da: Il Fatto Quotidiano
Violante alla Consulta, è
l’altro patto del Nazareno
Rottamatore e condannato
di spartiscono Corte e CSM. L’ex pm e Massimo Brutti per il Pd, Casellati e La
Russa per Berlusconi
di
Fabrizio D’Esposito
C’è persino il noto ghigno mefistotelico di
Ignazio La Russa nel patto del Nazareno tra il Pregiudicato e lo Spregiudicato
sulla giustizia. La novità riguarda il Csm e rimbalza nel primo giorno di
“scuola” della Camera dopo la pausa estiva. Il grosso dei deputati ancora manca
ma i pochi che arrivano sono concentrati sulla doppia intesa Bierre (copyright
Formica) per i due componenti politici della Consulta e gli otto laici del Consiglio superiore della
magistratura. E l’ex camerata La Russa, già reggente di An e triumviro del Pdl
e oggi nella meloniana Fratelli d’Italia, è uno dei nomi più quotati per il Csm. L’accordo prevede che al centrodestra vadano
due posti (in totale: quattro al Pd, compreso il vicepresidente; uno a Sel; uno
ai centristi) e il ticket berlusconiano è composto da Elisabetta Ca-sellati ,
ex sottosegretario, e da La Russa, appunto.
Ma l’ostacolo maggiore all’operazione potrebbe
essere lo stesso interessato.
Spiega un forzista che segue la trattativa: “La
Russa ha 67 anni e vuole garantirsi una poltrona di spessore per il futuro. Ma
non quella del Csm, che dura solo 4 anni. La sua preferenza è per la Corte
costituzionale, dove il mandato è di nove anni”. Per la Consulta i due
candidati favoriti sono però altri. Il primo sicuro di farcela, dopo altri
tentativi andati a vuoto, è l’ex dalemiano Luciano Violante, in quota Pd. Sul
fronte di B., invece, il giannilettiano Antonio Catricalà avrebbe più
possibilità del previtiano Donato Bruno. Senza dimenticare, va precisato, che
potrebbe ritornare in pista, dopo essere stato bruciato due mesi fa, lo storico
legale dell’ex Cavaliere: Niccolò Ghedini.
LE AMBIZIONI di La Russa hanno un effetto anche sulla guerra scoppiata
per il Csm dentro Forza Italia e che contemplano le speranze di alcuni primi
non eletti alla Camera. Nella rosa azzurra per l’organo di autogoverno dei
magistrati ci sono infatti Antonio Marotta e Carlo Sarro, due deputati campani.
Nel primo caso, l’elezione nel Csm libererebbe il seggio per Amedeo Laboccetta,
rimasto fuori dalla Camera nella circoscrizione Campania 1. Viceversa, se dovesse andare Sarro, già
legato a Nicola Cosentino, a tornare in Parlamento sarebbe Michele Pisacane
(Campania 2). A completare il quadro degli aspiranti c’è poi Francesco Paolo
Sisto, altro deputato forzista, vicinissimo al leader della fronda interna,
Raffaele Fitto. Il patto tra Berlusconi
e Renzi avrebbe trovato una soluzione anche per la questione del
vicepresidente. Al momento il nome su cui è stato chiuso l’accordo è quello di
Massimo Brutti, altro ex dalemiano. Più basse, quindi, le quotazioni di
Giovanni Fiandaca, il giurista negazionista della trattativa Stato-mafia. Sugli
altri nomi del Pd, la sensazione è che Renzi alla fine spariglierà le proposte
arrivate sul suo tavolo e imporrà personalità rimaste coperte. Per esempio,
Giuseppe Fanfani, sindaco di Arezzo e nipote del fu leader democristiano.
Fanfani vanta una credenziale decisiva in questa fase: è amico e compaesano di
Maria Elena Boschi, vestale di governo del renzismo. In ogni caso, in vista
della fatidica data del 10 settembre, i tasselli del mosaico vanno riunendosi
dopo un lungo stallo che ha costretto Napolitano a un ultimatum.
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