Caro il mio vinile,
t’amero per sempre…
da: la
Repubblica
Record
Store Day, la festa nei negozi: "Incredibile ma vero, i giovani si
riavvicinano"
Dal
nord al sud, sono ancora centinaia i commercianti che resistono, a dispetto
della crisi e dell'avanzata del digitale. Come? Ce lo raccontano i titolari di
Buscemi (Milano), Disco Club (Genova), Elastic Rock (Roma), Centro Musica
(Bari)
di Luigi Bolognini e Flavio Brighenti
Vinile, tu resusciti
un disco morto. O almeno, a questo mira il Record Store Day, che sabato 19
riporterà nei negozi di musica ancora superstiti i 33 giri: titoli nuovi, e
anche qualcuno vecchio, stampati su microsolco per l'occasione. Servirà a
resuscitare un mercato assassinato da Internet e dalla tecnologia in generale?
Ci sperano quelli che sul nuovo che avanza si pongono in direzione ostinata e
contraria, come Mario Buscemi, fondatore (nel 1969) e gestore dell'omonimo
negozio milanese, uno dei pochissimi ancora in attività.
Cosa
può fare un'iniziativa come questa?
"Noi crediamo,
anche più di prima. Certo, il vinile interessa anzitutto i collezionisti, ma
c'è anche qualche ragazzo che si avvicina curioso e che resta conquistato.
Tutto quello che fa interessare all'esistenza di un oggetto chiamato disco può
aiutarci, ridotti come siamo".
La
crisi quindi non si è ancora arrestata?
"Le fornisco
solo una cifra: una decina d'anni fa un disco di successo vendeva 300mila
copie, adesso arriva a 20mila. E no, non si è ancora toccato il fondo. Pensi
che adesso vanno maluccio anche i megastore che uniscono dischi, libri e film,
che sembravano la formula vincente".
Come
riuscite a resistere?
"Beh, un anno
fa abbiamo dovuto traslocare. Di pochi metri, per fortuna: da corso Magenta ci
siamo spostati in via Terraggio, nel locale sotterraneo dove prima tenevamo i
dischi di classica. In sé lo spazio non è drasticamente diminuito, diciamo che
da 150 metri quadrati siamo scesi a 100, ma è chiaro che abbiamo dovuto fare
delle rinunce. Tagliando la classica, anzitutto".
Spending
review a parte?
"Abbiamo
puntato su quello che già prima era la nostra caratteristica: la
specializzazione. Un appassionato sa che se viene da noi può trovare anche il
disco più strano e raro, o che se non c'è glielo facciamo arrivare. Basta che
sia in catalogo in una qualsiasi parte del mondo. E molto aiuta l'e-commerce.
Per fortuna una città come Milano è abbastanza grande da avere un pubblico di
gente che non rinuncia al disco, che sia in cd o in vinile. Anche se è chiaro
che l'età media è sui 50-60 anni, gente che non rinuncia all'oggetto con cui è
cresciuta".
Quindi,
Record Store Day a parte, i vinili li vendete ancora?
"Sì, adesso stiamo
puntando su quelli usati", spiega Mario Buscemi.
A contrastare
l'avanzata dei megastore fisici e digitali restano in campo l'ottimismo della
volontà, la fierezza e la competenza di tanti commercianti appassionati che, da
nord a sud, continuano a combattere per una causa nobile, la sopravvivenza
stessa del disco, asserragliati nei loro negozi come fossero fortini, da
difendere con le unghie e con i denti, insieme a clienti non meno appassionati
di loro. E nella giornata del Record Store Day si ritrovano tutti quanti
idealmente riuniti sotto la stessa bandiera. Ai titolari di Disco Club (Genova)
ed Elastic Rock (Roma), due tra i più agguerriti resistenti, rivolgiamo le
stesse domande.
Il
vostro negozio era e resta in prima linea. Per voi il RSD sarà una giornata
come tutte le altre o avete preparato qualche sorpresa per gli appassionati?
"Partecipiamo
al RSD dalla seconda edizione, quella del 2009", racconta Giancarlo
Balduzzi, Disco Club, "e sempre abbiamo organizzato qualcosa. Quest'anno
ci limitiamo a fare una trasmissione in diretta dal negozio per la webradio di
Arciliguria, Radio Gazzarra, dalle 15.30 alle 17.30, condotta da vecchi e nuovi
clienti".
"Il 19 aprile,
per festeggiare degnamente il Record Store Day, saremo concreti. Praticheremo
il 10% di sconto su tutti i vinili", dice Maurizio Burini, Elastic Rock.
Cosa
può fare un'iniziativa come il Record Store Day?
Balduzzi:
"L'idea di partenza era buona, favorire la musica indipendente e i piccoli
negozi di dischi non aderenti a catene. Ma, come al solito, questa idea è stata
fagogitata da chi ha il potere (soprattutto dei soldi) e così le major, le
catene e addirittura Amazon si sono infilate nell'iniziativa. Così le uscite
esclusive si sono moltiplicate, ora è impossibile stare dietro alle
innumerevoli liste che ci arrivano, anche perché, per fare questo, ci vorrebbe
un investimento esagerato, si ritorna quindi al discorso del potere economico:
chi può permettersi un simile investimento? Non certo i piccoli negozi".
Burini:
"Il Record Store Day può incentivare le vendite: in questa occasione
escono infatti parecchie edizioni limitate di vinili che spingono il collezionista
all'acquisto di LP. Vero è che la discesa in campo delle major e delle grandi
catene di distribuzione ha un po' snaturato l'idea di partenza del RSD, ma è
vero anche che ha ampliato, e di molto, il raggio di offerte, di cui poi
possono beneficiare tutti, venditori e acquirenti".
La
crisi del disco, dal suo osservatorio, può dirsi finalmente arrestata?
Balduzzi:
"Si dice sempre che quando si tocca il fondo si può solo risalire, questo
può valere anche per la crisi del disco. Del resto, prendiamo come esempio la
nostra città: a Genova all'inizio del Duemila potevi trovare 45 negozi di
dischi, ora sono solo otto (di cui quattro aperture postume al 2000). Peggio di
così non può proprio andare".
Burini:
"Probabilmente
quella del vinile è arrestata, mentre quella del cd negli ultimi tempi si è
ancor più acuita"
Come
riuscite a resistere all'imperversare del digitale e alla concorrenza dell'e
commerce, Amazon in testa?
Balduzzi:
"Tenendo in vita i vecchi clienti. Oh, intendo proprio tenere in vita,
perché ormai ho una sfilza di pensionati che continuano a comprare i dischi che
già avevano dagli anni 70 in vinile, poi in cd dagli anni 80, poi in deluxe
edition e ora in cofanetti, magari con pezzi scartati all'epoca, perché
ritenuti scadenti. Devo quindi badare alla loro salute, non per niente mi
circondo di una notevole schiera di medici, tra loro anche qualche psicanalista
(di cui uno infantile, invecchiando spesso si ritorna bambini) e uno
psichiatra".
Burini:
"Riusciamo a resistere soprattutto grazie all'acquisizione di vinili
d'occasione che acquistiamo all'estero, attraverso selezioni mirate, che
mettiamo poi a disposizione dei nostri clienti. E alla vendita di cd,
soprattutto usati, un mercato che tira quando, come nel nostro caso, è
costantemente alimentato dai nostri stessi clienti".
Vendete
cd e LP, sia nuovi che usati. Che mercato hanno, in percentuale? È vero che il
vinile è in continua risalita rispetto al cd?
Balduzzi:
"Se facciamo il confronto con l'alba degli anni Zero, è chiaro che la
percentuale d'aumento dei vinili è esagerata, anche perché si è partiti da un
livello di quasi zero. A livello d'incasso assoluto però si rimane ancora a un
90% dei cd, con progressivo miglioramento dei vinili, anche perché negli ultimi
tempi hanno scoperto il fascino del vinile anche parecchi giovani e, a
sorpresa, tra loro parecchie ragazze, genere quasi sconosciuto in negozio fino
a pochi anni fa".
Burini:
"La nostra percentuale di vendita è indicativamente del 60% per i cd e del
40% per gli LP. Vendiamo più l'usato che il nuovo, diciamo un 60% di usato (sia
per il vinile che per il cd) e un 40% di prodotti nuovi. La nostra esperienza
diretta dice che il vinile è effettivamente in continua risalita: siamo passati
da percentuali di vendita parecchio basse a un 40 % di aumento del fatturato
negli ultimi due anni".
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