Non capisco. E, allora, avrei un’osservazione/domanda
per Renzi. Magari gliela potrebbe riferire Gori…
Ah…già…Giorgio Gori mica conosce questo
blog….
Vabbè…in qualche modo arriverà a
destinazione….
Inizio dalle prime pagine del documento pubblicato
nel sito del sindaco di Firenze, linkando “IDEE”:
Pagina 1 (presumo, perché le pagine del pdf non sono numerate): […] Il punto, oggi, non è proporre l’ennesimo grande disegno di riforma destinato a rimanere confinato nelle aule del Parlamento e sulle pagine dei giornali. Il punto è dare gli strumenti a chi ha già dimostrato di saper fare, per moltiplicare le esperienze migliori e farle diventare la norma. Una norma che nasce dal basso, anziché piovere dall’alto.
Pagina 1 (presumo, perché le pagine del pdf non sono numerate): […] Il punto, oggi, non è proporre l’ennesimo grande disegno di riforma destinato a rimanere confinato nelle aule del Parlamento e sulle pagine dei giornali. Il punto è dare gli strumenti a chi ha già dimostrato di saper fare, per moltiplicare le esperienze migliori e farle diventare la norma. Una norma che nasce dal basso, anziché piovere dall’alto.
Pagina 2: […] Il modo più semplice per far ripartire l’Italia è investire sugli
italiani: cominciare presto, con un grande progetto per gli asili pubblici,
migliorare l’istruzione riportando il merito nella scuola e nell’università,
restituire potere d’acquisto alle famiglie con un intervento immediato per i
redditi più bassi e un’azione decisa sulle tariffe che crescono da noi molto
più che altrove, incentivare l’occupazione dei giovani, delle donne e degli
over 55 con politiche mirate, introdurre un welfare biografico, che segua il
percorso di ognuno e permetta a tutti di sviluppare appieno il proprio
potenziale.
[…]
Lo (in realtà è scritto “la”..errore di battitura) strumento più importante per il rilancio dell’economia è la semplificazione. Una pubblica amministrazione
trasparente che punti sulla qualità attraverso una chiara individuazione delle e valutazione dei risultati. Un fisco semplice, con la
dichiarazione precompilata per i singoli e per le aziende. […]
Non mi aspetto da nessun partito o movimento un programma
dettagliato, per il semplice elementare motivo che solo quando si arriva ai
posti di comando si accede a strutture e dati e, conseguentemente, si è in
grado di analizzare, definire, proporre, disporre, la gestione della cosa
pubblica.
Mi aspetto, però, coerenza all’interno di un documento – comunque lo
si chiami: programma o idee, quest’ultimo termine scelto da Renzi/Gori proprio
per scansare proposte concrete dettagliate – niente aria fritta e nessuna
contraddizione. Mi aspetto, inoltre, non solo indicazioni macro. Soprattutto da
chi ha esperienza diretta come amministratore di una città.
Si inizia con “il punto non
è proporre l’ennesimo disegno di riforma destinato a rimanere confinato nelle
aule del Parlamento, ecc…”una norma che nasce dal basso anziché dall’altro…”.
C’è qualcuno che non è d’accordo? Pure la Santanchè e Storace lo
sono.
Si prosegue con: “lo
strumento più importante è la semplificazione…”
Dati i concetti di cui sopra, a parte una certa analogia con il grillismo (le proposte arrivano dagli
italiani) mi spiegherebbe Renzi come si
realizza una semplificazione partendo dal basso. Gli scrivo io il disegno di legge e i decreti attuativi?
Ci sono dei fondi europei. Bene. Bisognerà pur scrivere delle norme per
disporre a chi devono essere destinati, per quali progetti, e quali controlli
prevedere.
Perché è in questo: “chi” “cosa” “come” che si attua la
semplificazione o si fa…l’ennesimo bel documento pdf che piace a certo
elettorato. Da sinistra a destra.
Forse sto chiedendo troppo. Ma, altro punto che mi risulta oscuro,
vorrei capire, qualora Renzi vincesse le primarie e vincesse le elezioni cosa
pensa sia “governare il paese”.
Perché nella mia concezione - che, forse, potrebbe condividere
solo Passera – c’è “un’idea rivoluzionaria”. Io penso che coloro che governano –
ministri e parlamentari - debbano avere preferibilmente la conoscenza specifica
ma più ancora la capacità manageriale di gestire le attività cui sono stati
destinati e si debbano avvalere di collaboratori che abbiano specifiche
conoscenze di merito. La combinazione tra la capacità manageriale e la
conoscenza specifica, in una struttura “leggera” funzionale e con strumenti adeguati
e in perfetto rispetto di controllo dei costi porta a: governare.
Lo stesso concetto possiamo estenderlo ai parlamentari. E’
auspicabile conoscere qualcosa e su questo svolgere il proprio mandato e,
avvalersi (ad esempio in quelle logorroiche commissioni parlamentari) di strutture
che possano fornire dati, esperienze, così da arrivare a scrivere norme che
siano semplici, applicabili, controllabili.
Matteo Renzi è sindaco di Firenze. Cioè amministra una città. Anziché
delle belle idee, principi, mi dia qualche indicazione concreta su come possano
essere attuate.
Le sue “IDEE” sono piacevoli da leggere. Contengono alcune ovvietà,
alcuni propositi in comune con politici e partiti di destra, ma anche buon
senso. Logicità. Renzi ha abilmente messo insieme opinioni e propositi che gli italiani esprimono a casa, in
ufficio, al bar…nel web. Difficilmente questo documento “Un’altra Italia è già qui: basta farla entrare” non incontrerà
consenso e approvazione.
La sensazione che ho avuto nel leggere il suo documento d’intenti
è la stessa che avevo, anni fa, nel leggere il pensiero di Veltroni.
Renzi si tocchi pure se vuole...soprattutto se non si è già
attrezzato per un rito vudu contro il “nemico” di entrambi: Massimo D’Alema.
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