lunedì 28 aprile 2014

Fisco: aumenta la tassazione sulle rendite finanziarie




Rendite finanziarie: stangata anche per i conti deposito

L’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, che dal 1 luglio salirà al 26% dal 20% attuale, non risparmierà i conti deposito. L’aumento della tassazione riguarderà quindi anche conti correnti e conti postali oltre che altri strumenti finanziari. Unici salvi rimangono i titoli di Stato, con Bot e Btp che manterranno l’aliquota agevolata del 12,5%, e i fondi pensione (11%).

Aliquota dal 20% al 26%
Per chi investe ci sarà quindi un considerevole aggravio. Su un investimento di 25.00 euro in azioni che frutta un guadagno ipotetico 6% annuo, pari a 1.500 euro, la nuova aliquota al 26% comporterà un prelievo fiscale di 390 euro rispetto ai 300 con l’aliquota del 20%. A questi poi vanno aggiunti 100 euro dovuti per l’imposta di bollo sui conti titoli, salita quest’anno allo 0,2 per cento dallo 0,15% precedente.
Le stime del governo Renzi prevedono introiti aggiuntivi per 3 miliardi di euro nel 2015 dalla stretta sulle rendite finanziarie. In particolare, secondo la relazione tecnica al decreto sul cuneo fiscale, 755 mln di euro arriveranno
proprio dalla maggiore tassazione sugli interessi per depositi e conti correnti. Cifra destinata a salire a 1,1 miliardi nel 2016. Secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore in base alle tabelle della relazione tecnica, quest’anno gli effetti dell’aumento delle rendite finanziarie saranno limitati a 720 milioni, con effetto pari a zero sui conti correnti poiché i versamenti 2014 sono commisurati alle ritenute effettuate l’anno precedente con l’aliquota vecchia del 20%.
La tassazione sulle rendite finanziarie era stata riformata appena due anni fa sotto il governo Monti con l’aliquota sui titoli di Stato che era stata ridotta al 12,5% mentre per azioni, fondi, conti deposito era stata uniformata al 20%. In precedenza quella sui conti deposito era del 27%. Secondo gli ultimi dati disponibili a fine 2012 sui depositi bancari c’erano ben 692 miliardi di euro, superando i 180 mld di titoli di Stato detenuti dalle famiglie italiane. 

Conti deposito vs titoli di Stato
Appeal dei conti deposito che nell’ultimo anno era in costante aumento grazie alla risalita dei tassi di interesse proposti, che in alcuni casi si avvicinano al 3%, che fa da contraltare ai rendimenti sempre più asciutti garantiti dall’investimento in titoli di Stato.
L’effetto spread sta difatti rendendo l’investimento in Bot e Btp meno conveniente con il rendimento dei titoli di Stato italiani sceso ai minimi storici su quasi tutto l’arco della curva.
Il risultato è interessi decisamente più corposi dall’investimento in conti deposito rispetto a Bot, Btp o buoni fruttiferi postali. Uno studio condotto da SosTariffe.it a inizio anno (quando gli interessi di Bot & co erano più alti rispetto ad adesso) rimarca come investendo 40.000 euro per 5 anni con i conti deposito si guadagna un interesse superiore ai 4.000 euro, contro i 1.000 dei Titoli di Stato.

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