lunedì 27 gennaio 2014

Papa Francesco: un pensiero a Cocò, il bambino di tre anni ucciso nel cosentino




Il Papa: “Un pensiero a Cocò, il bimbo bruciato. Ora è con Gesù”
All’Angelus il Pontefice ricorda il bambino di tre anni ucciso nel cosentino. “I responabili si convertano e si pentano”
di Giacomo Galeazzi

"Accanimento senza precedenti". E' il grido di Francesco contro i clan. «Voglio rivolgere un pensiero a Coco' Campolongo, che a tre anni è stato bruciato in macchina a Cassano allo Jonio, questo accanimento su un bambino così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità - ha affermato oggi il Pontefice . Preghiamo con Coco', che di sicuro ora è in cielo con Gesù - ha proseguito il Papa all'Angelus - per le persone che hanno fatto questo reato,  perché si pentano e si  convertano al Signore».

Ad ascoltare l'Angelus anche un gruppo particolare. Sono centoventi ragazzi arrivati dalle Marche, molti dei quali raccontano di essere tornati alla fede e di essersi riavvicinati ai sacramenti grazie a papa Francesco. "Sono i frutti spirituali di un pontificato che parla a tutti e raggiunge anche il cuore dei lontani", spiega Silvia Simoncini, presidentessa dello Iuter Club di Osimo,
in provincia di Ancona, l'associazione giovanile d'ispirazione cattolica che ha organizzato il pellegrinaggio in piazza San Pietro dei "fedeli ritrovati".

Le parole del Papa sono accolte da applausi e cori da stadio. «Dio preferisce partire dalla periferia, dagli ultimi, per raggiungere tutti», ha sottolineato Bergoglio, rilevando che il racconto evangelico degli inizi della vita pubblica di Gesù nelle città e nei villaggi della Galilea «ci insegna un metodo, il suo metodo, che però esprime il contenuto, cioè la misericordia del Padre».

Inoltre «la missione di Gesù non parte da Gerusalemme, cioè dal centro religioso, sociale e politico, ma da una zona periferica, disprezzata dai giudei più osservanti, a motivo della presenza in quella regione di diverse popolazioni; per questo il profeta Isaia la indica come "Galilea delle genti"». La Galilea, spiega il Papa che vuole una Chiesa povera per i poveri,era «una terra di frontiera, una zona di transito dove si incontrano persone diverse per razza, cultura e religione, eppure diventa così il luogo simbolico per l'apertura del Vangelo a tutti i popoli. Da questo punto di vista, la Galilea assomiglia al mondo di oggi: compresenza di diverse culture, necessità di confronto e di incontro».

E Gesù inizia «la sua missione non solo da un luogo decentrato, ma anche da uomini che si direbbero `di basso profilo´. Per scegliere i suoi primi discepoli e futuri apostoli, non si rivolge alle scuole degli scribi e dei dottori della Legge, ma alle persone umili e semplici, che si preparano con impegno alla venuta del Regno di Dio. Gesù va a chiamarli là dove lavorano, sulla riva del lago: sono pescatori. Li chiama, ed essi lo seguono, subito. Lasciano le reti e vanno con Lui: la loro vita diventerà un'avventura straordinaria e affascinante».

«Anche noi - ha continuato Francesco - siamo immersi ogni giorno in una `Galilea delle genti´, e in questo tipo di contesto possiamo spaventarci e cedere alla tentazione di costruire recinti per essere più sicuri, più protetti. Ma Gesù ci insegna che la Buona Novella non è riservata a una parte dell'umanità, è da comunicare a tutti, un lieto annuncio destinato a quanti lo aspettano, ma anche a quanti forse non attendono più nulla e non hanno nemmeno la forza di cercare e di chiedere. Partendo dalla Galilea, Gesù ci insegna che nessuno è escluso dalla salvezza di Dio».

Ma il momento più toccante arriva appunto dopo la recita dell'Angelus, quando Francesco ricorda Cocò Campolongo, il piccolo di tre anni ucciso e bruciato domenica mattina a Cassano Ionio, nel Cosentino, insieme al nonno e a una donna di ventisette anni. «Oggi in questa piazza ci sono tanti bambini - dice il Pontefice tra gli applausi della folla - e io voglio ricordare Coco' Campolongo, a tre anni bruciato in macchina e ucciso. Questo accadimento su un bimbo così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità. Coco' è di sicuro con Gesù in cielo. Preghiamo per queste persone che si sono macchiate di questo terribile crimine".

Il Pontefice auspica che "si pentiscano", afferma commettendo un errore grammaticale, e "si convertano". Poi un gesto fortemente simbolico che è ormai tradizione. «Ed ora questi due bravi ragazzi - ha detto il Papa al momento del lancio delle colombe per la carovana della pace dell'Azione cattolica - lanceranno le colombe simbolo di pace, in basso, - ha raccomandato, probabilmente per evitare che, come a volte è capitato negli anni passati, i volatili rientrassero dalla finestra anziché volare in piazza - vai, vai».Il bimbo e la bimba a fianco del Papa al davanzale hanno lanciato le colombe e il Papa ha augurato a tutti, «buona domenica e buon pranzo», prima di ritirarsi, scherzando e ridendo con i ragazzi. Prima il Papa aveva rivolto anche un pensiero ai malati di lebbra e quanti nel mondo festeggiano oggi il Capodanno lunare. La Carovana quest'anno ha raccolto fondi per iniziative in favore di Haiti.

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