da: la Repubblica
Il
governo presenta il Def: crescita frena allo 0,8%. Da risparmi e
privatizzazioni 16,5 miliardi
Tagliate
le stime sul Pil presentate dal governo Letta. Renzi: "Spero di essere
smentito". Il deficit diminuisce più lentamente del previsto, ma resta
lontano dal tetto del 3% fissato dai parametri europei
di Giuliano
Balestreri
Il governo taglia le stime di crescita del
Paese e riveda al rialzo il deficit che, tuttavia, resterà abbondantemente
sotto il tetto del 3% del Pil imposto dall'Unione europea: "Il Consiglio
ha approvato il Def, siamo stati seri e rigorosi" ha detto il premier
Matteo Renzi. Il Pil, quindi, crescerà dello 0,8% quest'anno per arrivare al
+1,3% l'anno prossimo, "ma spero di essere smentito" ha aggiunto
Renzi. Nel 2016, poi, l'economica crescerà dell'1,6% e nel 2017 dell'1,8% (le
stime precedenti). Calerà, invece, più lentamente il deficit: il disavanzo sarà
al 2,6% quest'anno per arrivare al 2% l'anno prossimo e all'1,5% nel
2016.Ancora limitato, almento per quest'anno, l'impatto delle riforme che
dovrebbe far aumentare il Pil di 0,3 punti percentuali per poi raggiungere
gradualmente nel 2018 un livello di 2,2 punti percentuali più elevati rispetto
allo scenario di base. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ha però
voluto sottolineare come "la semplificazione della Pubblica
amministrazione sia una precondizione per la crescita" prima di
aggiungere: "Il rispetto dai parametri europei è essenziale per promuovere
un cambiamento".
Disoccupazione.
Sono quindi confermate le indiscrezioni della vigilia che parlavano di una
revisione al ribasso della crescita del Paese,
stimata in precendenza all'1%. D'altra
parte per la Commissione europea l'Italia non crescerà più dello 0,6% a fine
anno. L'attesa, però, si sposta sui provvedimenti che verranno licenziati dal
consiglio dei ministri, nella speranza che da Palazzo Chigi arrivino nuovi
stimoli alla crescita anche perché sul fronte della disoccupazione non arrivano
segnali incoraggianti: il tasso a fine anno dovrebbe scendere al 12,8% dal 13%
di febbraio, ma le regressione sarà lenta. Palazzo Chigi la stima al 12,2% nel
2016, mentre solo pochi giorni fa Renzi aveva fissato l'obiettivo al 10% entro
la fine del 2018.
Tasse
e fisco. Il governo promette il taglio del cuneo fiscale con
una riduzione dell'Irpef per circa 10
miliardi a regime che andranno in busta
paga ai lavoratori dipendenti con redditi lordi inferiori ai 25mila euro,
mentre l'Irap dovrebbe scendere del 10% attravero l'aumento della tassazione
sulle rendite finanziarie. Il governo presentare un decreto legge il prossimo
18 aprile nel quale Renzi garantisce risposta anche per gli incapienti, coloro
che percepiscono meno di 8mila euro l'anno e non possono beneficiare dei tagli
Irpef. Tuttavia, la pressione fiscale aumenterà dal 43,8% dello scorso anno.
Secondo il Det il peso del Fisco salirà al 44% nel 2014 e 2015, per poi
scendere al 43,7% nel 2016 e al 43,5% nel 2017.
Tagli
e privatizzazioni. Uno dei documenti più attesi è quello sui
tagli alla spesa pubblica dal quale si aspettano 4,5 miliardi per finanziare il
taglio del cuneo fiscale e rilanciare i consumi nel Paese, mentre dalla banche
arriverà un miliardo in più grazie alla plusvalenze sulla rivalutazione delle
quote di Bankitalia; un altro miliardo deriverà dall'aumento del gettito
dell'Iva con il pagamento dei debiti da parte della pubblica amministrazione.
L'esecutivo, poi, conta di recuperare nuove risorse grazie alle privatizzazioni
che secondo il Pnr, piano nazionale per le riforme, porteranno nelle casso
dello Stato 40-48 miliardi di euro fino al 2017: i proventi saranno destinati
all'abbattimento del debito. "Le
privatizzazioni di Enav e Poste sono in dirittura d'arrivo" dice Padoan
prima di soffermarsi sul debito che "anziché scendere sale, ma perché
l'Italia contribuisce ai fondi per il salvataggio dell'Eurozona e, soprattutto,
perché la crescita nominale è troppo basse. La zona euro dovrebbe avere un
tasso di inflazione del 2% e una crescita dell'1%. Se fosse così avremmo una
crescita al 3% e nelle attuali condizioni di finanza pubblica italiana, da solo
basterebbe a portare il debito sul sentiero discendente in modo costante".
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