In una lettera al Corriere della Sera, il deputato del Movimento Cinque Stelle e vicepresidente della Camera Luigi Di Maio sostiene che il bicameralismo
perfetto rappresenta "un virtuoso meccanismo tramite il quale il
Parlamento è in grado di ponderare adeguatamente
le scelte complesse e delicate che
si trova ogni giorno ad affrontare".
Amen.
Di Maio ha fatto il liceo classico. Si
nota. Belle parole, che non significano nulla di concreto.
Una o due camere non fa differenza. Ciò che
fa la differenza sono due aspetti fondamentali:
1. Che il Parlamento sia di eletti e non nominati. Ovviamente, che gli eletti non siano
il prodotto di associazioni criminali o clientelari.
2. Che gli eletti di cui al punto 1 siano
onesti e capaci. L'onestà è il requisito base ma la capacità vale tanto quanto.
Il ruolo di parlamentare non è cosa per tutti. Se anche onesto, il politico
incapace è un costo per la collettività perché la sua incapacità provoca
inefficienza e inefficacia.
E’ la realizzazione dei punti 1 e 2 che
consente al Parlamento di discutere,
modificare, approvare, ‘ponderando
le scelte complesse e delicate che
ogni giorno si trova ad affrontare per
svolgere il compito assegnato dalla Costituzione Italiana e dai cittadini.
Di Maio – che rappresenta il meglio del gruppo
Cinque Stelle – farebbe bene a concentrarsi sulle modifiche da apportare
all’iter parlamentare, al fine di consentire lo svolgimento dell’esercizio
democratico secondo quanto normato dalla Costituzione Italiana. Che non prevede
che il Parlamento sia un luogo di lavativi e inetti che non portano a
compimento nessun atto legislativo per la gestione del mandato assegnato.
Se l’onorevole Di Maio ha già queste bozze
migliorative della funzionalità del Parlamento e del ripristino delle prerogative
del potere legislativo, “ammazzato” dall’uso continuo e indiscriminato della
fiducia da parte del potere esecutivo, cioè del governo, ce lo faccia sapere.
Perché non trovo traccia nei principali organi di “informazione” di notizie in
tal senso.
Non sono una lettrice del blog di Grillo né
frequentatrice dalla sua “chat” (i commenti ai post). Se le notizie dovessero
stare lì, Di Maio ci facesse il favore di diffonderle o chiederne la diffusione
anche al di fuori del blog del suo guru.
Nessun commento:
Posta un commento