venerdì 5 settembre 2014

L'Amaca di Michele Serra



da: la Repubblica

Intervistato da Concita De Gregorio per questo giornale (clicca qui) , il neosindaco cinquestellato di Livorno dice parecchie cose, alcune interessanti altre meno, ma almeno una non comune in bocca a un politico o un amministratore: “Non costruiamo il nuovo ospedale, facciamo funzionare quello vecchio”. Non so niente di specifico, ovviamente, sulla situazione della sanità a Livorno (né altrove). Ma quel concetto a me pare, specie in un paese come il nostro, rivoluzionario, perché la riparazione, il ripristino, il risanamento, la cura di ciò che già esiste (dalle città d’arte alle periferie degradate) sarebbe una prodigiosa opera di rinascita economica, culturale, progettuale, politica. In un territorio già cementificato in modo forsennato, prima di costruire il nuovo si dovrebbe imparare a “costruire” il vecchio, distruggendo ciò che non è salvabile e onorando ciò che è recuperabile, funzionale, estetico. L’immagine penosissima del terrazzino vacillante nella famigerata “new town” voluta all’Aquila dal palazzinaro Berlusconi (clicca qui) ci dice, tra l’altro, quanto il “nuovo”, in Italia, spesso sia deperibile, risicato, tirchio. Un paese generoso verso se stesso ha rispetto prima di tutto per ciò che è e per ciò che ha. “A buttare giù tutto e a rifarlo nuovo si risparmia”, hanno detto ai nostri padri e nonni geometri e costruttori frettolosi. Il risultato è lo sfascio del territorio. Il suo oggettivo impoverimento. Era meglio spendere qualcosa di più rammendando il vecchio.

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