da: Euronews
Caso
Alpi, verso la riapertura dell’inchiesta, Grainer: “Le carte ci sono, le
istituzioni no”
Pagato da
un’autorità italiana per mentire. Ali
Rage Hamed detto Gelle dichiarò di avere visto il miliziano somalo Hashi Omar Hassan sparare a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Venne creduto nonostante le
incongruenze e Hassan fu condannato a 26 anni di carcere. In due occasioni,
negli anni successivi, Gelle ha affermato che il suo fu un depistaggio:
Mariangela
Gritta Greiner, Portavoce Associazione Ilaria Alpi
“Se questo teste
dicesse che ha dichiarato il falso essendo l’unico testimone d’accusa di Hashi
Omar Assan, non ce ne sono altri, si potrebbe riaprire il processo nei
confronti di Hashi Omar Assan. E quindi si potrebbe riaprire tutta la questione
inerente al duplice omicidio di Mogadiscio. Fare appello a un cittadino somalo,
alla sua responsabilità, per tornare in Italia a dire la verità, la dice lunga
su quello che non hanno fatto le istituzioni”
E’ scritto in
sentenze della magistratura che l’obiettivo era impedire ad Ilaria Alpi di
rivelare ciò che aveva scoperto sul traffico d’armi e di rifiuti tossici, in
corso in Somalia, in contiguità con la cooperazione italiana e non solo. Una
tesi non confermata dall’ultima commissione parlamentare d’inchiesta che ha
chiuso, divisa, i lavori nel 2006. Secondo la relazione di maggioranza il
duplice omicidio fu un tentativo di sequestro finito male.
Mariangela
Gritta Grainer, Portavoce Associazione Ilaria Alpi
“Sulle stragi e
su molti omicidi in Italia non si arriva alla verità perché non si vuole
arrivare alla verità. Perché spesso si costruiscono carte false, si rovescia la
verità e si fa apparire vero ciò che è falso. Si costruiscono depistaggi e la
storia di Ilaria Alpi è tutta costellata di questi elementi”.
Nessun commento:
Posta un commento