mercoledì 17 settembre 2014

Marco Travaglio: Grattini d’autore



da: Il Fatto Quotidiano

“Basta sostituire Ambrosiano con Eni, Calvi con Descalzi e Craxi con Renzi. Matteo, ormai hai 39 anni: è tempo che tu sappia di chi sei figlio”

La foto di Maria Elena Boschi che consola il previtiano Donato Bruno, candidato di B. alla Consulta, per l’ennesima trombatura con un dolce grattino alla schiena non è uno scandalo: è un reperto d’epoca, un disvelamento della corrispondenza di amorosi sensi ormai esplosa all’aria aperta, senza più gl’incontri furtivi e clandestini del passato, nel Partito Unico Renzusconi che ha sostituito le vecchie e superate sigle di Pd e Forza Italia. Se n’era già avuta prova l’8 agosto, quando Maria Consolatrice degli Afflitti e Rifugio dei Peccatori festeggiò la schiforma del Senato baciando a uno a uno i berluscones in processione. Si piacciono, si annusano, si strusciano, si palpano, si limonano, presto si sposeranno: al cuore non si comanda.

Ieri, in Parlamento, Renzi ha fatto il grattino all’Ad dell’Eni Claudio De-scalzi da lui nominato e difeso dopo l’indagine sulla maxitangente di 200 milioni di dollari alla Nigeria: “Noi non permettiamo a un avviso di garanzia citofonato sui
giornali o a uno scoop di cambiare la politica industriale della Nazione. Chiamatela svolta per un Paese civile”. Grattino anche a Stefano Bonaccini, indagato per peculato, ergo candidato Pd a governatore dell’Emilia Romagna per rimpiazzare degnamente il condannato Vasco Errani: “L’avviso di garanzia non sia un vulnus della carriera politica”. Oggi la stampa al seguito non mancherà di celebrare la “svolta garantista”. Che naturalmente non esiste. Mai, dalla notte dei tempi, gli avvisi di garanzia hanno rappresentato un vulnus per le carriere politiche, e nemmeno le condanne. Anzi, hanno sempre fatto curriculum. A destra, al centro e a sinistra. Il Pd ha sempre candidato, mandato in Parlamento, al governo, nelle partecipate, nei servizi, nelle forze dell’ordine e nella burocrazia fior di pregiudicati, imputati e inquisiti. Renzi si crede il primo, invece è arrivato ultimo. E denota pure un’ignoranza sesquipedale sui fatti che dovrebbe conoscere: la notizia di Descalzi indagato non è stata “citofonata sui giornali”, semplicemente è contenuta nel provvedimento di sequestro della maxitangente Eni in Svizzera disposto dai giudici di Milano, che il premier farebbe bene a leggersi o a farsi spiegare da uno che ci capisca.

Anche l’idea che le indagini giudiziarie danneggino la politica industriale, oltre a essere una sublime cazzata (è la corruzione che rovina l’economia, non le inchieste sulla corruzione, peraltro condotte in tutte le democrazie del mondo senza che i politici mettano becco), è tutt’altro che nuova. L’ha strombazzata per vent’anni il suo padre putativo Silvio. Il quale peraltro l’aveva mutuata dal suo spirito guida Bettino Craxi, che il 10 luglio 1981, in pieno scandalo P2 e subito dopo l’arresto di Roberto Calvi, presidente e distruttore del Banco Ambrosiano, responsabile del più grave crac della storia d’Europa con decine di migliaia di famiglie sul lastrico e suo finanziatore occulto, scandì alla Camera queste parole: “Non c’è più grande male per un’azione di moralizzazione e di giustizia che la strumentalizzazione volgare, l’uso politico delle carte e delle iniziative giudiziarie e di parte: un fattore di inquinamento, intossicazione e distorsione della vita democratica”. Sulla P2 “si è andati oltre misura con una campagna che ha cominciato a puzzare di maccartismo”. E l’arresto di Calvi “ripropone con forza il problema di un clima inquietante, di lotte di potere condotte in modo intimidatorio contro il quale bisogna agire per ristabilire la normalità dei rapporti tra Stato e cittadini, la fiducia nella giustizia, la correttezza nei rapporti tra potere economico, gruppi editoriali, potere politico.
La crisi della Borsa ha molti responsabili, comprese talune azioni giudiziarie che presentano aspetti scriteriati. Quando i mettono le manette, senza alcun obbligo di legge o senza ricorrere a istituti di cautela che pure la legge prevede, a finanzieri che presentano la metà del listino,è difficile non prevedere incontrollabili reazioni psicologiche”.
Basta sostituire Ambrosiano con Eni, Calvi con Descalzi e Craxi con Renzi. Matteo, ormai hai 39 anni: è tempo che tu sappia di chi sei figlio.

6 commenti:

  1. Se è vero quelo che sostieni, abbiamo un'altro Berlusconi travestito?

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  2. ciao....beh...i capelli di renzi non li disegna un fumettista...non si è fatto regalare le tv da leggi ad personam...non ne ha bisogno, lui in tv ci va senza bisogno di comprarle con aiutini (da craxi)...altre differenze tra Renzi e Silvio non le vedo...

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  3. Io invece non vedo nessuna differenza, solo quella estetica e di età, che alla politica non serve. E sarebbe + giusto, anzi corretto che unissero i partiti in uno solo, senza prenderci in giro con 2 partiti diversi, tanto anche nel pd ci sono quelli che non lo approvano. Si formerà un pd con quelli che contestano Renzi e FI compreso Renzi. Così finalmente B. avrà chi potrà sostituirlo e potrà finalmente riposarsi, tanto avrà chi politicamente saprà difendere i suoi interessi.

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  4. A-RISCOPRIAMO L' ACQUA CALDA.!
    Ma sono decine di anni che è questa la situazione politica italiana; i governi di questo disastrato paese sono assediati dai galoppini, affaristi, burocrati, gente di ogni risma che si attaccano alla giacca degli amministratori di turno per circuirli e coinvolgerli affinché si faccia ciò che pretendono loro (perchè ricattano) e non quello che fu promesso in campagna elettorale.
    Anche le mafie hanno le loro maniglie presso i governi e questo spiega perchè non vengono eliminate; in fin dei conti sono una fonte di "voti".
    Cosa si spera di ottenere da questa mentalità di governare. NULLA!
    Infatti da questa crisi non ne usciamo troppo facilmente proprio perché prima bisogna sfamare quella gentaglia che "LECCA IL CULO AI GOVERNANTI", poi si da il contentino ai morti di fame del popolino.
    Il guaio è che noi (poveri imbecilli) continuiamo ad andare a votare sperando nella democrazia del popolo sovrano. Ma il popolo è sovrano solo per essere INCHIAPPETTATO.
    Quale è la soluzione: propongo di farli scappare con la cacarella addosso, ma tutti tutti insieme altrimenti saremo sempre bastonati come somari.

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    1. x Burlandia 18/9/14 ore 08:36
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