“iTunes?
Solo noleggio”. Altroconsumo (e Bruce Willis) contro Apple
L'associazione
dei consumatori: "L'azienda di Cupertino pubblicizza la vendita dei suoi
contenuti, in realtà quando si decide di acquistare musica o altri contenuti,
ci viene fornita solo una licenza d'uso". Così non è possibile copiare
niente su cd. Cosa che ha fatto infuriare anche l'attore americano
di Elio
Cogno
Le canzoni e i film che avete “acquistato”
su iTunes in realtà non sono propriamente vostri, ma sarebbe più corretto
affermare che di vostra proprietà è solamente la licenza d’uso. A puntare
nuovamente il dito contro Apple è Altroconsumo. L’associazione per i
consumatori torna a sfidare il colosso di Cupertino mentre la questione delle pratiche scorrette sulla garanzia è tutt’altro che conclusa. “Se con la
questione dei due anni di garanzia era evidente una violazione da parte di
Apple, in questo caso la segnalazione riguarda un discorso di più ampio respiro
che pone l’accento sulle normative e sulle tutele dei consumatori nel mercato
virtuale – spiega l’avvocato Marco Pierani, responsabile Relazioni esterne ed
istituzionali di Altroconsumo – Apple pubblicizza la vendita dei suoi
contenuti, invitando i consumatori ad acquistarli, senza però dirla tutta fino
in fondo. In realtà, infatti, quando si decide di acquistare musica o, più in
generale, contenuti su iTunes, Apple fornisce una licenza d’uso. Questo
significa ad esempio che i contenuti non potranno mai essere lasciati in
eredità e che è possibile farne solo un uso personale e su un numero
limitato di apparecchi. Insomma Apple non ci vende nulla, ma ci concede alcuni
utilizzi sui contenuti e ne limita altri”. Una nuova forma
di noleggio, più che
di un vero acquisto.
Proprio sulla questione è arrivata negli
scorsi giorni la dichiarazione dell’attore Bruce Willis, intenzionato a
lasciare in eredità alle figlie la sua sterminata collezione musicale
regolarmente acquistata su iTunes, con la sorpresa di non poterlo fare.
“Accettando i termini e le condizioni di utilizzo – continua Pierani – in
realtà si va incontro ad una contraddizione: ad un certo punto si legge infatti
che la musica acquistata può essere masterizzata, e che il cd ricavato può
essere utilizzato allo stesso modo di un cd acquistato in un qualsiasi negozio.
Possiamo quindi regalare, rivendere o lasciare in eredità questa musica
esattamente come facciamo con la musica su supporto fisico? Nient’affatto!
Qualche riga più sotto infatti si legge che il cd può essere masterizzato, ma
solo come copia di backup”. Altroconsumo ha inoltrato la sua segnalazione
all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (l’Antitrust) che sta
valutando proprio in questi giorni l’apertura di un fascicolo sulla questione.
Con la segnalazione l’associazione ha inoltre richiesto di bloccare gli spot
definiti “ingannevoli” per il consumatore, non specificando chiaramente che
cosa si sta acquistando. La denuncia nei confronti dei termini di utilizzo di
iTunes si inserisce in un panorama che ha già visto coinvolto in passato anche Amazon
e la tutela del consumatore nei suoi acquisti online.
“Se è vero che il passaggio dei contenuti
online permette di avere un mercato più concorrenziale, dall’altra parte si va
incontro alla perdita di alcuni diritti che il consumatore aveva con il
supporto fisico. Nei termini di utilizzo di iTunes si parla di “contratto” e
non più di diritti veri e propri: gli accordi commerciali vengono di fatto
imposti al consumatore e sono basati su concetti contrattuali più che su
normative vere e proprie”. Questa mancanza dal punto di vista normativo sembra
proprio essere un facile appiglio per la creazione di accordi commerciali poco
trasparenti, soprattutto se si considera che l’attuale normativa sul copyright
fonda le sue radici in un momento storico in cui la musica si ascoltava su
compact disc e non in formato mp3. La segnalazione di Altroconsumo cerca quindi
di aprire un dibattito sulla questione e ammette che, almeno in questa prima
fase, sarà difficile ottenere grandi risultati: “Se l’Antitrust decidesse di
aprire un fascicolo sulla questione e tutto il procedimento andasse a buon
fine, probabilmente potremmo assistere ad una sanzione nei confronti di Apple –
spiega il responsabile Relazioni esterne ed istituzionali di Altroconsumo – Ma
è ovvio che questo vuole solo essere il punto di partenza di una discussione
molto più ampia che andrà a coinvolgere la normativa sul diritto d’autore, sul
copyright e soprattutto sulla tutela dei consumatori nel mercato virtuale, così
come avviene nel mercato reale”.
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