Premessa: rispetto a
ciò che ho visto della terza stagione, le intere puntate della quarta e della
quinta, trovo che Squadra Antimafia 4 sia la migliore. E la quinta serie tiene
il livello della precedente per la presenza di una marziana: Giulia Michelini.
La prima puntata della sesta stagione di
Squadra Antimafia mi è parsa di
livello inferiore all’inizio delle due precedenti edizioni. Meno convincente
per alcuni momenti interpretativi che ho
trovato caricaturali. Un po’ da macchietta.
Mi auguro che si sia
trattato solo di qualche momento di deconcentrazione dei registi, capaci nelle
scene d’azione, avvezzi agli zoom e alle dissolvenze ma magari non sempre
attenti a che certi sguardi siano credibili rispetto al testo. Poi ci sta anche
qualche debolezza della sceneggiatura. La scena in carcere dell’incontro tra De
Silva e Veronica Colombo mi è parsa più da fiction della Ares Film che da serie
televisiva Taodue.
Paolo Pierobon è un
signore attore. Il personaggio che interpreta è “carico” di suo. Avrei evitato espressioni
di “ghiaccio”, marmoree, le parole perentorie di
maniera, che dovrebbero dare
la misura del terrore e dell’ambiguità, perché il suo ruolo è già questo.
Meglio una certa ironia e autoironia dimostrata in scene precedenti che davano
il senso di chi fosse De Silva. I secondi di promo della prossima puntata, con
Pierobon accanto al letto di Giulia Michelini-Rosy Abate, m’inquietano. Negli sceneggiatori
e nei registi della sesta stagione e della settima, di cui sono in corso le
riprese, non starà prendendo piede il macchiettismo?
La piega
caricaturale la si vede anche in Fabrizio Nevola che interpreta Ettore Ragno,
il rampante mafioso che vuole dominare il territorio. E’ vero che anche nella
stagione precedente il personaggio di Achille Ferro era un tantinello “forzato”
ma, c’era anche un Dante Mezzanotte interpretato ottimamente da Andrea
Sartoretti a compensare certi lati caricaturali del primo.
Non parliamo poi di
quella scena fatta appositamente per twitter e “mi piace” “non mi piace” di facebook:
quella della “nave scuola” Rachele Ragno, interpretata da Francesca Valtorta, che
si fa il cuginetto.
Anche l’inizio di
questo personaggio è caricaturale. E il rischio è che il “meglio” del genere caricatura
lo vedremo quando si accoppierà (davanti, dietro, sopra e sotto, cosi vuole la
“logica” della fiction pagata da Mediaset) al Calcaterra. Nella prima scena in
cui si sono trovati faccia a faccia Bocci-Calcaterra
e la Valtorta-Ragno, io mi sono
fatta una risata, ma il regista dov’era, a chiedere a
Giulia Michelini di non lasciare la serie?
Particolare non
irrilevante: nelle stagioni precedenti, Marco Bocci ha dato il meglio di sé dal
punto di vista interpretativo (e non solo per le scene di sesso) con la
Michelini. Non so se è perché si sbaciucchiasse con lei nei camerini…Ora non
può certo mettersi a sbaciucchiare la Valtorta: ha appena sposato la Chiatti e
aspetta un bambino..
Togliendo un po’ di
lato caricaturale a Valtorta-Rachele Ragno ne potrebbe trarre giovamento la
recitazione di Bocci, che stava per scoppiare a ridere (cosa che potrebbe aver
fatto durante il ciak) mentre la collega gli faceva capire in che posizione si
troverà in futuro. Ma, tant’è, le scene sono già state girate…staremo a vedere.
Ho trovato invece
credibili, sobri, gli altri interpreti della squadra Duomo. A cominciare da Ana
Caterina Morariu-Lara Colombo e poi Greta Scarano-Francesca Leoni, Giordano De
Plano-Sandro Pietrangeli, Diego Abbrescia-Sciuto.
Una menzione la
merita chi, della produzione, ha scelto l’attore che interpreta il funzionario
dei servizi segreti da cui vanno Calcaterra e la Colombo. Una faccia
appropriata, tipica del funzionario dello Stato deviato.
Però…il dialogo tra questo e il Calcaterra e la
Colombo è un altro momento degno de…l’Onore e il Rispetto (si capisce che
non è un complimento?). Assolutamente improponibile. C’è un vice questore che
ha già capito tutto sul ruolo dei Servizi Segreti e su come De Silva si sia
salvato. E va a casa dei Servizi Segreti per farglielo sapere. E si è mai visto
un funzionario dei Servizi Segreti dire a un vice questore: “sta pensando
a noi?”. Capisco la brevità di certi dialoghi per mantenere un certo ritmo,
ma non si rischia di rappresentare
superficialmente momenti che avrebbero bisogno di una più verosimile
scrittura e di un maggiore spessore senza che questi rallento il pathos.
Ve lo immaginate un
dialogo così in Scandal o in House of Cards? Serie nelle quali il ritmo non
scade grazie anche a una scrittura credibile. Guardare le serie tv americane va
bene, scopiazzarle può essere utile, ma che lo si faccia bene.
E adesso veniamo al
punto dolente: l’assenza di Giulia
Michelini.
Se ha deciso di
lasciare la serie non se ne può fare una colpa a Valsecchi, agli sceneggiatori,
ai registi che, quando tocca il ciak alla Michelini, possano andarsi a prendere
un caffè in Brasile perché è in grado di autogestirsi come solo i grandi attori
sanno fare.
Presumo che dovendo
ridurre la sua partecipazione abbiano deciso di farne un uso parsimonioso.
Nella prima puntata era già prevista parecchia carne al fuoco dovendo
presentare nuovi personaggi, quindi, ci è stata mostrata solo una sfuggente
inquadratura per qualche secondo. La sua presenza dovrebbe essere più
significativa in altre puntate, si tratterà poi di vedere se gli sceneggiatori
troveranno un’uscita di scena credibile e che non lasci l’amaro in bocca.
Certo è che: l’assenza di Giulia Michelini-Rosy Abate
è pesante. E’ come togliere Zingaretti
da Montalbano.
Concludendo…
E’ inevitabile che
con il passare delle stagioni si perda di creatività e si logorino dei buoni
prodotti. E’ successo con Distretto di Polizia. A volte conviene chiudere con
certi personaggi, strizzando l’occhio a certi meccanismi (si tratta sempre di
serie tv italiane, non americane), e riproporre nuove logiche narrative con altri
personaggi, senza eccedere in forzature o sbagliando il momento d’ingresso o
uscita di certe situazioni. Il rischio di decontestualizzare è maggiore man
mano che cresce il numero delle serie.
Anche se il promo m'“inquieta” guarderò la prossima puntata. Spero di non sentire dialoghi
improponibili nelle scene in cui mafia e stato deviato decideranno la strategia
della tensione. L’idea di trattare la “collaborazione” Stato-mafia è una scelta
azzeccata, ma tutto dipende dalla narrazione e rappresentazione di questo
argomento.
E che non sia solo la
presenza scenica di una grande Giulia Michelini-Rosy Abate il motivo per
guardare Squadra Antimafia 6.
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