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Kataweb
Il caso Tortora in tv senza placet della famiglia
La vicenda umana e giudiziaria di Enzo Tortora nella fiction diretta e interpretata da Ricky Tognazzi. "Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo rimasti?", in onda il 30 settembre e l'1 ottobre in prima serata su Rai1. I sette mesi di carcere, gli errori giudiziari, la sua lunga battaglia legale fino all'assoluzione in un racconto che non ha avuto il 'visto' delle eredi del giornalista-conduttore
di Annalisa D’Aprile
«Speriamo che Silvia e Gaia Tortora vengano alla
proiezione del film che faremo venerdì a Napoli». Simona Izzo,
sceneggiatrice della miniserie diretta e interpretata dal marito Ricky
Tognazzi, “Il caso Enzo Tortora” sottotitolo “Dove
eravamo rimasti?” (Raiuno, domenica 30 settembre e lunedì 1 ottobre),
lancia pubblicamente un invito alle figlie del conduttore, fin dall’inizio
contrarie al progetto e rimaste in silenzio dopo aver ricevuto la sceneggiatura
e per tutta la durata delle riprese. Ma che parleranno poco dopo la
presentazione alla stampa.
«Il lato privato di un uomo pubblico si deve avere la
possibilità di raccontarlo e ipotizzarlo» continua la Izzo mentre Tognazzi
aggiunge che «Silvia non condivideva la necessità di fare un altro film (il
primo è “Un uomo per bene”, con Michele Placido, ndr), volevano evitare che si
strumentalizzasse ancora il caso Tortora».
Il “caso Tortora” ha inizio il 17 giugno 1983, quando il
popolare conduttore di “Portobello” viene arrestato su mandato della procura di
Napoli per associazione a delinquere di stampo camorristico. Ad accusarlo
pregiudicati affiliati
alla Nuova Camorra organizzata. Ci vorranno quattro
anni, tre gradi di giudizio e nuove indagini che smontino il castello di accuse
costruite ad arte e le false dichiarazioni di pentiti e mitomani, perché la
giustizia ammetta il suo errore e Tortora venga assolto con formula piena. E il
20 febbraio 1987 torna in tv con il suo “Portobello” e, commosso, dice al
pubblico «Dunque…dove eravamo rimasti?».
La fiction che alterna le due facce dell’uomo, quella
pubblica di personaggio televisivo e quella privata di padre, fratello e
compagno (della giovane giornalista Francesca Scopelliti, interpretata da
Bianca Guaccero), è incentrata soprattutto sul calvario giudiziario.
Ricostruita sui libri “Applausi e sputi – Le due vite di
Enzo Tortora” (di Vittorio Pezzuto) e “Fratello segreto” (di Anna Tortora, la
sorella interpretata da Carlotta Natoli) «e sulla sentenza della Corte
d’Appello di Napoli», aggiunge Giancarlo De Cataldo (sceneggiatoreinsieme alla
Izzo), la miniserie si apre con l’arresto e, nella prima puntata, racconta la
detenzione in carcere di Tortora che rifiuta la libertà provvisoria perché,
come dice al suo avvocato, «l’innocenza non è provvisoria».
«Quando Enzo viene spogliato della sua celebrità –
racconta Tognazzi – quello che rimane è esattamente un uomo come noi. Se avesse
potuto vederlo la frangia dei colpevolisti si sarebbe notevolmente ridotta».
A citarlo invece come «importante paragone rispetto ai comportamenti di oggi» è la responsabile della fiction Rai Eleonora Andreatta.
A citarlo invece come «importante paragone rispetto ai comportamenti di oggi» è la responsabile della fiction Rai Eleonora Andreatta.
Tortora infatti, eletto deputato nel giugno 1984 al
Parlamento europeo, rinuncia all’immunità parlamentare e si dimette (il 31
dicembre 1985) dall’incarico per andare alla sbarra come qualsiasi altro
cittadino.
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