da: Il Fatto Quotidiano
Terremoto, in 70 mila tornano a scuola: le lezioni tra palestre e container
Nelle
zone emiliane colpite dal sisma nel maggio scorso, aule scolastiche di fortuna
ricavate da palestre, alberghi e centri anziani, ma "a ottobre" -
rassicurano le autorità di Cavezzo, Mirandola e Finale Emilia - "tutto
dovrebbe tornare alla normalità con nuovi prefabbricati stabiliti con regolari
bandi"
di Martina
Castigliani
Palestre, alberghi, centri per anziani e
tensostrutture: sono le aule di lezione temporanee che permetteranno agli
studenti delle aree terremotate dell’Emilia di ricominciare in tempo la scuola.
L’attesa è per i nuovi poli scolastici che già da ottobre dovrebbero essere
attivi. Era stata definita una delle priorità della ricostruzione e ora, a
pochi giorni dal suono della campanella, è una corsa contro il tempo per garantire
che i tanti studenti delle aree terremotate possano avere un’aula in cui poter
studiare.
Molti degli alunni delle aree della
provincia di Modena, Ferrara e in parte Reggio Emilia non vanno a scuola dal 20
maggio scorso, quando la prima scossa di terremoto ha reso inagibili le
strutture e impedito di continuare il normale svolgersi delle lezioni. 70 000
gli studenti interessati e 896 le scuole monitorate dalla Regione Emilia
Romagna per verificare i danni e gli interventi: di questi 140 gli edifici ritenuti
inagibili e per i quali sono stati stanziati circa 166 milioni di euro. E se i
centri di Modena e Carpi riusciranno a riaprire le scuole senza troppi disagi,
ad essere in difficoltà sono i comuni del “cratere” modenese.
Primo fra tutti, Mirandola che conta un
bacino di 5000 studenti e due scuole elementari e due licei con 38 classi
inagibili. “Lavoriamo giorno e notte, – dice l’assessore alla pubblica
istruzione Maria Lara Cavicchioli, – e i container saranno pronti al più
presto. Nel frattempo abbiamo elaborato un programma denso di attività e spazi
alternativi: abbiamo pianificato tutto e i dirigenti scolastici stanno
elaborando lezioni per più classi e programmi didattici che permettano agli
alunni di spostarsi, da stage a gite culturali. Non avevamo alternative e
abbiamo dovuto inventarci soluzioni dal nulla: i tempi sono stati rispettati,
ma ci sono limiti materiali da considerare”.
Apertura dei bandi, l’inizio dei lavori
delle ditte per la costruzione delle strutture temporanee e il trasloco di tutto
il materiale didattico rimasto intrappolato nelle scuole inagibili: azioni che
non potevano essere fatte più in fretta di tre mesi, dicono in coro gli
amministratori locali rispondendo alla cittadinanza. In tutta l’area
terremotata, da settimane si susseguono incontri tra genitori, insegnanti e
assessori e la preoccupazione è sempre la stessa: “dove studieranno i nostri
figli?”. “Siamo uno dei comuni più colpiti dal sisma,- afferma l’Assessore alla
pubblica istruzione di Cavezzo (Modena) Lisa Luppi, – ma nonostante ciò stiamo
facendo del nostro meglio per garantire agli studenti di essere a scuola il 17
settembre”.
A Cavezzo tutte le scuole a parte il nido e
la scuola materna statale sono state dichiarate inagibili e per sopperire alla
mancanza di spazi si attende la costruzione di un polo scolastico temporaneo
finanziato dalla Regione, attivo a partire da inizio ottobre. “Mentre
aspettiamo, – continua Lisa Luppi, – i nostri ragazzi potranno andare a scuola
in strutture alternative: il piano terra di Villa Giardina, il Palaverde e le
tensostrutture appositamente allestite. Abbiamo studiato un piano di alternanza
per le scuole elementari e medie tra mattina e pomeriggio e faremo in modo che
tutti possano avere un’aula. È importante per dimostrare che piano piano
torniamo alla normalità. Noi non abbiamo mai abbandonato le famiglie in questi
mesi e non lo faremo certo adesso”.
79.420.000 euro i soldi investiti
direttamente dalla Regione Emilia Romagna per le soluzioni alternative là dove
le scuole sono fortemente danneggiate: 56.420.000 euro per la costruzione di 28
edifici scolastici temporanei, 21.500.000 euro per l’affitto di prefabbricati
modulari per 30 edifici scolastici e 1.500.000 euro per la costruzione di
palestre temporanee.
“Devo ammettere, – dichiara Vincenzo
D’Aiello, assessore all’istruzione del comune di Finale Emilia (Modena), – che
gli interventi sono stati tempestivi. Si era detto che la scuola era una priorità
e così è stato: lavoriamo tutti i giorni senza sosta e faremo di tutto per
riuscire a mandare a scuola gli studenti. Nel nostro caso siamo riusciti a
mettere in sicurezza le scuole medie ed elementari della frazione di Massa
Finalese e due scuole nido e due scuole materne di Finale”.
Nel comune di Finale Emilia, il problema
più grande riguarda le scuole elementari e medie che sono inagibili e che
verranno sostituite da un nuovo Polo Scolastico a partire dal 15 ottobre.
“Questo però non vuol dire che lasceremo gli alunni a casa fino a quel giorno,
– continua D’Aiello, – 35 classi saranno infatti ospitate all’interno di
laboratori e alberghi. Le scuole superiori invece, cominceranno i primi di
ottobre e saranno ospitate in container, in attesa che vengano messi in
sicurezza i vecchi spazi. Ci tengo a dire che sono situazioni sì di ripiego, ma
studiate per poter ospitare i ragazzi per tutto l’anno e a volte anche oltre”.
Parole e preoccupazioni simili in tutta
l’Emilia che presto vedrà una folla di ragazzi tornare tra i banchi di scuola.
E se i genitori non fanno che chiedere quando le scuole potranno tornare alla
normalità, la priorità delle amministrazioni comunali è quella di offrire aule
riscaldate per l’inverno nell’attesa che altri fondi permettano il ripristino
delle vecchie sedi o la costruzione di nuovi spazi.
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