mercoledì 8 gennaio 2014

Cancellieri, riforma della giustizia: Bruno Tinti, “Al confronto B. era un dilettante”

da: Il Fatto Quotidiano

Ma allora non era solo B. a volere la distruzione della legalità e della giustizia in Italia. Anche questi non scherzano. Hanno già ridisegnato il calendario carcerario: 1 anno di prigione vale 5 mesi e mezzo; così, quando un giudice condanna uno stupratore a 10 anni, il suo avvocato gli strizza l’occhio e “tranquillo, 3 anni mal contati e sei fuori”. Hanno già stabilito che gli ultimi 4 anni di galera non contano, tornatevene a casa e ogni tanto andate a parlare con gli assistenti sociali; così, quando un giudice condanna un corruttore, frodatore fiscale, falsificatore di bilanci, inquinatore – a 4 anni (pene superiori non esistono, questa è la tariffa, persino B, con una frode milionaria, 4 anni si è preso), gli avvocati hanno già pronta la lista dei servizi di pubblica utilità più gettonati: vuoi occuparti degli studi sul ritorno della foca monaca in Sardegna (puoi lavorare a casa …) oppure preferisci la Fondazione per il Recupero dell’Etica nella Vita Pubblica? Sai, qui ci lavorano già un paio di valenti colleghi…

Adesso sono pronti a chiudere il cerchio. In galera non ci si va anche se condannati; ok, questa è fatta. Però c’è sempre il rischio che qualche Pm pazzo e comunista chieda a qualche Gip appiattito e tremebondo di arrestare
un amico infliggendogli la barbarie della carcerazione preventiva. E qui c’è poco da fare, in prigione ce lo mettono. Cancellieri e tutti noi faremo quello che potremo per tirarlo fuori ma lo sappiamo com’è, con questi non si può ragionare. Così ecco il nuovo progetto: la cattura concordata, detta anche sale sulla coda.

Perché si arresta un delinquente? Beh, perché è un delinquente, prima di tutto; quindi ci vanno gravi indizi di reità, deve essere praticamente certo che ha commesso un reato (grave). Poi deve essere un delinquente che non collabora. Quelli che ho conosciuto io erano tutti così ma certo sono stato sfortunato. Però tutti, ma proprio tutti, cercavano di scappare prima di farsi arrestare, distruggevano o ordinavano di distruggere i documenti che li incastravano e pagavano o minacciavano o anche ammazzavano i testimoni. Niente spirito sportivo, li dovevi acchiappare subito se no giocavano scorretto. E infine deve essere un delinquente che non si pente, che – se appena può – commette altri reati. Questa è una cosa un po’ più difficile da provare (la sfera di cristallo costa troppo, i Pm ancora non ce l’hanno in dotazione) però che direste di un impiegato comunale dell’ufficio tecnico che ha la lista delle stecche già prese e di quelle che ancora deve ricevere? Insomma, arrestare un delinquente presuppone un lavoro di indagine, la raccolta di prove e la esistenza di una o più delle situazioni sopra descritte.

Ma adesso non basta più. Bisogna chiedere a lui cosa ne pensa. “Senta, io vorrei arrestarla e ho chiesto al Gip di sbatterla in galera. Dovremmo vederci tutti, lei, il suo avvocato e io davanti a questo Gip il giorno tale; così lei potrà dirci se è giusto che lo facciamo oppure no. Scusi per il disturbo, neh?”

Io non lo so come si può commentare una cosa del genere, mi mancano le parole. Faccio finta che sia una cosa seria e adotto un atteggiamento propositivo. Se l’obbiettivo è quello di risparmiare la prigione a tanti poveri innocenti arrestati ingiustamente, forse si potrebbero coniugare le ragioni della legalità, della giustizia,della sicurezza pubblica con quelle della cieca ferocia dei Pm pazzi comunisti, semplicemente requisendo qualche decina di pensioni da una stella, alloggiarvi le vittime dei Pm per una notte (magari nemmeno, li si prende alle 6 di mattina e li si interroga alle 9; quando la legge ancora lo permetteva, io lo facevo sempre) e interrogarle il giorno dopo. Così se il Pm impazzito ha fatto un’altra vittima, il disagio per il poveretto sarebbe  minimo.

Un’altra peculiare “pensata” riguarda chi deve decidere se arrestare il delinquente. Fino adesso, il Pm chiede e il Gip decide. Ma scherziamo: uno solo non basta, ce ne vanno 3. Per me, anche 5 o 7 o 21. Solo che bisogna averli tutti questi magistrati e invece, già così siamo scarsi assai. Se lo sono dimenticato che il processo penale italiano dura in media 8 anni, che ci va una riforma, che siamo la vergogna dell’Europa…? E dove li prendiamo questi giudici catturatori? I quali, attenzione, poi non possono più occuparsi del delinquente, arrestato o no che sia: si sono già espressi, non sono imparziali!! Un mio amico chirurgo commentava stupito che, con questo criterio, il ginecologo che ha visitato la donna poi non deve assolutamente operarla, ci mancherebbe altro! Quindi non solo ci servono n giudici in più (che non abbiamo) ma non possiamo più utilizzare nel prosieguo del processo quelli che hanno deciso sull’arresto.

Poi, naturalmente, tutto deve essere riesaminato dal Tribunale della Libertà; altri 3 giudici che stabiliscono se il Pm e i 3 colleghi precedenti c’hanno colto oppure no. Ma qui non c’è problema, questo già ce lo abbiamo. Così come già abbiamo la Cassazione a cui il delinquente può fare ricorso tutte le volte che vuole. Insomma, con una piccola aggiustatina, il nostro processo penale sarà assolutamente perfetto. Ci bastano appena 23 giudici per ogni arrestato: 1 Pm, 3 Gip per decidere sulla cattura, 3 giudici del Tribunale della Libertà, 5 di Cassazione per il ricorso al Tribunale della Libertà, 3 giudici del Tribunale di primo grado, 3 giudici d’appello, 5 Giudici di Cassazione per la sentenza definitiva.

Secondo me, così non è ancora proprio perfetto: bisognerebbe prevedere almeno 2 referendum popolari: il primo quando si cattura e il secondo dopo la sentenza definitiva. In questo modo saremmo di fulgido esempio per il mondo intero.

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