da: La Stampa
Nascita
di un capolavoro: La Piovra
di Alessandra
Comazzi
Raccontare l’Italia contemporanea e farlo
in modo cinematografico, dando l’addio alle opere ispirate al modello artistico
teatrale. Questa fu la rivoluzione della «Piovra», questo il suo capolavoro.
Trent’anni fa, 11 marzo 1984: su Raiuno va in onda la prima puntata della prima
serie. Ne sarebbero succedute altre otto, in rapida sequenza fino al 1998. E
poi ancora una piccola appendice nel 2003. Fu un successo enorme per la fiction
italiana, un prodotto venduto in tutto il mondo, con Michele Placido, Vittorio
Mezzogiorno e Raoul Bova che si sono avvicendati nel ruolo dell’eroe, con Remo
Girone a fare sempre il cattivo, il vero filo conduttore della saga. Uno dei
pochi prodotti esportati: dopo, soltanto le avventure del commissario
Montalbano avranno lo stesso fascino sul pubblico straniero. Un successo che fu
aspramente criticato dall’allora democrazia cristiana, e poi da Berlusconi, per
l’immagine negativa dell’Italia che mandavamo fuori dei confini della Patria.
Si parla di mafia, e della lotta praticamente impossibile contro la cupola. I
protagonisti sono uomini eccezionali, quando Michele Placido-commissario
Cattani muore in una
imboscata, crivellato di colpi, l’ascolto raggiunge il
record di 17 milioni di spettatori. Che invece diminuiscono nelle ultime
puntate, retrodatate e ambientate negli anni ’50. Sia per spiegare il nuovo con
il l’antico, sia per interrompere le polemiche che sistematicamente
accompagnavano la trasmissione. Diminuiscono le polemiche, e con le polemiche
l’interesse nei confronti del prodotto. Anche se gli ascolti, persa la
supremazia di genere, si attestavano sui 7, 8 milioni di spettatori, contro i
12, 15 del passato. Cifre comunque da capogiro: le reti nazionali erano sette,
gli interessi del pubblico concentrati, la televisione condivisa. Alla regia si
succedettero Damiano Damiani, Florestano Vancini, Giacomo Battiato e Luigi
Perelli, che ha diretto sei edizioni. Dice: «"La piovra" era l'epopea
italiana di allora, ma era sopratutto un modo di far cinema. Ero stato in
America, avevo studiato i loro serial, ammirato io sforzo produttivo. Ma il mio
modello non era televisivo. Guardavo a Pollack, a Lumet, a Coppola. Mi piaceva
il loro cinema senza pause, fatto di poche parole e molta tensione, costruito
con sguardo attento e dilatato sui sentimenti che precedono i fatti e furia
controllata scattante al momento della grande scena d'azione». Ecco, pur non
nascendo con lui, questo fu, fin da subito, lo spirito del prodotto. Alla
sceneggiatura si succedettero Ennio De Concini, Sandro Petraglia & Stefano
Rulli, Mimmo Rafele & Alessandro Sermoneta. Damiani, il primo regista, è
morto ultranovantenne nel 2013. Al cinema aveva raccontato la mafia con «Perché
si uccide un magistrato», «Confessione di un commissario di polizia al
procuratore della Repubblica», «L’istruttoria è chiusa» e, soprattutto, con «Il
giorno della civetta», protagonisti Franco nero e Claudia Cardinale, dal
romanzo di Sciascia.
L’idea della «Piovra» venne in un paese che
era un calderone di incertezze, pervaso di cultura mafiosa. «In quel contesto,
volevamo dimostrare che magistratura e polizia non erano caste chiuse al
servizio di interessi di parte, come spesso le considerava la pubblica opinione
corriva. La guerra civile strisciante che insanguinò l’Italia dimostrò invece
che sono sempre esistiti magistrati e poliziotti democratici, coraggiosi fino
al sacrificio personale. Questo sottolineammo con la “Piovra”. In un’epoca in
cui il grande successo cinematografico era tutto per le commedia di pura
evasione, lo sceneggiato fu anche la prova di un investimento lungimirante.
Sicuramente la tv realizzò in quegli anni opere avanzate e significative».
Parlava dei suoi attori, Damiani, dei giovani Michele Placido e Barbara De
Rossi, a loro modo rivoluzionari anch’essi: «I volti noti del cinema italiano
esprimono, nella stragrande maggioranza, una cultura dialettale, legata a una
mentalità qualunquistico-servile; è molto difficile trovare attori lontani da
questo cliché, come furono De Rossi-Placido. Più facilmente si affermavano i
“barzellettari”, quelli che incarnavano la figura del cameriere astuto,
dell'Arlecchino servitore di due padroni».
Quella prima «Piovra» durava sei ore. Si
raccontava la storia «di un agente di polizia che porta avanti le inchieste
consapevole di muoversi in una palude ambigua, dove è difficile distinguere gli
amici dai criminali». In questo smarrimento il protagonista è portato a
confondere i sentimenti personali con il suo lavoro di tutore della legge; e,
proprio attraverso il ricatto sul sentimenti personali, l'organizzazione
criminale finirà per distruggerlo. Ma l’anima vive ancor. E pure
l’audience.
Ciao,messaggio alla cieca dal cellulare. Scusa se combino qualche pasticcino, ma non mi prende commenti sul pc, come mai? Una e-mail ti mandai!
RispondiEliminaCome stai? Puoi cancellare questo messaggio in bottiglia, ti capirò. Mab a Velvet Paw.
MAB!!!!!!!!!!!!!!!!!............ciao!....come stai?...è un piacere "vederti"....
RispondiEliminaho un arretrato da mail (nonchè da altro...sonno incluso!)....
non capisco perchè non dovrebbe prenderti i messaggi dal p.c...io ti sto scrivendo da questo....tra l'altro ho lasciato i commenti anonimi, l'unica cosa è che chiede (ma anche a chi commenta dopo esseri registrato) di inserire (come fanno quasi tutti i siti) i caratteri che appaiono in un riquadro....ma la stessa cosa te l'avrà chiesta quando hai scritto da cellulare....
potrebbe esserci un'anomalia...a me è successo qualche volta in un sito....
vado a leggere la tua mail....ovviamente...non cancellerò questo messaggio!...
Mab...provo a inserire un commento senza registrarmi...mi chiede di selezionare un profilo...seleziono anonimo...se entra il commento significa che sei ancora sotto l'effetto di...Uomini e donne e la signora Fascino!!!!!!!!!!!
RispondiEliminacome volevasi dimostrare!....commento pubblicato!:.....pulisci la cache del p.c (magari usando il programma CCleaner)....ricollegati e inserisci il commento!
RispondiEliminaciao!!!
Niente. E dal cellulare non ce la posso fare. Sono anomala.
RispondiEliminaMAB...non arrenderti!
RispondiEliminanon capisco...da registrata, scrivo e poi clicco sotto nel rettangolo "pubblica" e il commento entra....se invece entro nei commenti senza essermi registrata, quando clicco su pubblica mi chiede di selezionare il profilo (rettangolo accanto alla dicitura "commenta come"...clicco e seleziono "anonimo" dopo di che clicco pubblica e a quel punto appare il riquadro con scritto “dimostra di non essere un robot”….scrivo le lettere e/o i numeri che appaiono (a volte difficili da decifrare) e poi clicco pubblica e se non ho sbagliato a inserire i caratteri, il commento viene pubblicato.
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