E' la prima volta, da quando è
ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, che Corrado Passera non gestisce in maniera appropriata le sue esternazioni.
Un errore
dialettico che dimostra, per la prima volta, che il suo pregresso professionale –
utile per essere il più politico dei tecnici – può anche giocare brutti “scherzi”.
Che la situazione
Alcoa sia più disastrosa di altre perché la multinazionale americana trova più
conveniente mollare l’Italia per l’Arabia Saudita, e la situazione del mercato
sia tale da non consentire una ripresa e nuovi investimenti, è chiaro a tutti.
Anche ai lavoratori dell’Alcoa. Ma il ministro dello Sviluppo Economico e delle
Infrastrutture non può dire che non c’è nulla da fare.
Al più politico
dei tecnici che - sicuramente – si presenterà alle prossime elezioni con una
sua lista o aggregandosi ad altri, dovrebbe essere chiaro che i lavoratori
dell’Alcoa non sono né i bancari né gli impiegati delle Poste, nè, tanto meno, fanno parte del "mondo McKinsey".
Vale a dire: con i sopra citati puoi imporre decisioni, chiamare
al tavolo i sindacati per una trattativa pro-forma. Loro bofonchieranno un po’,
faranno più o meno rumore, predisporranno volantini con caratteri in grassetto
da mandare via mail e da appendere negli appositi spazi loro riservati in azienda, ma torneranno a casa, cioè da coloro che
dovrebbero rappresentare, con la schiena bassa.
Negoziare
con alcune tipologie di lavoratori e di rappresentanze sindacali è molto
diverso che trattare con lavoratori esasperati che si aggrappano al posto di
lavoro perchè non hanno altri sbocchi professionali.
Passera
non può esternare e agire come se fosse ancora amministratore
delegato di Banche e Poste.
Finora, diversamente da quel pericolo pubblico che è la bocca (e la testa se
questa è collegata alla prima) della collega Fornero, ha fatto migliore figura
perché è…il più politico dei tecnici.
Ma se pensa
di affrontare e trattare le questioni del lavoro con gli stessi criteri che si
poteva permettere nei ruoli precedenti, perché gli interlocutori erano
inesistenti o, nella migliore delle ipotesi: flebili, per incapacità ma anche
perché non rappresentativi di fasce di lavoratori “forti”, la sua carriera
politica non sarà diversa da quella dei politici che stanno aspettando di
riprendere il loro posto.
Corrado
Passera può far di meglio che rubare agli italiani, perché ha una struttura
mentale che gli consente di gestire un’eventuale delega che gli assegnasse
parte dell’elettorato.
Recuperi
la sua capacità dialettica. E, soprattutto, anche per effetto di un background professionale
che lo rende più propenso a gestire progettualità di coloro che negli anni lo
hanno preceduto in quel ministero, trovi soluzioni.
Magari
a spese di noi contribuenti.
Del
resto, è quello che ha fatto quando era amministratore delegato di Intesa San Paolo e “collaborò” con il presidente del
consiglio Silvio Berlusconi per il “salvataggio” di Alitalia.
foto da: Lettera 43 e Tmnews
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