Che si fa…si festeggia con un festino trash?!...
Ma guarda un po’…lei voleva fare la
benzinaia e io la saldatrice (causa passione folle per fiamma ossidrica)
Potevamo mettere su un’officina meccanica.
Ma, meno male per il pubblico che le grida “Mariaaahhh!!!”, si è data alla tv…
Non è sexy, ha la voce rauca e un carattere
freddo. Eppure, fin dal debutto (26 settembre 1992), Maria De Filippi ha conquistato
gli spettatori. Al punto da essere l’unica a battere in ascolti la Nazionale di
calcio. Come ci riesce? Leggete qui
Sabato 26
settembre 1992, classico pomeriggio
d’autunno. Su Canale 5, sguardo a
metà tra il duro e l’intimorito, Maria
De Filippi esordisce alla guida di Amici. Piccola parentesi per i teenager
che oggi non ne perdono una puntata, ma che all’epoca non erano ancora nati:
all’inizio era un talk show per
adolescenti, solo dopo è diventato il talent di Marco Carta, Alessandra
Amoroso, Emma Marrone...
Ma torniamo alla debuttante Maria. I buoni
la etichettano come la “sostituta” di
Lella Costa, che aveva condotto il talk show l’anno prima. Gli spietati la
liquidano come “la raccomandata”, in
quanto compagna di Maurizio Costanzo
(che ha conosciuto a un convegno nel 1989 e sposerà nel 1995). I più si
stupiscono.
Zero sex appeal, voce rauca, modi freddi:
che ci farà mai in tv... Eppure, contro ogni pronostico, quel giorno nasce il
“fenomeno De Filippi”: 20 anni in video
e audience da record. Sapete che è l’unica a superare in ascolti la
Nazionale di calcio? Maria ribalta addirittura i ruoli in famiglia. Oggi non è
più lei “la moglie di”, ma quasi quasi è Costanzo a essere diventato “il marito
della De Filippi”. Certo, resta la domanda di fondo: qual è il segreto di
questo successo su cui non scommetteva nessuno?
«È l’interprete perfetta della
neo-televisione, che non rispecchia il mondo, ma lo fabbrica con il suo delirio
di onnipotenza» spiega Giorgio Simonelli,
docente di Storia della radio e della televisione all’università Cattolica di
Milano. «La De Filippi seleziona
talenti, regala l’amore, fa litigare e poi riconcilia. Una “dea ex
machina”, che scatena gli avvenimenti in diretta. Ma mentre i colleghi lo fanno
con irruenza, lei mostra sobrietà e rigore. Ricordate Carràmba! Che sorpresa? È
il papà degli show che oggi chiamiamo “alla De Filippi”. Quanto Raffaella Carrà
era viscerale e folcloristica, Maria è posata, quasi asettica. Tutti pensano che sia il suo carattere, in
realtà ogni mossa è studiata: ad Amici e C’è posta per te lei fa la regista
e lascia il ruolo da protagonisti ai concorrenti e al pubblico». Pensare che da
piccola Maria voleva diventare benzinaia («perché si guadagna tanto»). E invece
ha cambiato il linguaggio del piccolo schermo. «A partire dalla voce, roca e
bassa, che ha trasformato da difetto a marchio di fabbrica» nota Simonelli.
«Usa pause e silenzi per far capire che riflette insieme agli spettatori e non
giudica. Presenta seduta, in mezzo al pubblico, per far sentire alla gente che
è una di loro».
«Non a caso l’ho definita “la burattinaia dei poveri cristi”» sostiene
Aldo Grasso, critico televisivo del
Corriere della Sera. «E non me ne pento. I personaggi
delle sue trasmissioni le affidano le loro esistenze e lei le pilota,
portando in scena una triste commedia umana. Le riconosco un merito: intuisce
ciò che desidera la gente. Dieci anni fa era il momento di machi e lifting? Ha
tirato fuori dal cilindro Costantino
Vitagliano. Siamo un paese di
anziani? Porta gli over 70 a Uomini
e donne. La società ha capito di avere perso i valori e vuole riportare in
auge la meritocrazia? Ecco la scuola
di talenti di Amici».
Cambiano i programmi, cambia anche il look. «A inizio carriera la De Filippi
si infagotta in tailleur bon ton
stile regina Elisabetta per darsi un tono, per dimostrare di essere credibile a
quanti le davano della raccomandata» commenta la fashion guru Carla Gozzi, ora
alla guida di Guardaroba perfetto (da lunedì a venerdì alle 15 su Real Time).
«Poi opta per uno stile androgino,
con jeans, pantaloni di pelle e stiletti fetish. Sa di non essere bella, quindi
si costruisce un’immagine forte, diversa da quella delle colleghe. Negli ultimi tempi si ammorbidisce con abiti
più alla moda. Ma non si lega a una griffe, anzi, sceglie i vestiti da sola.
Secondo me, però, alle donne piace
soprattutto per la gestione low profile
della sua vita: niente scandali, poche foto paparazzate e l’adozione del
figlio Gabriele, oggi 23enne, conquistata lontano dai riflettori».
Sarà. Ma questo non aiuta a fare luce sul mistero De Filippi. Che ha perfino dato il titolo a un libro: Il mistero di Maria (Mimesis), di Salvatore Patriarca. «Di solito, analizzando la De Filippi ci si sofferma su tronisti, ballerini e cantanti. Invece bisogna studiare lei» dice l’autore. «Come inchioda le persone alla tv? Facendo rivivere loro le varie fasi della vita. Le riporta ai tempi della crescita e della formazione con la scuola di Amici. Le getta nell’arena della vita e dell’amore a Uomini e donne. Regala la speranza del perdono e della riappacificazione a C’è posta per te. Così il pubblico si rasserena, felice di partecipare a questa speciale terapia di gruppo. Inoltre la De Filippi ha stravolto l’immagine femminile in televisione, ha offuscato la fisicità per dare risalto alla sua voce e all’anima: una rivoluzione. E per compierla ci vogliono intelligenza e furbizia».
Sarà. Ma questo non aiuta a fare luce sul mistero De Filippi. Che ha perfino dato il titolo a un libro: Il mistero di Maria (Mimesis), di Salvatore Patriarca. «Di solito, analizzando la De Filippi ci si sofferma su tronisti, ballerini e cantanti. Invece bisogna studiare lei» dice l’autore. «Come inchioda le persone alla tv? Facendo rivivere loro le varie fasi della vita. Le riporta ai tempi della crescita e della formazione con la scuola di Amici. Le getta nell’arena della vita e dell’amore a Uomini e donne. Regala la speranza del perdono e della riappacificazione a C’è posta per te. Così il pubblico si rasserena, felice di partecipare a questa speciale terapia di gruppo. Inoltre la De Filippi ha stravolto l’immagine femminile in televisione, ha offuscato la fisicità per dare risalto alla sua voce e all’anima: una rivoluzione. E per compierla ci vogliono intelligenza e furbizia».
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