Serra ha scritto un pezzo da “cattocomunista”. Occhio, che Matteo Renzi rottama anche questi...
da: la Repubblica
“Sono più di sinistra le riforme che
premiano il merito piuttosto che quelle che premiano le rendite di posizione”.
Lo dice Matteo Renzi nell’intervista di ieri a questo giornale. Ha ragione, e
doppiamente ragione in un paese come l’Italia: corporativismo e familismo
congelano la dinamica sociale, tendono a lasciare il benessere là dove si
trova, impediscono ai meritevoli di emergere. Se essere di sinistra significa
dare al figlio dell’operaio l’opportunità di farsi valere, va da sé che le riforme
devono, finalmente, “premiare il merito”. C’è però, dentro la storia e
dentro il destino della sinistra, anche un’altro principio, che è altrettanto
importante: dare tutela agli ultimi, compresi gli sconfitti, gli sfortunati e –
aggiungo – gli immeritevoli. Una sinistra che si occupi solo e solamente del
merito avrà fatto solo la metà del proprio dovere.
L’altra metà (la cui definizione più diffusa è welfare) è non abbandonare quelli che non ce la fanno. I dubbi che parecchi elettori di centrosinistra hanno su Renzi sono tutti qui: che riconoscere il merito non significhi dimenticare la solidarietà.
L’altra metà (la cui definizione più diffusa è welfare) è non abbandonare quelli che non ce la fanno. I dubbi che parecchi elettori di centrosinistra hanno su Renzi sono tutti qui: che riconoscere il merito non significhi dimenticare la solidarietà.
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