De Plano-Sandro Pietrangeli, Diego Abbrescia-Sciuto.
Una menzione la merita chi, della produzione, ha scelto l’attore che interpreta il funzionario dei servizi segreti da cui vanno Calcaterra e la Colombo. Una faccia appropriata, tipica del funzionario dello Stato deviato.
Però…il dialogo tra questo e il Calcaterra e la Colombo è un altro momento degno de…l’Onore e il Rispetto (si capisce che non è un complimento?). Assolutamente improponibile. C’è un vice questore che ha già capito tutto sul ruolo dei Servizi Segreti e su come De Silva si sia salvato. E va a casa dei Servizi Segreti per farglielo sapere. E si è mai visto un funzionario dei Servizi Segreti dire a un vice questore: “sta pensando a noi?”. Capisco la brevità di certi dialoghi per mantenere un certo ritmo, ma non si rischia di rappresentare superficialmente momenti che avrebbero bisogno di una più verosimile scrittura e di un maggiore spessore senza che questi rallento il pathos.
Ve lo immaginate un dialogo così in Scandal o in House of Cards? Serie nelle quali il ritmo non scade grazie anche a una scrittura credibile. Guardare le serie tv americane va bene, scopiazzarle può essere utile, ma che lo si faccia bene.

E adesso veniamo al punto dolente: l’assenza di Giulia Michelini.
Se ha deciso di lasciare la serie non se ne può fare una colpa a Valsecchi, agli sceneggiatori, ai registi che, quando tocca il ciak alla Michelini, possano andarsi a prendere un caffè in Brasile perché è in grado di autogestirsi come solo i grandi attori sanno fare.
Presumo che dovendo ridurre la sua partecipazione abbiano deciso di farne un uso parsimonioso. Nella prima puntata era già prevista parecchia carne al fuoco dovendo presentare nuovi personaggi, quindi, ci è stata mostrata solo una sfuggente inquadratura per qualche secondo. La sua presenza dovrebbe essere più significativa in altre puntate, si tratterà poi di vedere se gli sceneggiatori troveranno un’uscita di scena credibile e che non lasci l’amaro in bocca.
Certo è che: l’assenza di Giulia Michelini-Rosy Abate è pesante. E’ come togliere Zingaretti da Montalbano.

Concludendo…
E’ inevitabile che con il passare delle stagioni si perda di creatività e si logorino dei buoni prodotti. E’ successo con Distretto di Polizia. A volte conviene chiudere con certi personaggi, strizzando l’occhio a certi meccanismi (si tratta sempre di serie tv italiane, non americane), e riproporre nuove logiche narrative con altri personaggi, senza eccedere in forzature o sbagliando il momento d’ingresso o uscita di certe situazioni. Il rischio di decontestualizzare è maggiore man mano che cresce il numero delle serie.

Anche se il promo m'“inquieta” guarderò la prossima puntata. Spero di non sentire dialoghi improponibili nelle scene in cui mafia e stato deviato decideranno la strategia della tensione. L’idea di trattare la “collaborazione” Stato-mafia è una scelta azzeccata, ma tutto dipende dalla narrazione e rappresentazione di questo argomento.
E che non sia solo la presenza scenica di una grande Giulia Michelini-Rosy Abate il motivo per guardare Squadra Antimafia 6. 

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