Andrea
Scrosati: ''Con Gomorra la Serie fiction italiana al pari di quella USA''
'Gomorra'
di Roberto Saviano, un caso letterario da oltre 10 milioni di
copie vendute in tutto il mondo, che il film di Matteo Garrone ha messo in
scena con straordinaria intensita', diventa ora, grazie ad un'idea dello stesso
scrittore-giornalista, un kolossal
televisivo in 12 episodi da un'ora (il debutto
il 6 maggio su Sky Atlantic e in
simulcast su Sky Cinema 1 HD) realizzato da Sky con due tra le maggiori
società italiane di produzione televisiva e cinematografica, Cattleya e Fandango, in collaborazione
con La7 e in associazione con Beta Film.
«Una serie
-sottolinea il vicepresidente di Sky Italia, Andrea Scrosati- che non ha nulla
da invidiare alla grande produzioni di fiction statunitensi (con un budget che
supera i 15 milioni di euro) e che infatti è stata già venduta (sulla base dello script, cosa
praticamente inedita per un prodotto italiano) dal distributore internazionale
Beta Film in oltre 40 paesi» tra cui gli Stati Uniti.
Al centro della
serie, ambientata tra Scampia e altre zone dell'hinterland
napoletano, la
guerra spietata tra due clan camorristici: quello guidato da Pietro Savastano e
quello dell'emergente Salvatore Conte, raccontata con scene d'azione degne di
Hollywood.
«Una serie di enorme
innovazione - spiega Riccardo Tozzi di Cattleya, che aveva già prodotto un
altro successo internazionale con la serie di 'Romanzo Criminale' - che mescola
un grandissimo passo in avanti sul linguaggio di genere (tra action e gangster
movie) della fiction televisiva mescolandoci peò il recupero della tradizione
neorealista, perchè nei 12 episodi vedrete davvero la realtà del 'sistema'
camorristico in tutta la sua crudezza».
A chi chiede se
l'efficacia del racconto non rischia di
creare nei giovani telespettatori
un effetto emulativo, risponde
subito Roberto Saviano che in
proposito ha registrato un videomessaggio per la presentazione della serie, a
cui non ha potuto partecipare:
«Credo
che guardare Gomorra e poi emulare le gesta dei personaggi sia profondamente
improbabile. Guardare alle serie televisive come ad un 'ufficio stampa del
male' è uno sguardo un po’ superficiale. L'elemento di prudenza è semplicemente
nel descrivere con rigore quella realtà'. Non nel togliere cose, perchè
altrimenti un ragazzo potrebbe imitare quel gesto. Questo è l'unico modo per
evitare maschere epiche, esaltazioni. Quelle avvengono quando i personaggi non
riesci a descriverli e hai bisogno di 'doparlì, renderli carismatici, affascinanti. Il carisma e il fascino ci
sono, perché sono uomini di potere, ma sono descritti dai loro gesti. La realtà
non la voglio spiegare, non voglio dire cosa è giusto e cosa è sbagliato. E’ ovvio
che poi ne emerge un giudizio. Ho la sensazione che non si possano amare questi
personaggi, perché sono raccontati così come sono, quindi con tutto l'apporto
violento delle loro contraddizioni. Non sono uomini visti semplicemente nel
loro momento trionfante o quando vengono ammazzati - perche' in genere il
cinema tende a vedere solo questi due momenti - ma sono visti nella miseria
quotidiana, nell'inferno delle loro vite», conclude Saviano.
«Il punto di vista
del racconto non poteva che essere interno all'organizzazione criminale, il
Sistema del narcotraffico sarebbe stato svelato dai suoi stessi affiliati, dai
suoi stessi meccanismi di funzionamento», aggiunge il regista Stefano Sollima, che ha già diretto la serie cult 'Romanzo Criminale' e che cura anche la
supervisione artistica.
«L'approccio etico
al racconto, però -sottolinea Sollima- è stato estremamente rigoroso e deciso.
Se i meccanismi di narrazione appassioneranno lo spettatore e lo inchioderanno,
la verità sottostante gli consentirà di
mantenere una visione non contaminata. Nessuno vedrà nei personaggi della serie
altro da quello che sono. Nessuna identificazione e meno che mai emulazione.
Semmai conoscenza e consapevolezza».
Ma dietro la
macchina da presa, oltre a Sollima, ci sono anche altri due registi: Francesca
Comencini e Claudio Cupellini.
«Abbiamo scelto di
raccontare le tre diverse fasi del grande arco narrativo della serie - chiarisce
Stefano Sollima - attraverso tre punti di vista diversi, quello del vecchio
boss Pietro, negli episodi diretti da me, quello della moglie Imma che si trova
a diventare reggente del clan, negli episodi diretti dalla Comenicini, e quello
del figlio Genny che succederà a Pietro alla guida del clan, negli episodi
diretti da Cupellini».
La scrittura è stata
affidata a Stefano Bises (che ha curato anche il coordinamento editoriale), Leonardo
Fasoli, Ludovica Rampoldi e Giovanni Bianconi, a cui si sono aggiunti in fase
di sceneggiatura Filippo Gravino e Maddalena Ravagli. Mentre Saviano, oltre a
firmare l'idea del soggetto della serie è stato consulente degli sceneggiatori,
soprattutto per rendere il comportamento dei singoli affiliati al clan il più possibile
vicino alla realtà. Il cast è tutto composto da attori legati al territorio (e
la lingua che i telespettatori ascolteranno e' il napoletano, tanto che Sky
offrira' anche in Italia la sottotitolazione), con esordienti che si mischiano
ad attori professionisti: Marco D'Amore,Fortunato Cerlino, Maria Pia Calzone,
Salvatore Esposito, Marco Palvetti, Domenico Balsamo e tanti altri.
Intanto, alla vigilia della messa in onda, lunedì 5 maggio su Sky Cinema Cult Hd, saranno riproposti i cinque corti del Laboratorio Mina (creato dalle associazioni di Scampia che ogni giorno si oppongono al 'sistema' della camorra) su storie dure legate al territorio, realizzati da 25 ragazzi tra i 18 e i 26 anni (gia' andati in onda ed ora visibili sul sito di Sky). Saranno inoltre trasmessi due film su tematiche simili, «La'-Bas-Educazione criminale», esordio alla regia di Guido Lombardi, e «L'intervallo», di Leonardo Di Costanzo.
Intanto, alla vigilia della messa in onda, lunedì 5 maggio su Sky Cinema Cult Hd, saranno riproposti i cinque corti del Laboratorio Mina (creato dalle associazioni di Scampia che ogni giorno si oppongono al 'sistema' della camorra) su storie dure legate al territorio, realizzati da 25 ragazzi tra i 18 e i 26 anni (gia' andati in onda ed ora visibili sul sito di Sky). Saranno inoltre trasmessi due film su tematiche simili, «La'-Bas-Educazione criminale», esordio alla regia di Guido Lombardi, e «L'intervallo», di Leonardo Di Costanzo.
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