da: Famiglia Cristiana
Industria,
buio a Mezzogiorno
Secondo
l'ultimo rapporto dello Svimez il Sud è preda della "desertificazione
industriale". Un operaio meridionale costa quanto due polacchi e dieci
bulgari.
La protesta
degli operai dell’Ilva sulla passerella dell'altoforno numero 5 si staglia
nel quadro a tinte fosche offerto dallo Svimez (Associazione per lo sviluppo
dell'industria nel Mezzogiorno). Il Sud ormai è a rischio “desertificazione
industriale”. I consumi non
crescono da quattro anni, una giovane donna su quattro è disoccupata e 329 mila
under 34 hanno perso il lavoro negli ultimi tre anni. Il rapporto sottolinea
che il Sud rischia di perdere interi comparti dell’industria. Lo scenario è
quindi quello di una profonda e continua de-industrializzazione.
Le aziende del Mezzogiorno non riescono a mettere in pratica strategie internazionali per via della fortissima concorrenza dei Paesi emergenti nel mondo globalizzato. Situazione ancora più difficile in presenza di un costo del lavoro al Sud decisamente più alto dei competitors europei e asiatici. Un lavoratore meridionale costa mediamente 34.334 euro, quasi quanto due polacchi, sette rumeni e dieci bulgari. Di fronte a questi dati c’è quasi da rimpiangere la Cassa del Mezzogiorno. Il Sud è un deserto industriale ma anche un deserto lastricato di promesse. Bisognerebbe anche chiedere all’ex ministro Tremonti che fine ha fatto la tanto sbandierata banca del Sud, che avrebbe dovuto sostenere finanziariamente lo sviluppo aziendale nel Mezzogiorno.
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