da: Adnkronos
Fecondazione
eterologa, decade il divieto. Famiglia Cristiana: 'Follia'
Il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale.
Lo ha deciso la Consulta in merito alla parte della legge 40/2004 sulla
procreazione medicalmente assistita in cui si impedisce di ricorrere alla
donazione di gameti (ovociti o spermatozoi) esterni alla coppia nei casi di
infertilità assoluta. Cade, dunque, l'ultimo 'paletto' imposto dalla discussa
normativa italiana.
"Sulla questione è necessaria una
condivisione più ampia, di tipo parlamentare", ha affermato all'Adnkronos
Salute il ministro della Salute Beatrice Lorenzin annunciando che "alla
luce delle motivazioni della Consulta al più presto comunicheremo la road map
per l'attuazione della sentenza". Per il ministro, "l'introduzione
della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che
difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti". Inoltre,
"ci sono alcuni aspetti estremamente delicati - sottolinea Lorenzin - che
non coinvolgono solamente la procedura medica, ma anche problematiche più
ampie, come ad esempio l'anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla
coppia e il diritto di chi nasce da queste procedure a conoscere le proprie
origini e la rete parentale come fratelli e sorelle".
La Corte - dopo aver affrontato la
questione della conservazione degli embrioni, della diagnosi preimpianto e del
numero di embrioni da impiantare nell'utero materno - era stata chiamata a
giudicare per la seconda volta la legittimità costituzionale di quella che è
stata definita dagli avvocati difensori delle coppie la norma 'simbolo' della
legge 40, cioè il divieto di fecondazione eterologa. Nel maggio 2012 la Corte
costituzionale decise infatti di restituire gli atti ai tribunali rimettenti,
per valutare la questione alla luce della sopravvenuta sentenza della Corte
europea dei diritti dell'uomo sulla stessa tematica. Oggi la nuova decisione, dopo
l'udienza pubblica di ieri mattina sulla questione. "La Corte
costituzionale, nell'odierna Camera di Consiglio - si legge in una nota della
Consulta - ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli articoli 4, comma
3, 9, commi 1 e 3 e 12, comma 1, della legge 19 febbraio 2004, n. 40, relativi
al divieto di fecondazione eterologa medicalmente assistita".
REAZIONI - "La sentenza di oggi ha
valore di legge e non è oppugnabile. Da oggi non potrà mai più essere emanata
dal Parlamento una legge che prevede il divieto di fecondazione di tipo
eterologa. Tale decisione vale per tutti i cittadini italiani che hanno
problemi di sterilità. Nessun vuoto normativo, ma con la legge 40 così
modificata garanzie per i nati e per le coppie", dichiarano gli avvocati
Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali del procedimento di Firenze, i primi a
sollevare il dubbio di legittimità costituzionale sull'eterologa, che hanno
seguito su 29 procedimenti circa 17 casi, e rispettivamente segretario dell'Associazione
Luca Coscioni e docente università di Firenze.
Soddisfatto anche l'avvocato Maria Paola
Costantini, difensore delle coppie ricorse alla Consulta e referente nazionale
di Cittadinanzattiva per le politiche di Pma. "Con questa decisione si è
eliminato un vuoto normativo - dice Costantini all'Adnkronos Salute - e al
contempo ci saranno tutte le protezioni per le coppie in un sistema gratuito,
in cui non si rischia né la commercializzazione dei gameti né la mercificazione
delle donatrici e allo stesso tempo situazioni 'al limite' come quella delle
'mamme-nonne': potranno accedere alla donazione soltanto le coppie sposate o
conviventi secondo indicazioni mediche precise e chiare che accertino la
sterilità della coppia".
Di diverso avviso Famiglia Cristiana che
apre il sito titolando: "Ultima follia italiana". Il settimanale dei
Paolini, riferendo della decisione dei giudici parla di "fecondazione
selvaggia per tutti". "È una sentenza choc ma non giunge inaspettata.
Per volere della Corte Costituzionale, che l'ha dichiarato illegittimo, -
scrive Famiglia Cristiana - cade il divieto di fecondazione eterologa previsto
dalla legge 40 sulla fecondazione assistita".
"Molto sconcerto e gravi
perplessità" sono stati espressi anche dalla Pontificia Accademia della
vita che teme per le conseguenze che potranno derivarne. "Questo divieto
determinava una serie di garanzie soprattutto per il nascituro, a tutela della
chiara identità dei genitori, con le relative responsabilità. La possibilità
che ci sia una terza figura, spesso maschile, quindi una distinzione tra
paternità biologica e una affettiva e sociale nella stessa coppia crea dei
problemi", ha detto monsignor Renzo Pegoraro.
Sulla stessa linea Alberto Gambino,
ordinario di diritto privato e direttore del Dipartimento di Scienze Umane
dell'Università Europea di Roma. "Si tratta di una decisione grave e
impegnativa che avrà ripercussioni sulla concezione della famiglia e sulla
percezione degli interessi dei soggetti più deboli, che in questa vicenda sono
i bambini che nasceranno, ai quali viene privata ogni certezza sulle loro
origini".
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