venerdì 18 aprile 2014

Gabriel Garcia Marquez: Cent’anni di solitudine / 4



(..) La legge marziale dava facoltà all’esercito di assumere funzioni di arbitro nella controversia, ma non fu fatto nessun tentativo di conciliazione. (..) Verso le dodici, in attesa di un treno che non arrivava, più di tremila persone, tra lavoratori e bambini, traboccavano nello spazio scoperto davanti alla stazione e si ammassavano nelle strade adiacenti che l’esercito chiuse con file di mitragliatrici. (..) Di fianco a Josè Arcadio Secondo c’era una donna scalza, molto grassa, con due bambini di quattro e sette anni circa. Prese in braccio il minore, e chiese a Josè Arcadio Secondo, senza conoscerlo, di alzare l’altro perchè potesse sentire meglio quello che avrebbero detto. Secondi prese il bambino sulle spalle. Molti anni dopo, quel bambino che avrebbe continuato a raccontare, anche se nessuno gli credeva, di aver visto il tenente leggere dentro una tromba da grammofono il Decreto Numero 4 del Capo Civile e Militare della provincia..e in tre articoli di ottanta parole dichiarava gli scioperanti un branco di malfattori e dava facoltà all’esercito di ucciderli a fucilate.
(..) «Signore e signorie» disse il capitano con voce bassa, lenta, un pò stanca, «concedo cinque minuti perchè tutti si ritirino» ..... «Sono passati cinque minuti» disse il capitano con lo stesso tono. «Un minuto ancora e poi darò fuoco» Josè Arcadio Secondo, sudando ghiaccio, fece scendere il bambino dalle spalle e lo consegnò a sua madre. «Questi cornuti sono capaci si sparare» mormorò la donna.

(..) Josè Arcadio Secondo si alzò sulla punta dei piedi al di sopra delle teste che aveva davanti a lui, per la prima volta in vita sua alzò la voce. «Cornuti! » gridò. «Vi regaliamo il minuto che manca.»
(..) Quando Josè Arcadio Secondo si svegliò era disteso supino nel buio. Si accorse che stava viaggiando su un treno interminabile e silenzioso, e che aveva i capelli appiccicati dal sangue secco e gli dolevano tutte le ossa. (..) Dovevano essere trascorse parecchie ore dal massacro perchè i cadaveri avevano la temperatura del gesso in autunno, e la sua stessa consistenza di schiuma pietrificata, e coloro che li avevano messi nel vagone avevano avuto il tempo di stivarli nell’ordine e nel senso con cui si trasportano i caschi di banane.
(..) Non pioveva da circa tre mesi ed era tempo di secca. Ma quando il signor Brown annunciò la sua decisione scrosciò in tutta la zona bananiera l’acquazzone torrenziale che aveva colto Josè Arcadio Secondo sulla strada per Macondo. Una settimana dopo pioveva ancora. La versione ufficiale, mille volte ripetuta e ribattua in tutto il paese con quanti mezzi di divulgazione fossero alla portata del governo, finì per imporsi: i lavoratori soddisfatti erano tornati alle loro famiglie, e la compagnia bananiera avrebbe sospeso le sue attività finchè fosse durata la pioggia. La legge marziale continuava, in previsione che fosse necessario applicare misure di emergenza a causa della calamità pubblica dell’acquazzione interminabile, ma la truppa era accasermata. (..)«A Macondo non è successo nulla, nè sta succedendo, nè succederà mai nulla. Questo è un villaggio felice. » Così consumarono lo sterminio dei capi sindacali.

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