da: Il Fatto Quotidiano
Poltrone di Stato, ecco le
donne nominate da Renzi: da Todini a Marcegaglia
Cambi al vertice per le
controllate di Stato. Il presidente del Consiglio sceglie nomi femminili come
presidenti di Eni, Poste e Enel. Ma gli amministratori delegati restano uomini
Cambi
al vertice per le controllate dallo Stato. Il presidente del Consiglio Matteo
Renzi sceglie i suoi nomi e cambia sette manager su otto, destina tre donne
alla presidenza e dice addio ai vecchi amministratori delegati dopo una decina
d’anni di servizio. Ecco chi sono nel dettaglio i volti “nuovi”: da Emma
Marcegaglia a Luisa Todini fino a Mauro Moretti.
ENI
Presidente: Emma
Marcegaglia
Il
futuro nuovo presidente dell’Eni è da quasi vent’anni che si occupa di
rappresentanza: nel 1996 è stata presidente dei giovani della Confindustria,
associazione che poi ha guidato dal 2008 al 2012, oscillando da un appoggio
entusiastico al governo Berlusconi a una opposizione dura nell’ultima fase del
mandato. Finita quell’esperienza è passata a guidare la Confindustria europea,
BusinessEurope. Suo fratello, Ad dell’azienda di famiglia, ha patteggiato una
condanna per aver pagato una mazzetta a un’azienda del gruppo Eni. Cioè proprio
della società che ora la Marcegaglia andrà a guidare.
Amministratore delegato:
Claudio Descalzi
È
il nome della continuità: il nuovo amministratore delegato dell’Eni finora era
direttore generale a capo della divisione più importante del gruppo,
Exploration&Production, quella che si occupa di trovare nuovi giacimenti e
di sfruttarli. Proprio nel campo della produzione l’azienda ha però fallito
quello che era l’obiettivo di inizio mandato di Paolo Scaroni nel 2005:
raggiungere i 2 milioni di barili al giorno prodotti, quota che avrebbe
permesso al gruppo di restare tra i grandi (oggi siamo attorno a 1,6). Descalzi
è in Eni da sempre, esperto delle delicate operazioni in Africa (ha anche
spostato una congolese), ha 59 anni e fin dall’inizio è stato il favorito per
la successione a Scaroni.
ENEL
Presidente: Patrizia
Grieco
Il
suo nome girava da alcuni giorni come una delle donne sicure della nomina. La
Grieco arriva all’Enel con una competenza maturata in campi molto diversi,
soprattutto nell’informatica e nelle telecomunicazioni, non è certo un’esperta
di energia. Dallo scorso anno è presidente esecutivo della Olivetti, di cui è
stata anche Ad, in passato ha ricoperto incarichi di vertice anche in Italtel e
Siemens. È nel consiglio di amministrazione di Fiat Industrial, la parte del
Lingotto che produce macchine agricole e veicoli commerciali. Milanese, 61
anni, è laureata in Legge.
Amministratore delegato:
Francesco Starace
Come
all’Eni, anche all’Enel prevale la soluzione interna: via Fulvio Conti,
promosso l’amministratore delegato di una delle controllate che in questi anni
sono andate meglio, Enel Green Power (che si è anche quotata in Borsa nel
2010), che si occupa del ramo rinnovabili del gruppo. Classe 1955, è un
ingegnere nucleare con molte esperienze all’estero, anche in General Electric.
È in Enel dal 2000 e Enel Green Power è praticamente una sua creatura. La sua
nomina è di continuità, è sempre stato il favorito. Anche se le sfide che dovrà
affrontare saranno soprattutto dal lato della finanza: ridurre il debito che è
la principale zavorra dell’azienda.
FINMECCANICA
Presidente: Gianni De
Gennaro
L’ex
capo della Polizia ed ex responsabile dei servizi segreti (di cui si è occupato
anche come sottosegretario nel governo Monti), resta alla guida di
Finmeccanica. Sessantasei anni, è arrivato alla testa del gruppo nel luglio
2013, dopo che l’azienda della difesa era stata decapitata dalle inchieste
giudiziarie su fondi neri e tangenti (con l’arresto di Giuseppe Orsi). De
Gennaro non è mai stato uno dei manager preferiti di Renzi, che lo avrebbe
volentieri sostituito. A decidere la riconferma sono stati i buoni rapporti con
gli americani – che De Gennaro coltiva dai tempi della polizia – e l’appoggio
del Quirinale.
Amministratore delegato: Mauro
Moretti
Appena
un anno fa era stato confermato per un nuovo triennio alla guida delle Ferrovie
dello Stato, l’azienda in cui ha lavorato tutta la carriera (facendo per un
breve periodo anche il sindacalista). Oggi Mauro Moretti si prepara a traslocare
alla Finmeccanica, azienda che si sta concentrando sempre più sul ramo
armamenti mentre ha avviato la dismissioni di alcuni pezzi importanti del
civile, tra cui i trasporti. Nelle scorse settimane Moretti ha contestato i
tetti agli stipendi dei manager pubblici, sarà interessante capire se ora è più
bendisposto a rispettarli. È sotto processo per la strage alla stazione di
Viareggio nel 2009.
POSTE ITALIANE
Presidente : Luisa Todini
Dopo
una prematura esperienza al Parlamento europeo con Forza Italia, era il 1994 e
aveva 28 anni, Luisa Todini, proveniente da una famiglia di costruttori ha
continuato l’attività imprenditoriale. Oltre alle quote nelle aziende di
famiglia, nel 2010 (e per 2 anni) è stata presidente della Federazione
industria europea delle costruzioni e poi vicepresidente dell’Istituto per la
Promozione Industriale e consigliere d’amministrazione dell’Università Luiss.
Il 5 luglio 2012 è stata nominata consigliere d’amministrazione Rai in quota
Pdl, ma in viale Mazzini s’è comportata da indipendente coltivando buoni
rapporti coi vertici aziendali. Il Pdl voleva candidarla alla presidenza della
Regione Lazio.
Amministratore delegato:
Francesco Caio
Caio
è un esperto di telecomunicazioni, è stato tra i pionieri della telefonia
mobile in Italia con Omnitel, poi ha guidato la Olivetti, la Merloni e la Cable
& Wireless, una azienda inglese. Al momento è amministratore delegato di
Avio, controllata di General Electric. Negli ultimi anni si è occupato molto di
come promuovere la banda larga in Italia ed è stato commissario per l’Agenda
digitale, nominato dal governo Letta. La sua nuova carica ha quindi una
coerenza con il curriculum: le Poste sono uno snodo importante per accelerare
il passaggio della burocrazia pubblica e privata al digitale.
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