da: Il Sole 24 Ore
X
Factor, Freeboys eliminati dal pubblico. Roberta rientra e punta in alto
di Francesco
Prisco
«Quello che non mi uccide, mi fortifica»,
diceva Friedrich Nietzsche. Per la vita è vero, per X Factor fino a un certo
punto: la seconda puntata del live show, andata in onda ieri sera su Sky Uno,
ha visto infatti uscire di scena i Freeboys, boy band di 16enni che già giovedì
della settimana scorsa era finita al ballottaggio arrivando a un passo
dall'eliminazione.
Questa volta hanno fatto decisamente meglio
della precedente, ma non è servito a scongiurare quel destino che sette giorni
prima li aveva risparmiati. In compenso il talent recupera Roberta Pompa,
interessante vocalist uscita agli Home Visit e ripescata dal pubblico
attraverso il meccanismo dell'Enel Green Card. Per essere più precisi, la
ragazza torna in gara per manifesta rinuncia di Mr. Rain & Osso, duo che
avrebbe dovuto contenderle il ripescaggio.
Il
ballottaggio con Fabio
La teatralità per una volta non paga: in
ballottaggio ieri sera sono infatti finiti i concorrenti che avevano scommesso
maggiormente sulla componente scenica. I Freeboys, per vendicarsi degli
attacchi ricevuti dal giudice Morgan e dal fronte anti-boy band, si erano
presentati in gara citando con il trucco facciale i Kiss (o forse Robbie
Williams che citava i Kiss) per eseguire «Let me entertain you». Non male, ma
il pubblico ha ritenuto diversamente. Allo spareggio se la sono vista con Fabio
che, in un tripudio coreografico di video vintage che si inseguivano, aveva
provato a mescolare «Basket case» dei Green Day con Joe Jackson. Nel duello
finale i Freeboys hanno eseguito «Try» di Pink, Fabio la classica «Suspicious
mind» presa in prestito dall'Elvis maturo. Due giudici favorevoli a
quest'ultimo (Elio e Mika), due alla boy band (Simona Ventura e un Morgan
«pilatesco» per sua stessa ammissione). Si va al tilt e il pubblico televotante
salva Fabio che comunque dovrà impegnarsi parecchio se aspira a continuare a
tirare l'aratro nel solco. Ha grande cultura musicale, talento interpretativo
da vendere, ma una voce tutt'altro che indimenticabile.
Roberta,
un'altra fuoriclasse tra le Under Donna
Mika a questo punto si sentirà come
l'allenatore del Paris Saint Germain: ha già una squadra di campioni e si vede
recapitare a casa altri fenomeni a giorni alterni. Il ripescaggio di Roberta
Pompa e la di lei bella prova di ieri sera consegnano alla squadra delle Under
Donna una nuova grande protagonista. Si è a dir poco esaltata eseguendo
«Trouble» del folksinger Ray Lamontagne. Non si capisce perché l'abbiano
pettinata come Maria De Filippi ma quella di Roberta è molto probabilmente la
migliore performance canora di tutta la serata. Meno lucida rispetto ai
precedenti Gaia che ha dovuto vedersela con «Bitch» di Meredith Brooks. La
sensazione era che avesse paura di strafare: ai giudici l'atteggiamento non è
piaciuto, ma a nostro giudizio le ramanzine le serviranno da lezione per
rialzarsi alla grande. Una «decountryzzata» Viò (che dalla prossima puntata,
per concessione di Mika, dovrebbe tornare a chiamarsi Violetta) dà prova di
versatilità in «Tasche piene di sassi» di Lorenzo Jovanotti. Tra le Under Donna
Valentina è a suo agio su «Raggamuffin» di Salah Sue, forse il suo brano
preferito. Incredibile come riesca a fare da sola il compito che in una crew
rap sarebbe diviso tra due o tre elementi.
L'omaggio
ai Pink Floyd e quello a Lou Reed
Interessante l'operazione di omaggio ai
Pink Floyd che un Morgan travestito da Syd Barrett ha ispirato agli Under
Uomini. Michele si è prodotto in una pulitissima (fin troppo pulita) versione
di «See Emily play», rielaborata in arrangiamento synth pop. Divertente la
versione di «Another brick in the Wall» del beatboxer Andrea che osa
addirittura riprodurre il sacro assolo di chitarra di David Gilmour. Tra gli
Over Alan recupera credibilità grazie a «Don't let me be misunderstood» nella
versione di Nina Simone. Al contrario di quanto successe la scorsa settimana
per «Creep», stavolta capisce il senso del pezzo affidatogli da Elio e lo
valorizza in un'interpretazione di grande intensità. Aba convince i giudici su
«Lover to lover» di Florence and the Machine, un po' meno un ascoltatore
esigente. Motivo: la gestione non proprio impeccabile degli acuti nel
ritornello. La categoria Gruppi Vocali rappresenta ormai un'oasi della
biodiversità. Ci sono gli Street Clerks che rielaborano «Nietzsche che dice» di
Zucchero contaminandola con «Walk this Way», «Sex Machine» e «Soul Man». Ma
questa volta non hanno con loro gli strumenti e – come giustamente sottolinea
Mika – perdono qualcosa. Poi ci sono gli Ape Escape che si lanciano in un
arrangiamento hardrock rap di «Luce» di Elisa. Senza che il loro caratteristico
retrogusto kitsch li abbandoni . Per il resto, si segnalano l'omaggio di inizio
puntata a Lou Reed con i ragazzi che si sono prodotti nel coro di «Walk on the
Wild Side» incrociando le loro voci con la traccia originale e l'ospitata di
Ellie Goulding che ha eseguito «Burn». E non si può dire che quest'ultima abbia
portato chissà quale valore aggiunto.
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