martedì 11 settembre 2012

Alcoa: il background professionale di Passera, a volta aiuta, a volte fa sbagliare…


E' la prima volta, da quando è ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, che Corrado Passera non gestisce in maniera appropriata le sue esternazioni.
Un errore dialettico che dimostra, per la prima volta, che il suo pregresso professionale – utile per essere il più politico dei tecnici – può anche giocare brutti “scherzi”.


Che la situazione Alcoa sia più disastrosa di altre perché la multinazionale americana trova più conveniente mollare l’Italia per l’Arabia Saudita, e la situazione del mercato sia tale da non consentire una ripresa e nuovi investimenti, è chiaro a tutti. Anche ai lavoratori dell’Alcoa. Ma il ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture non può dire che non c’è nulla da fare.

Al più politico dei tecnici che - sicuramente – si presenterà alle prossime elezioni con una sua lista o aggregandosi ad altri, dovrebbe essere chiaro che i lavoratori dell’Alcoa non sono né i bancari né gli impiegati delle Poste, nè, tanto meno, fanno parte del "mondo McKinsey".
Vale a dire: con i sopra citati puoi imporre decisioni, chiamare al tavolo i sindacati per una trattativa pro-forma. Loro bofonchieranno un po’, faranno più o meno rumore, predisporranno volantini con caratteri in grassetto da mandare via mail e da appendere negli appositi spazi loro riservati in azienda, ma torneranno a casa, cioè da coloro che dovrebbero rappresentare, con la schiena bassa.



Negoziare con alcune tipologie di lavoratori e di rappresentanze sindacali è molto diverso che trattare con lavoratori esasperati che si aggrappano al posto di lavoro perchè non hanno altri sbocchi professionali. 

Passera non può esternare e agire come se fosse ancora amministratore delegato di Banche e Poste. 
Finora, diversamente da quel pericolo pubblico che è la bocca (e la testa se questa è collegata alla prima) della collega Fornero, ha fatto migliore figura perché è…il più politico dei tecnici.
Ma se pensa di affrontare e trattare le questioni del lavoro con gli stessi criteri che si poteva permettere nei ruoli precedenti, perché gli interlocutori erano inesistenti o, nella migliore delle ipotesi: flebili, per incapacità ma anche perché non rappresentativi di fasce di lavoratori “forti”, la sua carriera politica non sarà diversa da quella dei politici che stanno aspettando di riprendere il loro posto.

Corrado Passera può far di meglio che rubare agli italiani, perché ha una struttura mentale che gli consente di gestire un’eventuale delega che gli assegnasse parte dell’elettorato.
Recuperi la sua capacità dialettica. E, soprattutto, anche per effetto di un background professionale che lo rende più propenso a gestire progettualità di coloro che negli anni lo hanno preceduto in quel ministero, trovi soluzioni.
Magari a spese di noi contribuenti. 
Del resto, è quello che ha fatto quando era amministratore delegato di Intesa San Paolo e “collaborò” con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi per il “salvataggio” di Alitalia. 


foto da: Lettera 43 e Tmnews 

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