mercoledì 22 gennaio 2014

Governo, pensioni: un piano per l’uscita anticipata

da: Lettera 43

Pensioni, Giovannini: «Studiamo anticipo con il contributo di tutti»
Il ministero al lavoro per l'uscita anticipata rispetto all'età. Con l'apporto di aziende e lavoratori.

Il governo sta lavorando a un piano per la possibile uscita anticipata rispetto all'età di pensionamento, con il contributo di Stato, aziende e lavoratori. Lo ha rivelato, il 21 gennaio, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, spiegando che il progetto deve avere «robustezza finanziaria».
Per Giovannini, nel dettaglio, dovrebbe trattarsi di «uno strumento flessibile in funzione delle esigenze soggettive dei lavoratori».
«CONTRIBUTO DELLE AZIENDE».«Stiamo lavorando sugli aspetti tecnici», ha spiegato il ministro nel corso di una conferenza stampa all'Inail, rispondendo a una domanda sul possibile anticipo dell'assegno rispetto all'età prevista dalla riforma Fornero- «Il procedimento è complesso. Può prevedere anche il contributo da parte delle aziende. L'idea è di avere una contribuzione da parte di tutti e tre i soggetti (lavoratore, impresa, ma anche Stato, ndr), ma ci deve essere robustezza finanziaria».
«OTTENERE UNO STRUMENTO FLESSIBILE». Il ministro ha sottolineato che il
piano è ancora allo studio, in collaborazione con il ministero dell'Economia. «Stiamo valutando come ottenere», ha continuato Giovannini «uno strumento flessibile in funzione delle condizioni soggettive del lavoratore».
«MA LA LEGGE FORNERO NON CAMBIA». Il ministero ha, tuttavia, voluto precisare come non sia alle viste alcuna modifica delle regole della legge Fornero. Lo stesso Giovannini ha spiegato che «lo strumento allo studio è finalizzato a favorire la transizione, su base volontaria, dal lavoro alla pensione, fermi restando i requisiti dell'attuale normativa. Tale strumento», ha aggiunto, «andrebbe incontro a persone e a imprese (come quelle di minori dimensioni) che attualmente non possono utilizzare gli strumenti previsti».

«IPOTESI DESTITUITE DI FONDAMENTO». «Sono quindi destituite di ogni fondamento», ha concluso la nota del dicastero, «le ipotesi e le letture circolate a seguito delle dichiarazioni odierne del ministro, il quale ha semplicemente ribadito, rispondendo a una domanda di un giornalista che chiedeva se l'idea del prestito pensionistico fosse ancora presa in considerazione, concetti già espressi nelle settimane scorse».

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