da: Il Fatto Quotidiano
Voto
di scambio “annacquato” alla Camera: rinviata riforma 416ter, insorge M5S
Pene
dimezzate e non punibilità per il politico che si mette "a
disposizione" delle cosche. A Montecitorio il Pd fa proprie le richieste
di Forza Italia e modifica il testo uscito dal Senato. Che ora dovrà tornare a
Palazzo Madama. I grillini: "Renzi e Verdini hanno ammazzato il 416
ter"
Pene ridotte e non punibilità per la
semplice “messa a disposizione” del politico nei confronti del mafioso, prima
di ottenerne i voti. E’ un nuovo colpo al tormentato iter della riforma del
reato di voto di scambio, l’articolo 416 ter del codice penale. La Camera ha
approvato un emendamento della maggioranza e il testo, che senza modifiche
sarebbe diventato legge, dovrà tornare al Senato per la quarta lettura. Alla
fine l’Aula di Montecitorio ha approvato con 310 sì e 61 no.
La modifica è intervenuta nel Comitato dei
nove della Camera, il passaggio che precede la discussione in aula, iniziata a
metà pomeriggio. “Un politico può essere a disposizione della mafia: non è
reato. Renzi e Verdini (che si sono incontrati in mattinata,
ndr) hanno ammazzato il 416 ter”, affermano i membri
delle
commissioni Giustizia e Antimafia del Movimento Cinque Stelle di Camera e
Senato. “Dopo una lunga e dura battaglia il governo delle larghe intese sulla
mafia, previo incontro tra capi, ha deciso che lo scambio politico mafioso non
deve essere punito. Questo è tutto il punto e non ci resta che appellarci ai
cittadini e lanciare il grido d’allarme su quanto sta succedendo”.
Il progetto iniziale – sostenuto da 450mila
firme – era quello dell’associazione Libera che chiede di fare presto e di
smettere con i rinvii ma esprime “perplessità” in particolare per la “prevista
riduzione delle pene”. Soddisfatto il procuratore nazionale antimafia
Franco Roberti. Dopo le correzioni della Camera al testo del 416-ter sul voto
di scambio, dice all’Ansa, “abbiamo una norma perfetta e veramente utile a
contrastare lo scambio tra politica e mafia”. Roberti spiega che il testo del
Senato, ora corretto dalla Camera, presentava una norma “estensiva che è stata
criticata da molti magistrati e giuristi”. Limiti che “sono stati riassunti nel
concetto di ‘difetto di tipizzazionè, la norma cioè era troppo estesa e ampia e
poteva non essere norma di garanzia per i cittadini proprio per tale ampiezza.
Ora la correzione apportata ci restituisce una norma perfetta e veramente utile
a contrastare lo scambio tra politica e mafia”. Il testo “rappresenta il
risultato di un importante sforzo congiunto fatto dal governo e dalle
principali forze parlamentari” afferma il sottosegretario alla Giustizia Cosimo
Ferri. La soddisfazione per il nuovo strumento normativo è trasversale. “Una
riforma attesa 21 anni” dice Pina Picierno (Pd). “Sono state accolte le nostre
richieste” plaudono Renato Brunetta, Gianfranco Chiarelli, Carlo Sarro e
Francesco Paolo Sisto (Forza Italia). “La norma voluta da Giovanni
Falcone, che per ventidue anni é stata conservata nei cassetti del Parlamento,
ha ricevuto il voto favorevole della Camera. Adesso, pretendiamo, così come si
è impegnata la maggioranza, che al Senato la nuova formulazione del 416 ter
passi immediatamente senza alcuna modifica. Ne avremo urgente bisogno nella
campagna elettorale che si apre, come ci insegna la vicenda giudiziaria di
Nicola Cosentino” commenta Claudio Fava (Sel).
LO SCONTRO A MONTECITORIO. E così la
discussione in aula si è fatta tesa. Il Cinque Stelle Riccardo Nuti ha
ricordato di aver segnalato un incontro tra il deputato del Pd
Davide Faraone con Agostino Pizzuto, accusato di essere legato alla mafia.
“Dopo quella mia denuncia in quest’Aula, il collega Faraone ha minacciato nei
miei confronti una querela, ma dopo 100 giorni non è arrivato nulla.
Vergogna!”, ha urlato. Dura la reazione dai banchi del Pd, e il vicepresidente Luigi
Di Maio ha faticato a riportare l’ordine, dopo aver richiamato Nuti. Poco
prima, Andrea Colletti, sempre, M5S aveva detto: “Vorremmo sapere se ieri
nell’incontro tra Napolitano e Berlusconi si è parlato di questa norma e del
416 ter. Sarebbe bello sapere se anche stamattina si è parlato di questa norma,
vista l’accelerazione da Pd e Fi dopo l’incontro Renzi-Verdini-Gianni Letta.
Forse dovremmo cambiare il titolo del ddl e chiamarlo ‘Voto di scambio politico
elettorale tra Renzi, Verdini e Berlusconi’”.
Difende la riforma Walter Verini del Pd:
“La nuova formulazione è tesa a superare le criticità sollevate rispetto al
testo approvato dal Senato, ritenuto troppo vago, e dunque non efficace, da
autorevoli esponenti della magistratura impegnati sul fronte della lotta alla
criminalità organizzata e della corruzione, e tiene conto delle richieste
iniziali della Campagna dei Braccialetti Bianchi. E’ importante una convergenza
ampia su questo testo così come è fondamentale, in vista del prossimo rinnovo
di molti Comuni, che il provvedimento diventi definitivamente legge la prossima
settimana con il voto del Senato, anche attraverso un impegno diretto del
governo”. “Il governo si impegnerà al massimo nel corso dell’esame al Senato
perché questa norma sia definitivamente approvata prima delle elezioni
europee”, ha promesso in aula il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri.
La Camera ha bocciato un sub-emendamento presentato dal Movimento 5 stelle, per
il quale ha votato sì anche la Lega nord, che mirava a ripristinare il testo
del ddl così come uscito da Palazzo Madama.
Il testo uscito dal Senato aveva
provocato la rivolta di Forza Italia e del centrodestra, che
lo giudicava troppo duro e denunciava rischi di un intervento discrezionale per
la magistratura. E così, spiega la deputata M5s Giulia Sarti, alcuni
emendamenti di Forza Italia sono stati fatti propri anche dal Pd e dal relatore
Davide Mattiello, anche lui democratico. Solo i Cinque Stelle hanno votato
contro. Oltre al dimezzamento delle pene, inizialmente previste tra i 7 e i 12
anni e ora ridotte a 4-10, verrebbe così a scomparire dalla nuova normativa la
punibilità per la “messa a disposizione” del politico, anche senza che poi
avvenga davvero l’acquisto di voti. Resta invece in piedi il cuore della
riforma: con la legge attualmente in vigore è punibile soltanto il politico che
li ottiene in cambio di denaro – caso raro – mentre la nuova formulazione
include “altre ultilità”, per esempio la promessa di futuri appalti o
incarichi.
PRIMA E DOPO, I TESTI A CONFRONTO. Ecco,
secondo l’agenzia Public policy, il nuovo testo uscito dal Comitato dei nove e
approdato a Montecitorio, dove ha ricevuto l’ok di centrodestra e
centrosinistra: “Chiunque accetti la promessa di procurare voti mediante le
modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416-bis in cambio dell’erogazione
o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la
reclusione da quattro a dieci anni. La stessa pena si applica a chi promette di
procurare voti con le modalità di cui al primo comma”. Questa, invece, la
formulazione precedente, arrivata dal Senato: “Chiunque accetti la promessa di
procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416-bis
in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque
altra utilità ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o
le esigenze dell’associazione è punito con la stessa pena stabilita nel primo
comma dell’articolo 416-bis (dunque con la reclusione da sette a dodici anni;
ndr). La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con le
modalità di cui al primo comma”. Dunque sparirebbe il principio della
cosiddetta “messa a disposizione”, la parola “qualunque” prima di ogni “altra
ultilità” e si ridurrebbero le pene dai 7 ai 12 anni ai 4 a 10. Ancora fonti
parlamentari fanno sapere che tutto il Pd, eccetto Rosi Bindy, sarebbe
d’accordo.
“I deputati e senatori del M5S non hanno
intenzione di retrocedere di un passo”, si legge ancora nel comunicato dei
parlamentari grillini. “Denunciamo questa trattativa, denunciamo lo svuotamento
del 416 ter. L’Europa si prepari: per il prossimo semestre di presidenza
italiano avranno un padrino a Bruxelles. Ora è chiaro anche cosa si sono detti
il presidente Napolitano e Berlusconi: ieri un caffè, oggi muore il 416
ter”.
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