Certo che Will doveva
proprio essere un personaggio “secondario”. Unica protagonista indiscussa della
serie la nostra ‘the good wife’: Alicia. Con una sceneggiatura che non
prevedeva “cedimenti” ad uno sviluppo – credibile – di un rapporto relazionale
tra i due.
Sì, Will doveva proprio essere un
personaggio secondario. O no?...
Josh Charles - Will, nelle cinque stagioni di 'The Good Wife' |
Ecco che ti scopro che nel ventesimo
episodio della stagione, che la CBS trasmetterà il 4 maggio, arriva un
personaggio cosiddetto ricorrente, cioè che dovremmo vedere anche in altri
episodi della prossima stagione. Si tratta di quell’intrigante maschietto
(sangue cubano non mente) di Nestor Carbonell (Susan, Lost).
Decisamente più attraente di Chris Noth, che vicino a Julianna Margulies pare lo zio anzianotto, il fratello grande di papà da cui lo divide una differenza di quindici anni almeno.
Decisamente più attraente di Chris Noth, che vicino a Julianna Margulies pare lo zio anzianotto, il fratello grande di papà da cui lo divide una differenza di quindici anni almeno.
Oddio…può essere che in The Good Wife ci
possa essere presentato come gay. Giusto per non dare adito ad eventuali
sviluppi relazionali tra lui e la ‘the good wife’ Alicia. Giusto per non dare
segni di “pentimento” nella sceneggiatura che
tira dritta in interessanti e qualitativi racconti legali senza che nessuno dei protagonisti riesca ad avere uno straccetto di vita privata degna di nota.
tira dritta in interessanti e qualitativi racconti legali senza che nessuno dei protagonisti riesca ad avere uno straccetto di vita privata degna di nota.
Quelle storie che i King non hanno saputo
raccontare: di Alicia e Will o dell’uno con un’altra, o dell’una con un altro.
Che poi raccontino che erano interessati ad altre dinamiche o che la colonna
vertebrale di questa serie è il legal drama è…in parte vero..in parte una
cazzata.
Pare che l’arrivo di Carbonell non lasci
indifferente la nostra good wife. Bene…
Seguo questo legal drama da cinque stagioni
e non perché fossi fan del team Alicia-Will, ma perché amo il genere legale e
‘The Good Wife’ ha soddisfatto più volte le mie attese per l’attualità dei casi
mostrati, per le zampate di classe dei King e la loro “crudeltà” nel farsi beffe delle attese
di alcuni spettatori.
Pertanto, non voglio scoprire pruriti
sessuali e/o emotivi di qualsiasi natura tra il personaggio di Nestor Carbonell
e Alicia Florrick. Contrariamente, vado di forum in forum americano e sfanculo i
King. In inglese, in italiano e in milanese. Prima scrivo a Google, affinchè
aggiunga il milanese nel traduttore del sito così che i King possano
acculturarsi nella mia lingua indigena.
Avvertimento per i King: se – contrariamente alla loro volontà e al loro estro - il personaggio Will interpretato da Josh Charles, aveva un’importanza maggiore di quanto loro si fossero prefissati e la sua dipartita richiede di mettere in campo una corazzata, facciano, ma senza “contraddirsi”. Non gli sarà perdonato. Non dai seguaci acuti della serie italiana. Sull’acume dei fans americani non mi gioco un dollaro. Anzi: un cent.
P.S: ho letto alcuni commenti sulla serie dopo l’uscita di Will. Convidido l’osservazione di chi sostiene che il personaggio di Will avesse perso spessore. Ma, in questo senso: nella sceneggiatura dei King il personaggio aveva perso fisionomia, ma non nella testa e negli occhi di molti spettatori, americani, non solo italiani. Questo è il limite – non piccolo – dei King. Non aver puntato su un personaggio che si poi rilevato più amato ed essenziale del previsto. Un personaggio, quello di Will, che solo a tratti hanno saputo trattare, soprattutto quando sembravano indirizzanti nel voler raccontare il suo maturare come uomo. Ma che hanno rapidamente abbandonato.
Avvertimento per i King: se – contrariamente alla loro volontà e al loro estro - il personaggio Will interpretato da Josh Charles, aveva un’importanza maggiore di quanto loro si fossero prefissati e la sua dipartita richiede di mettere in campo una corazzata, facciano, ma senza “contraddirsi”. Non gli sarà perdonato. Non dai seguaci acuti della serie italiana. Sull’acume dei fans americani non mi gioco un dollaro. Anzi: un cent.
P.S: ho letto alcuni commenti sulla serie dopo l’uscita di Will. Convidido l’osservazione di chi sostiene che il personaggio di Will avesse perso spessore. Ma, in questo senso: nella sceneggiatura dei King il personaggio aveva perso fisionomia, ma non nella testa e negli occhi di molti spettatori, americani, non solo italiani. Questo è il limite – non piccolo – dei King. Non aver puntato su un personaggio che si poi rilevato più amato ed essenziale del previsto. Un personaggio, quello di Will, che solo a tratti hanno saputo trattare, soprattutto quando sembravano indirizzanti nel voler raccontare il suo maturare come uomo. Ma che hanno rapidamente abbandonato.
Non ci sono geni tra gli sceneggiatori. I
King non fanno eccezione. Hanno dimostrato originalità e capacità di scrittura
con momenti graffianti e di classe, nonché d’ironia, caratteristica non comune. Ma sono come quei calciatori estrosi che
fanno crollare lo stadio con azioni spettacolari e sorprendenti, ma quando ti
aspetti da loro il colpo vincente, quello che porta al risultato, sbagliano le
occasioni facili. E lo stadio crolla. Sì..ma di fischi.
Il personaggio di Will era fondamentale per
molti seguaci della serie, non lo era per i King. Come già scritto in
precedenza: Josh Charles li ha tolti dall’impaccio. E adesso vediamo se
proseguiranno senza contraddizioni o se faranno qualche “contaminazione” con meccanismi
che non hanno saputo trattare. Del resto, The Good Wife si avvia alla sesta
stagione. Si può anche pensare che sia ora di chiudere. Con o senza
“contaminazioni” di dinamiche private. Certo che….sarebbe banale se ci fosse un
accanimento nei confronti di “zio” Peter…
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