lunedì 15 ottobre 2012

Rai Uno: cambio di direzione al Tg1


da: Lettera 43

Il Tg1 pensiona i vertici 
Orfeo in pole per il posto di Maccari. Ma c'è anche Calabresi.
di Renato Stanco

Anche se in modo Carsico, come è nel loro stile, dentro e fuori Palazzo Chigi sono iniziate le grandi manovre d’autunno per la scelta del nuovo direttore del Tg1.
A dicembre, infatti, scade il mandato dell’attuale timoniere della prima testata d’informazione della Rai, e i vertici di Viale Mazzini hanno detto chiaramente che i pensionati (Alberto Maccari, attuale direttore del telegiornale di RaiUno è uno di questi, essendo in carica grazie a un contratto a tempo) devono lasciare l’azienda per fare quello che dice il loro status giuridico.
Insomma, basta con i signori della pensione, con consulenze faraoniche. E fra questi c’è anche Dino Sorgonà, il pensionato Rai con contratto di collaborazione da 70 mila euro all’anno usato per confezionare i servizi 'cari' al premier Mario Monti. Anche lui deve seguire le vicende del Palazzo del piccolo schermo.
MARIO ORFEO (IL MESSAGGERO) IN POLE. Data la cornice entro la quale si vanno svolgendo le grandi manovre, che corrono sul telefono rosso installato fra Palazzo Chigi e Viale Mazzini, il quadro aggiornato del totonomine per il Tg1 vede l’attuale direttore de Il Messaggero, Mario Orfeo, in pole. Il numero uno del quotidiano della Capitale, essendo l’unico esterno sulla piazza disposto ad accettare il tetto dei 300 mila euro come compenso, ha più volte ribadito la sua disponibilità
a mollare la poltrona di via del Tritone. Scelta rafforzata dall’arrivo di Osvaldo De Paolini, vicedirettore con ampi poteri, voluto dall’editore Francesco Gaetano Caltagirone, che ha messo in ombra Orfeo.
CALABRESI VERSO IL CORRIERE DELLA SERA. Resta sempre valida l’opzione Mario Calabresi, attuale direttore de La Stampa, anche se preferisce puntare tutte le sue fiches sul Corriere della Sera, mentre Marcello Sorgi resta in stand by.
Fuori dai giri Luigi Contu, direttore dell’Ansa, che ha incontrato nei giorni scorsi il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. I due non si conoscevano e questo la dice lunga sulle quotazioni del timoniere della prima agenzia italiana.
E poi c’è la rissa interna al Tg1 fra il vicedirettore Fabrizio Ferragni e la firma di punta, con grandi ambizioni, oltreché conoscenze, Monica Maggioni.

Crescono le chance del direttore di RaiTre Di Bella 

Ma nel palazzo, così come fra gli scommettitori, va crescendo la candidatura, considerata da tutti bipartisan, nonostante sia un bersaniano, di Antonio Di Bella. L’attuale direttore di RaiTre, secondo le voci raccolte nelle conversazioni fra Palazzo Chigi e Viale Mazzini, piace sia a destra sia a sinistra.
Il suo stile old Britrish viene considerato una garanzia per chi vuole un telegiornale equilibrato, ma con un occhio di riguardo per il governo. E proprio queste potrebbero essere le ragioni per far prevalere la logica della scelta interna.
IL NODO DEI DIRETTORI DI RAIUNO E RAIDUE. Nel frattempo, anche se con meno fretta, prosegue il lavoro del direttore generale per rinnovare le cariche di responsabilità nelle numerose strutture della tivù pubblica.
Il nodo più importante riguarda il futuro di Giancarlo Leone, direttore dell’intrattenimento targato Rai, e quello dei direttori di RaiUno e RaiDue, Mauro Mazza e Pasquale D’Alessandro. E se per la guida del secondo canale si tratta solo di trovare il sostituto, visto che il direttore vuole lasciare, per Leone e Mazza e una questione di metodo.
Gubitosi, avendo il direttore di RaiUno la responsabilità di Sanremo, non sa come venir fuori dall’impasse, e sarebbe intenzionato ad aspettare la chiusura del Festival. Con il rischio, però, di bruciare Leone nel caso in cui la manifestazione dovesse rivelarsi un flop.
Per l’attuale direttore generale, insomma, non c’è solo la grana del Tg1, ma anche quella dei direttori di rete.

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