giovedì 9 gennaio 2014

Il Buongiorno di Massimo Gramellini

da: La Stampa 

Chicchiric-chi?

Dopo Fassina chi?, Di Battista chi? Spiegazione per i non addetti ai livori (beati loro). Fassina è, anzi, era il viceministro dell’economia, dimessosi perché il segretario del Pd con delega all’acidità Matteo Renzi, richiesto di un parere su di lui, aveva chiosato sprezzante: Fassina chi? Sembrava finita lì, ma si sa come sono le mode in Italia: se stupide, dilagano a macchia d’odio. A concedere ieri il bis, secondo le ricostruzioni dei cortigiani, sarebbe stato il Cavaliere disarcionato in persona. Un cinquestelle, Di Battista, aveva spiegato a destra e a manca (la sinistra, che in effetti manca) quanto Berlusconi smaniasse dalla voglia di incontrarlo, forse per valutarne le doti come candidato premier o allenatore del Milan, le due cariche al momento scoperte. Ma, venuto a conoscenza di queste voci, il maestro Silvio avrebbe copiato l’allievo Matteo: Di Battista chi? La trovata non è nuova: la utilizzò già San Pietro, per ben tre volte, duemila e rotti anni fa a proposito del suo principale, anche se in quel caso a muoverlo non era certamente il disprezzo ma la paura. Più di recente fu lo scrittore Siciliano a gratificare di un “Michele chi?” il furente Santoro, ignaro che Siciliano fosse completamente all’oscuro di televisione: mica per altro era stato nominato presidente della Rai.  


Constando di appena tre lettere, il Chiismo è adatto ai tempi: si indossa bene nei titoli e nei tweet. Per funzionare richiede però due ego arroventati: quello di chi sfotte e quello di chi se la prende. Se il primo galletto conoscesse le buone maniere e il secondo l’autoironia, diventerebbe un interrogativo spuntato: parola di Gram. (Gram chi?). 

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