da: la Repubblica
Dopo
14 anni torna Alice
"Samsara",
il suo nuovo album
La
cantante non ha mai smesso di tenere concerti, di pubblicare album con
riletture di musiche di altri o live, e nel 2000 è anche tornata per la terza
volta al Festival di Sanremo.Ora sperimenta nuove strade musicali
di Carlo
Moretti
Ci sono voluti quattordici anni per mettere
insieme un nuovo album di inediti, anche se Alice non ha mai smesso di tenere
concerti, di pubblicare album con riletture di musiche di altri o live, e nel
2000 è anche tornata per la terza volta al Festival di Sanremo. Per questo
forse l’album che esce martedì prossimo, 18 settembre, intitolato “Samsara” (in
sanscrito indica il ciclo di vita, morte e rinascita) contiene tante anime e
mondi musicali diversi, collaborazioni eccellenti a cominciare da quelle con
Tiziano Ferro che ha scritto per lei due canzoni, “Nata ieri” e “Cambio casa”,
e Franco Battiato, che firma il brano intitolato “Eri con me”. Cantautrice ma
anche interprete sopraffina (splendida la sua rilettura nel disco de “Il cielo”
di Lucio Dalla), Alice a 57 anni mantiene la voglia di sperimentare nuove
strade musicali e dopo l’uscita del disco partirà il 30 novembre dalla sua
Forlì per il tour italiano cui a gennaio farà seguito quello europeo.
“Samsara” è un album decisamente vario,
sia dal punto di vista musicale sia per i temi che tratta: come lo definirebbe?
«Un microcosmo sonoro, è così che l’ho
inteso sin da quando ho cominciato a pensarci più o meno tre anni fa. Ci sono
tante emozioni diverse, volevo delle canzoni che in cui ci fossero diversi
quadri di vita, anime diverse.
A lungo nella mia carriera, diciamo a partire
dal 1980 e per quasi venti anni, ho puntato a scrivere e cantare solo canzoni
scritte da me o insieme ad altri, ma in questo caso l’aver chiesto ad altri di
accompagnarmi nel viaggio significa aver aggiunto ricchezza e umanità
all’album, una ricchezza immensa. Tutti noi autori abbiamo delle
caratteristiche precise, siamo per forza di cose parziali nelle nostre
scoperte, per questo mani diverse e menti differenti possono cogliere aspetti
della vita, sfumature di sentimenti che non abbiamo provato o conosciuto
direttamente. Parlo sia dell’aspetto compositivo sia di quello produttivo e
musicale».
Sembra quasi che le piaccia più cantare canzoni scritte da altri che le sue.
«È vero, mi piace essere un mezzo che dia
vita ad emozioni scritte da altri, in quel momento le vivo anch’io per prima.
La scelta delle collaborazioni in questo album, da Tiziano Ferro a Franco
Battiato, a Mino Di Martino che firma quattro brani (“Morire d’amore”, “Un
mondo a parte”, “Autunno già” e “Come il mare”) dei dodici di cui l’album
si compone, è stata semplice, avverto subito se un brano mi rappresenta. Diciamo
che è una scelta che si fa da sé».
Il disco si apre con “Morire d’amore”, dedicato alla figura di Giovanna D’Arco, ancora fortissima dopo tanti secoli.
«Una storia straordinaria e una figura
affascinante che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità.
Molti si fermano alla superficie della giovane guerriera che a 19 anni venne
mandata al rogo accusata di eresia dimenticando che si tratta della vicenda di
una donna che ha sublimato nel suo gesto l’amore per Dio. Mi tocca molto e la
trovo una storia esemplare in questi anni in cui siamo proiettati a vivere
l’amore come passione e desiderio di ricevere e mai di dare in maniera
incondizionata. Un dono presente in ogni essere umano ma offuscato dal
desiderio di possesso e potere».
Nel disco c’è anche la cover di “Il cielo”: un omaggio per la recente scomparsa di Lucio Dalla?
«Purtroppo è diventata un omaggio, l’avevo
già scelta due anni e mezzo quando avevo appena iniziato a lavorare all’album.
È una canzone eterna, una grande melodia piena di poesia, profondità,
semplicità, luminosità e tocca chi l’ascolta come una preghiera. È davvero
straordinaria».
Questo album esce a 40 anni esatti dalla sua prima uscita discografica: cos’ha imparato dal suo lungo rapporto con la musica?
«La musica ha segnato passaggi fondamentali
nella mia vita, sono stata fortunata a trasformare una passione nella mia
professione. Per me la musica non è mai stata finalizzata al successo o al
raggiungimento di un traguardo economico, è stata l’aria che respiro, una fonte
di vita. Quando dunque nel ’98 mi sono accorta che le pressioni degli ordini
commerciali avevano trasformato la passione in una professione che rischiava di
soffocare il motore emotivo del cantare, allora ho deciso di fondare una mia
etichetta per prendere in mano il timone della mia musica».
Una
decisione che a tutti sembrò anticipata dall’ultimo album inciso per una
multinazionale, intitolato “Exit”.
«Per la verità “Exit” era l’emblema di un
grande cambiamento interiore ed esistenziale. Una delle frasi del brano
intitolato come l’album dice: “L’unica via d’uscita è dentro”. È l’apertura che
volge lo sguardo all’interno. Però si è trattato di un cambiamento che ha
coinvolto tutti gli aspetti della mia vita, del resto se si desidera di
cambiare non lo si può fare temendo il cambiamento».
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