da: la Repubblica
Una
“gola profonda” inchioda la Fed
Ex
funzionaria della Banca centrale americana accusa: “La Federal Reserve era
succube di Goldman Sachs” E per dimostrarlo consegna alla radio la
registrazione di ore di riunioni degli ispettori. La donna era stata licenziata
di Federico Rampini
di Federico Rampini
Per la prima volta nella storia c’è una “gola profonda” che viene dalla Federal Reserve. E lancia alla banca centrale americana un’accusa grave: «Succube di Goldman Sachs».
La storia è clamorosa, protagonista una funzionaria licenziata in tronco, Carmen
Segarra. Lavorava alla Federal Reserve di New York, l’ufficio che
all’interno della banca centrale ha i compiti
di vigilanza sugli istituti di credito. La Segarra si rese “colpevole” di un’indagine troppo dura su
Goldman Sachs. Proprio quella severità le è costata il posto di lavoro. Ma
la vendetta della Segarra è implacabile: prima di andarsene ha registrato intere sedute degli
ispettori della Federal Reserve. E ieri mattina quelle registrazioni sono
andate in onda sulla National Public Radio (Npr). Creando un imbarazzo enorme:
è la prima volta che la Fed si trova al centro di un simile scandalo. In
particolare nelle riunioni interne, registrate segretamente dalla Segarra, si
sentono i dirigenti della Fed che definiscono “shadowy”, cioè torbidi,
alcuni comportamenti di Goldman Sachs. Ma poi non hanno il coraggio di
andare fino in fondo. La banca d’affari è troppo potente? Metterla sotto accusa
può avere effetti destabilizzanti sull’intero sistema? O si tratta
semplicemente di un atteggiamento di sudditanza, quello che gli esperti
definiscono “regulatory capture”: il regolatore viene catturato da colui che
dovrebbe disciplinare.La vicenda della Segarra è esemplare di questi conflitti d’interessi che hanno reso tutte le banche centrali cieche o impotenti alla vigilia del grande crac sistemico del 2008. Il fallimento dei controllori fu evidente a New York quando la bancarotta di Lehman portò alla luce frodi su una scala gigantesca. Uno dei colpevoli della mancata vigilanza, Timothy Geithner, sarebbe stato di lì a poco “promosso”: da capo della Fed di New York a ministro del Tesoro della prima Amministrazione Obama...
In un momento di autocritica, incalzato dal
Congresso, il successore di Geithner alla testa della Fed di New York, William
Dudley, decise di aprire un’indagine su quello che non aveva funzionato. Affidò
l’incarico a un esperto esterno, David Beim, docente di finanza alla Columbia
University. Dandogli ampio accesso a tutti i funzionari della Fed. La
conclusione dell’indagine di Beim fu pesante: una requisitoria contro la
«cultura della Fed». Troppo «deferente e
rispettosa» verso quelle banche che avrebbe dovuto controllare e punire.
Timorosa di mettersi in rotta di collisione coi padroni di Wall Street. Insomma
una vigilanza pavida e imbelle aveva contribuito al disastro del 2008. La
conclusione del rapporto di Beim: bisognava iniettare nella Fed forze nuove,
elementi venuti dall’esterno, con un atteggiamento più indipendente e senza
timori reverenziali verso Wall Street.
Nel 2011, anche in seguito al rafforzamento dei poteri di vigilanza (con la legge Dodd-Frank varata dal Congresso), la Fed di New York fa proprio quello che le era stato raccomandato. Assume nuovi ispettori per la vigilanza. Una è Carmen Segarra. Ha un curriculum prestigioso, ha studiato alla Sorbona di Parigi, alla Columbia e Cornell University, infine Harvard. Poliglotta, parla inglese francese spagnolo e italiano. Non è una burocrate, ha anche lavorato nel settore privato: 13 anni fra la Citigroup americana e la Société Générale francese. Conosce gli ingranaggi del sistema “da dentro”. E non ha complessi d’inferiorità. Neppure nei confronti dei suoi capi alla Federal Reserve. I quali all’inizio le fanno fiducia, affidandole il dossier Goldman Sachs. La più potente delle banche d’affari, detta anche La Piovra. Un colosso che oltre alla finanza sa curare i rapporti con i potenti del mondo intero. Nel sistema delle “porte scorrevoli” di Goldman Sachs, dove si alternano incarichi pubblici e privati, la banca ha annoverato tra i suoi capi o alti consulenti un segretario al Tesoro Usa (Robert Rubin) e l’attuale presidente della Bce Mario Draghi. Dopo soli sette mesi di lavoro sul dossier Goldman Sachs, la Segarra viene cacciata. Ma ha portato con sé 46 ore di riunioni registrate in gran segreto, usando un gadget da film di spionaggio, un micro-registratore comprato da Spy Store. Sono le riunioni andate in onda su National Public Radio. Dove i suoi ex capi lamentano le pratiche dubbie e pericolose di Goldman Sachs. Poi insabbiano tutto.
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