da: Il Sole 24 Ore
Marco
Carrai, l’America e l’Opus Dei
Chi
è l'uomo-ombra del renzismo
di Claudio
Gatti
Per Matteo Renzi, e per gli altri amici è Marchino, un vezzeggiativo amichevole dovuto anche alla sua gracilità. Ma il peso specifico di Marco Carrai è inversamente proporzionale alla sua statura, perché da sempre è il collaboratore di maggior fiducia del nuovo segretario del Partito democratico.
Eppure di questo 38enne di Greve in Chianti si sa piuttosto poco. Schivo di natura, Carrai tende a evitare i contatti con i media. Solo con notevole sforzo, Il Sole 24 Ore è riuscito a convincerlo non solo a parlarci di sé ma anche di scrivere quello che ci avrebbe detto.
Abbiamo così saputo che da ragazzo ha
trascorso ben otto anni in un letto d'ospedale. E che in quel periodo ha
sviluppato un fortissimo senso di lealtà per alcune persone, che gli sono state
vicine e lo hanno sostenuto negli anni di malattia. A partire da Matteo Renzi.
«La sua amicizia mi ha salvato la vita», dice.
Ma veniamo alle sue attività pubbliche. Negli anni della presidenza della
Provincia di Firenze Carrai è stato capo della segreteria di Renzi e
consigliere della Florence Multimedia, la società di comunicazione che gli ha
fatto da trampolino di lancio mediatico (secondo la Corte dei Conti anche a
spese dei contribuenti fiorentini), poi responsabile della campagna elettorale,
fondatore del think tank del renzismo, la "Fondazione Big Bang", e
consigliere comunale. Con il tempo sono arrivate le cariche più pesanti:
consigliere dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, amministratore delegato di
Firenze Parcheggi, presidente di Aeroporto di Firenze Spa. Oltre a quelle di
membro del Cda della Banca di Credito Cooperativo di Impruneta e della Banca di
Credito Cooperativo del Chianti fiorentino.
Fin qui le cariche publiche. Ma Carrai non
è solo il consigliori del politico su cui poggiano le speranze di molti
italiani, è anche un imprenditore. Quindi conduce affari per se stesso. E ha
accumulato varie cariche private: consigliere di Cki Srl, presidente di
Cambridge Management Consulting Srl, direttore generale di Your Future Srl e
socio di quest'ultima, della menzionata Cambridge, di D&C Srl, Panta Rei
Srl, ItalianRoom Srl, Imedia Srl, Car.Im Srl e indirettamente anche di C&T
Crossmedia Srl. Fin qui in Italia.
All'estero è socio di Wadi Ventures
Management Company Sarl, società registrata in Lussemburgo comproprietaria di
Wadi Ventures Sca, altro veicolo lussemburghese al quale Carrai partecipa come
membro del Consiglio di sorveglianza, e a sua volta omonimo di un fondo di
investimento israeliano lanciato da un suo socio.
In termini puramente quantitativi - di accumulazione di cariche o, se si preferisce, di sovrapposizione di ruoli - il suo metodo sembra insomma quello tradizionale del melius abundare quam deficere.
In termini puramente quantitativi - di accumulazione di cariche o, se si preferisce, di sovrapposizione di ruoli - il suo metodo sembra insomma quello tradizionale del melius abundare quam deficere.
Passiamo ai comportamenti. «Quando venne la prima volta all'assemblea dei soci dell'Ente Cassa di Risparmio, Carrai si presentò dicendo che Renzi era come un fratello per lui», ricorda un socio. «Il discorso non fu accolto bene. Anzi, fu considerato un passo falso. Perché all'Ente Cassa abbiamo almeno la pretesa di essere indipendenti e quella frase fu interpretata, forse a torto, come il preavviso di una maggiore politicizzazione. Non si deve infatti dimenticare che l'Ente dispensa circa 25/30 milioni all'anno che, in una realtà piccola come la nostra, non è poco».
L'Ente Cassa non è solo un dispensatore di
fondi. È anche un importante azionista di Banca Intesa Sanpaolo. E qui gli
intrecci non mancano. Perché Jacopo Mazzei è stato nominato nel Consiglio di
Sorveglianza di Intesa. Così come Francesco Bianchi, ex dirigente di banca e
consulente, che assieme al fratello Alberto è amico sia di Carrai sia di Renzi.
Mentre nella sua veste di imprenditore privato, Carrai è diventato socio in
Italia e/o in Lussemburgo di due ex alti dirigenti di Intesa.
Tra i soci del trentottenne di Greve ci
sono anche due persone vicinissime a Franco Bernabé, manager di Stato per
eccellenza, oggi senza poltrona eccellente. Ci riferiamo al socio di Carrai in
C&T Crossmedia, Chicco Testa, ex presidente dell'Enel da anni legato da
amicizia e affari a Bernabé. E a Marco Norberto Bernabé, figlio di Franco, che
con il veicolo di famiglia FB Group ha investito in Cambridge Management
Consulting, in YourFuture e nel fondo israeliano Wadi Ventures (di cui è socio
fondatore un veterano dell'Unità 8200, il servizio di signal intelligence delle
forze armate israeliane, l'equivalente della Nsa americana).
Che anche su questo fronte, i rapporti di
affari si intreccino con quelli "politici" lo dimostra l'elenco dei
finanziatori della Fondazione Bing Bang, il think tank renziano costituito
dallo stesso Carrai nel febbraio 2012. Oltre ai 10mila euro di Jacopo Mazzei,
spuntano infatti i 10mila di E.Va. Energie, società di cui Chicco Testa è
presidente e FB Group azionista (al 18,60%), e altrettanti della Telit,
anch'essa gestita da Testa, storicamente partecipata da FB Group attraverso il
veicolo Boostt BV e, attraverso altri veicoli, anche da Massimo Testa, fratello
di Chicco.
Insomma, nella vasta rete di contatti che
Carrai ha costruito in questi ultimi anni, distinguere quelli attribuibili alla
politica da quelli attribuibili agli affari personali non pare facile.
Abbiamo dunque chiesto lumi.
Abbiamo dunque chiesto lumi.
Quando si tratta con lei, come si fa a capire se si sta trattando con il più stretto collaboratore del candidato alla guida del Paese, con un manager pubblico, oppure con un imprenditore privato?
«Non ho capito di cosa sta parlando, scusi?»
Quando
si ha lei come interlocutore, come si fa a capire in quale veste lei
interloquisce?
«Quando io parlo dell'aeroporto di Firenze interloquisco come presidente dell'Aeroporto di Firenze, quando parlo dei miei business privati interloquisco come imprenditore. Non voglio conflitti di interessi nemmeno a diecimila miglia: nessuna delle mie aziende ha mai lavorato per il Comune o per l'Aeroporto di Firenze. Mi attengo alle leggi italiane, a quello che dovrebbero fare tanti italiani e a quella che è la mentalità americana».
«Quando io parlo dell'aeroporto di Firenze interloquisco come presidente dell'Aeroporto di Firenze, quando parlo dei miei business privati interloquisco come imprenditore. Non voglio conflitti di interessi nemmeno a diecimila miglia: nessuna delle mie aziende ha mai lavorato per il Comune o per l'Aeroporto di Firenze. Mi attengo alle leggi italiane, a quello che dovrebbero fare tanti italiani e a quella che è la mentalità americana».
Parlando di mentalità americana sul conflitto d'interesse, non trova inopportuno ricevere denaro con la mano destra in quanto socio-fondatore della Fondazione Big Bang e con la mano sinistra in quanto socio-fondatore di Cambridge Management e YourFutures. Magari dalle stesse persone?
«Che? Scusi, ma cosa dice? Da chi avrei
ricevuto soldi io?»
Dai finanziatori di Fondazione Bing Bang e dagli investitori di Cambridge e YourFuture.
«Ma che dice? Cambridge Consulting e
YourFuture sono società di consulenza… non ricevo soldi».
Sono entrati dei soci, che hanno investito dei soldi. E le stesse persone hanno messo dei soldi nella Fondazione.
«Io non vado a vedere le visure camerali… non mi competono queste cose. A me compete assicurarmi che tra i miei soci non ci siano dei delinquenti... E' un reato quello che sto facendo? No».
Noi parlavamo di potenziali conflitti di
interesse, non di reati. E su quello, in America, vige un motto: better safe
then sorry - traducibile in meglio circospetti che pentiti.
A parte la politica, l'amministrazione
pubblica e gli affari, c'è la sfera religiosa. Marco Carrai appartiene a una famiglia profondamente
cattolica, nella quale è consuetudine andare
a Lourdes o farsi il segno della croce prima di mangiare. Profondamente
cattolico anche lui, oltre all'Azione
cattolica, è da sempre vicino a organizzazioni spesso associate al potere
temporale. Ci riferiamo alla Compagnia
delle Opere, braccio economico di Comunione e Liberazione (che in Toscana
ha avuto suo cugino Paolo tra i fondatori) e all'Opus Dei.
Sulla scena politica italiana l'Opera si è
affacciata in vari modi. Il contributo che probabilmente ha avuto l'impatto più
significativo l'ha dato favorendo l'incontro tra Marcello Dell'Utri e Silvio
Berlusconi. «La mia formazione è legata all'Opera, che lascia un'impronta indelebile
sugli uomini che ha formato», ha spiegato il senatore co-fondatore di Forza
Italia in un'intervista a La Stampa. «Cominciai a frequentare la loro residenza
universitaria. Direttore era (…) un sacerdote dell'Opera (…) che aveva fatto
l'università con un giovane di cui mi parlò molto bene, Silvio Berlusconi. Mi
diede il suo numero e mi disse: "Se vai a Milano chiamalo, è un ragazzo in
gamba"». Il resto è storia. Politica e non.
Vari articoli di giornale hanno associato
Carrai all'Opera. Gli abbiamo perciò chiesto se ne è membro.
«No!», ha risposto pronto.
Che
rapporti ha con l'Opus Dei?
«Che rapporti ho con l'Opus Dei??? Zero!».
Nella
sua pagina personale del sito LinkedIn, oltre alle cariche pubbliche, viene
citata solo Artes, un'associazione dell'Opus Dei. Come mai?
«Artes è una bella cosa, io conosco il
direttore… come conosco tante altre persone».
In occasione dell'uscita del film tratto
dal bestseller di Dan Brown Il Codice da Vinci, Carrai ha sentito l'urgenza di
intervenire a difesa di un'istituzione che riteneva ingiustamente bistrattata.
Da un romanzo. E dopo aver ingaggiato due studiosi italiani e un sacerdote
dell'Opus Dei, ha curato la pubblicazione di un libello di rettifica intitolato
Codice da Vinci: bugie e falsi storici. Gli abbiamo chiesto il motivo.
«In ospedale ho letto tanti libri. Incluso
quello di Brown», ha risposto. «E ho trovato che diceva una marea di cazzate».
Che
sapeva lei dell'Opus Dei per arrivare a questa conclusione?
«C'erano scritte cose talmente strane che
mi sembravano cavolate… sembravano il peggio del peggio che c'era al mondo… Io
alcune persone dell'Opus Dei le conoscevo… il mio professore… uno dei miei
professori di economia era dell'Opus Dei, e le assicuro che era una delle
persone più buone che abbia mai incontrato in vita…
che più mi ha aiutato quando ero in
ospedale. E quindi pensai di fare un libretto contro. Punto. Io non sono mai
stato dell'Opus Dei. E probabilmente non lo sarò mai».
cgatti@ilsole24ore.us
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