Qualcuno
non crederà che certe cose capitino solo agli universitari di Catania.
Forse
che gli studenti della Bocconi non ricevano
mail per “appoggiare” questo o quell’altro…
da: Lettera 43
Catania,
politica d'ateneo
Una
mail per sponsorizzare la candidata Udc Grassi.
Una mail per «promuovere il cambiamento» è
arrivata nella casella elettronica di numerosi studenti dell’università di
Catania il 17 settembre.
«Lamentarsi non basta», diceva il messaggio
«occorre scegliere rappresentanti che dell’onestà del lavoro e dell’impegno
sociale ne abbiano fatto uno stile».
UN VOTO PER GRASSI. In fondo, un invito esplicito:
votare per Maria Elena Grassi, candidata con l’Udc alle prossime elezioni
regionali in Sicilia, «una donna professionalmente impegnata nel sistema
scolastico regionale»
«Unisciti a noi e diventa anche tu protagonista di un cambiamento sano», chiosava il testo della mail, che sponsorizzava la candidatura della donna sotto le insegne del partito di Pierferdinando Casini, lo stesso a cui appartiene il rettore dell’ateneo catanese Antonino Recca.
«Unisciti a noi e diventa anche tu protagonista di un cambiamento sano», chiosava il testo della mail, che sponsorizzava la candidatura della donna sotto le insegne del partito di Pierferdinando Casini, lo stesso a cui appartiene il rettore dell’ateneo catanese Antonino Recca.
Gli studenti si sono subito chiesti chi
fosse quel Daniele Di Maria, mittente della mail che conteneva quella
pubblicità elettorale non richiesta.
Ma soprattutto: come mai quel messaggio di
posta elettronica era stato spedito alla mailing list degli studenti
universitari catanesi, fino a quel momento mai utilizzata neanche per
comunicazioni ufficiali dall’università?
MESSAGGIO DALL'ATENEO. I ragazzi del
Movimento studentesco hanno subito rilanciato in Rete il testo della mail, per
capire quanti colleghi l’avessero ricevuta. E uno di loro ha subito chiarito:
«È stata sicuramente inviata, in orario di lavoro, dalla rete dell'università
di Catania».
Così, una delegazione di studenti
indispettiti per il messaggio elettorale non richiesto è andata a chiedere
spiegazioni al rettorato, dove ha subito notato su alcune scrivanie mazzette di
volantini della stessa Grassi, dirigente scolastica dell’istituto catanese
Lucia Mangano.
«Mi dispiace se qualcuno ha mandato mail
che invitavano a votarmi», si è scusata la diretta interessata, facendo
intendere che si trattasse di un'iniziativa autonoma del mittente.
PROMOZIONE IN FAMIGLIA. Ma Daniele Di Maria
non è un semplice studente, spiega Matteo Ianniti del Movimento studentesco,
«bensì il figlio della Grassi, dato che da quello che ci risulta sarebbe
sposata proprio con Antonino Di Maria, un dipendente amministrativo del
rettorato». Proprio lo stesso ufficio dove gli studenti sono andati a
protestare.
«È curioso che la mail inviti a votare per
una candidata dello stesso partito a cui apparteneva il rettore. Così come lo è
il fatto che si faccia quest'uso della mailing list dell’università si faccia
quest’uso dopo che lo stesso Recca aveva in passato criticato gli studenti che
come me si impegnavano in politica», protesta Ianniti, che era stato segnalato
dal rettore al preside della facoltà di Scienze Politiche, per essersi occupato
di temi politici all’interno della vita universitaria.
VIOLAZIONE DELLA PRIVACY. «Parleremo con un
avvocato per capire se ci sono gli estremi per ricorrere alla magistratura: i
dati personali che abbiamo fornito all’università nel momento dell’iscrizione
sono stati violati per fare propaganda politica», annuncia il portavoce del
Movimento studentesco.
Recca, ex presidente dell’Udc ai tempi in
cui il segretario era l’ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, si è
trincerato dietro un secco no comment sulla vicenda. Il rettore era già stato
investito dalle polemiche dopo la nomina di suo fratello Severino come
consulente a titolo gratuito dello stesso ateneo catanese.
E dall’ufficio stampa dell’università minimizzano: «Di tutta questa storia non sappiamo nulla». Evidentemente l’indirizzo mail dell’ufficio stampa non era tra i destinatari scelti da Di Maria.
E dall’ufficio stampa dell’università minimizzano: «Di tutta questa storia non sappiamo nulla». Evidentemente l’indirizzo mail dell’ufficio stampa non era tra i destinatari scelti da Di Maria.
Nessun commento:
Posta un commento