Rispetto all’articolo tratto da ‘Lettera
43’ (post sotto) dissento sulla sintesi conclusiva: “Matteo Renzi batte
Pierluigi Bersani”.
Matteo
Renzi
si è confermato efficace nei concetti slogan. Il suo punto forte. Se la
valutazione è fatta in questo senso non lo batte nessuno e, allora, la sintesi
conclusiva dell’articolo è corretta.
Vendola è
sicuramente il meno adatto a esternazioni sintetiche, e partecipare a format
come quello di ieri sera gli fa solo bene.
Non avevo mai sentito la Puppato che mi pare debba un po’
allenarsi alla sintesi. Tabacci, a
parte un po’ di animazione, è quello che mi aspettavo.
Ma, nello specifico, e non solo per ciò che
ho visto ieri, queste le mie osservazioni e conclusioni sul duo che dovrebbe
contendersi il primato: Bersani e Renzi, per quanto, Vendola piace parecchio ai
militanti del Pd e a gran parte di coloro che si sentono di sinistra e potrebbe
prendere un bel po’ di voti alle primarie.
Pierluigi
Bersani.
Ho trovato il segretario del Pd “tecnico” e, considerando che è il più anziano politicamente, non mi è sembrato “asincrono” rispetto al contesto, per quanto non propriamente tagliato per questo format all’americana.
Rimane il fatto - e vale per Bersani non certo per Renzi –
che dimostrare oggi di aver imparato ciò che si deve assumere dal governo
tecnico, cioè un atteggiamento di analisi e identificazione di una possibile
realistica soluzione – per quanto questa possa non avere in consenso degli
italiani - mi sembra tardivo per ottenere una credibilità a rappresentare il
paese.
Pierluigi Bersani mi è parso, sì, quello
con il “vestito” più adatto per un
ruolo di delega, di rappresentanza degli italiani, ma il suo passato parla più di ieri sera. E’ da tanti anni che fa
politica. Ha fatto il ministro. Ma non sono delle 'lenzuolate' – tra l’altro
discutibili – a dimostrare che abbia le caratteristiche adatte per fare il capo
del governo in questo momento del paese. Perché il suo passato è di politico di
sinistra-centro che, insieme al suo partito e ai suoi alleati, non è stato in
grado di avviare progetti di cambiamento culturale
e sociale, perché non è mai stato
veramente alternativo al modello del
berlusconismo. Occasioni per dimostrare di essere un’alternativa, Bersani e
i suoi “compagni di merenda” ne hanno avute. Sprecate. Inutilizzate.
Quando, addirittura, non hanno inciuciato
con coloro con i quali dovevano negoziare non calare le braghe.
Matteo
Renzi
E questo perché lui si esprime secondo ciò che si aspetta chi lo ascolta. In base ai
voti che vuole trovare. In questo, la copia esatta di Silvio Berlusconi. E, pertanto, per me inaffidabile. Matteo Renzi non dice sempre (voglio essere
magnanima) ciò che pensa, ma pensa a ciò che deve dire in base ai suoi
interlocutori, in base ai voti che vuole acchiappare per battere Bersani, sicuro
che come candidato del Pd vincerebbe le elezioni.
Gli unici momenti di concretezza – seppure macro – sono i compitini fatti da alcuni suoi
collaboratori che butta lì senza approfondire. E non è questione di limiti di
tempo.
Faccio presente, qualora fosse sfuggito,
che il boy scout Matteo Renzi non ha risposto sull’adozione dei figli da parte delle coppie gay. E questo è perfettamente in linea con il personaggio che dice
ciò che gli altri si vogliono sentire dire. Non può dire di essere contrario (ora
che si è spostato di un’unghia a sinistra per non perdere voti di militanti del
Pd), non può dire di essere a favore, perché avrebbe contro certe specie
cattoliche. Come ne esce? Rimandando a una fantomatica legge sulle adozioni.
Che sarà necessaria, ma che non esclude che si possa, oggi, assumere una posizione precisa
sull’argomento “figli a coppie gay”. Io sono e rimango contraria ma non certo
perché la gerarchia cattolica lo vieta. .
Perché il cattolico in politica deve
pensare e agire come cristiano laico.
Per quanto sopra, Matteo Renzi non può essere per me un
politico di riferimento. La mia concezione è esattamente il contrario: un
politico deve anche (non solo) sapere comunicare. Ma ciò non significa
esternare in base a ciò che il “pubblico” si aspetta o serve per attirarlo e
mantenerlo a sé. Significa saper trasmettere
le proprie idee, le proprie proposte. Saper spiegare al paese “chi” “cosa”
“perché” “come”.
Pierluigi Bersani, diversamente da Renzi – e non lo penso da ieri sera – mi
sembra abbia la figura mentale adatta a rivestire un ruolo da presidente del
consiglio. Sennonché..il suo passato di sinistra-centro
– non certo solo per sua responsabilità – me lo fa scartare, perché da un politico mi aspetto degli errori ma non l’errore costante di far parte
di un potere politico che non possiede un modello culturale-sociale che serve a
un paese che è in parte povero mentalmente e moralmente come la classe politica
che da troppi anni mangia pane a tradimento.
Ultima considerazione su Vendola. Logorroico ma
dall’esternazione passionale. A tratti decisamente convincente. Guida una
regione, ergo: lo si può anche valutare concretamente nel modo di amministrare.
Dissento sui figli ai gay, ma questo non è certo il solo elemento della mia
valutazione per un possibile ruolo di presidente del consiglio.
I dubbi su Vendola sono i soliti su certa sinistra: l’incapacità di capire
che certi temi non sono di destra, la diatriba “pubblico o privato”. La sinistra non ha mai capito che il pubblico
dev’essere applicato con criteri privati. Contrariamente: è assistenzialismo alla D.C, è corruzione, sperpero, incapacità di governare da seconda repubblica. E’ buco di bilancio.
E’ voragine di bilancio
Che poi dev’essere colmata con le mie tasse. E di questa politica di
“sinistra” ne ho pieni i coglioni. Tanto quanto del modello del berlusconismo.
P.S: menzione doppia per Vendola. Quando ha detto che a Marchionne non ha mai creduto e quando ha citato come riferimento il cardinale Martini. Ecco, questa è la differenza sostanziale con Renzi. Se lo dice Vendola ci credo. "Arriva" come verità. Se lo dice Renzi, difficilmente mi convince che sia ciò che pensa.
P.S: menzione doppia per Vendola. Quando ha detto che a Marchionne non ha mai creduto e quando ha citato come riferimento il cardinale Martini. Ecco, questa è la differenza sostanziale con Renzi. Se lo dice Vendola ci credo. "Arriva" come verità. Se lo dice Renzi, difficilmente mi convince che sia ciò che pensa.
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