mercoledì 30 aprile 2014

Spagna, Mediaset: spot contro la decisione della Corte Suprema di chiudere due canali



da: La Stampa

Mediaset España sfida i giudici. Lo spot anti-chiusura è un caso
Due dei dieci canali della società controllata da Berlusconi dovranno chiudere. A stabilirlo la Corte Suprema. Fa discutere il video anti-sentenza: non rispettoso
di Stefano Rizzato 

La sentenza dei giudici contro Mediaset, le proteste, gli spot in tv in difesa dell’azienda. Sembra la replica di un film già visto, ma lo è solo in parte. Il caso va in onda a Madrid e dintorni, dove l’azienda fondata da Silvio Berlusconi controlla la maggioranza (il 41,55%) di Mediaset España, emittente che trasmette su dieci reti digitali. Due di questi canali, però, dovranno chiudere a breve. A stabilirlo, lo scorso 27 marzo, è stata la Corte Suprema spagnola, che ha annullato l’assegnazione di un totale di nove frequenze del digitale terrestre, assegnate nel 2010 senza gara pubblica. Due di queste sono di Mediaset, che entro il 6 maggio spegnerà La Siete e La Nueve.

Prima di farlo, l’emittente iberica – che ha Fedele Confalonieri come vicepresidente e Pier Silvio Berlusconi nel Cda – ha scelto di protestare, e in modo rumoroso. Con uno spot che sta già facendo discutere mezza Spagna. Lo
vedete qui sotto, tale qual è stato pubblicato sul sito di Telecinco, il Canale 5 locale, rete ammiraglia del gruppo. È un’animazione che mostra una famigliola felice, falciata da una macchina nera mentre tenta di attraversare la strada.


L’allegoria è esplicita: la famigliola è quella dei canali Mediaset e la macchina rappresenta la forza bruta e crudele di governo e leggi. A terra rimangono una ragazza con le cuffie rosse e una signora con la sua borsa – personificazione e pubblico di riferimento de La Siete e La Nueve – mentre tutti gli altri membri della famiglia si disperano. Uno spot che in Spagna, come detto, ha suscitato l’indignazione di chi trova la metafora un po’ troppo forte e soprattutto irrispettosa di chi per strada ha perso davvero la vita.

In Spagna, i canali Mediaset raccolgono poco meno del 30 per cento dell’audience giornaliera. Il gruppo iberico ha chiuso il 2013 con bilancio in attivo di 4,1 milioni di euro, ma senza distribuire dividendi agli azionisti, che controllano il 39,5 per cento delle quote. Contro la decisione della Corte Suprema, l’amministratore delegato Paolo Vasile – un italiano – ha annunciato anche un ricorso. Con la richiesta di un risarcimento “per questo esproprio ingiusto e crudele”.

La strategia degli spot, del resto, non è nuova. In Italia, Mediaset fece qualcosa di simile tra settembre e ottobre 2013, dopo che l’ormai famosa sentenza del 1° agosto aveva condannato Berlusconi a quattro anni di detenzione – poi diventati un anno di servizi sociali – per frode fiscale. Allora gli spot furono due, meno cruenti e più sibillini. Si limitavano infatti ad autocelebrare l’azienda, i suoi undici canali gratuiti e la sua capacità di dare lavoro a tante persone. “Così, giusto per ricordarlo”, concludevano entrambi i filmati. Con uno stile decisamente più elegante di quelli spagnoli di oggi.

Nessun commento:

Posta un commento