da: Il Fatto Quotidiano
Case
farmaceutiche: quanto guadagna Big Pharma sulla nostra malattia?
di Domenico De Felice
Giusto un mese fa l’Antitrust si è pronunciata infliggendo una
multa di 180 milioni di euro in via solidale a due multinazionali del farmaco,
Novartis e Roche, ipotizzando
un accordo di cartello per fare utilizzare in oculistica un farmaco uguale ad
un altro ma con un costo iniziale di 70 volte maggiore. Ma quanto guadagna Big
Pharma sulla nostre malattie?
Sono stato informato che nel campo dei
farmaci antitumorali, e nello specifico quelli utilizzati per le metastasi
ossee di tumori primari in altri organi, si rilevano aumenti (euro/Kg) dal fabbricante del solo principio
attivo Api (Active
Pharmaceutical Ingredient, come viene definito in gergo il principio attivo) al
farmaco finito di più di 1.000.000 di volte! Considerando che Big Pharma
produce “in autonomia” i suoi principi attivi dei brand, il guadagno aumenta
ancora: il principio attivo è l’acido zoledronico, il cui nome brand è Aclasta,
guarda caso di Novartis, che costa 105 Euro/Kg. che, diventando farmaco finito,
ha un costo al pubblico di 111.472.000 euro/Kg.!!!
Ma questo ricarico per un farmaco salvavita
è giustificato? Qualcuno controlla che Big Pharma non sfrutti il potere che ha
sui cittadini malati?
Da tempo sono scettico sui farmaci
generici, ma soprattutto sui metodi di controllo che influenzano la
biodisponibilità. Ma nel caso specifico lo scarto di biodisponibilità del 20%
viene superato dal fatto che sono iniettati direttamente in vena. In questo
campo quindi la liberalizzazione dei farmaci generici non potrà che aiutare a
ridurre in modo totale il costo al cittadino. Ma la legge 349/91 ha
di fatto escluso l’Italia da circa 400 molecole con brevetti in scadenza, che
costituivano il pane per gli anni a venire del nostro settore di produzione
delle materie prime e che ha obbligato i nostri clienti, soprattutto americani,
a rivolgersi a cinesi ed indiani (esenti da problemi brevettuali) per potersi
rifornire di Api per i generici di loro futuro interesse. L’Italia che copriva
storicamente circa il 35% del mercato mondiale delle materie prime
farmaceutiche (4.000 miliardi di lire nel 1991) è scesa a circa il 24%,
sostituita da cinesi ed indiani a cui abbiamo regalato su un piatto d’argento
un mercato nel quale non sarebbero potuti entrare senza il forzato ritiro delle
aziende Italiane.
Ministro Lorenzin, ha qualcosa da dire?
Ministro Padoan, vogliamo parlare di spending review? Primo Ministro Renzi, non
pensa che potremmo fare quattro chiacchiere lungo l’Arno o lungo il Tevere?
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