venerdì 23 maggio 2014

Elezioni europee 25 maggio 2014: dubbio amletico, votare o non votare…



Si tratta di eleggere il Parlamento Europeo. Razionalmente, vorrei votare.
Per quanto l’Unione Europea non sia un insieme politico. Per quanto a dettare le condizioni sia un unico paese, che, va ammesso, è economicamente forte perché ha una classe politica capace di gestire una nazione e dei cittadini con un senso dello stato che noi non abbiamo nel nostro dna, e che non riusciamo a sviluppare con questa classe politica, specializzata nel ladrocinio e incapace di gestire la cosa pubblica.
Fossero elezioni politiche, non avrei dubbi: vado al mare.
Ma, per quanto a Bruxelles contiamo come il due di picche a briscola, ritengo che si dovrebbe votare.
Ma ho un problema….

Sono un cane sciolto. Mai attratta da ideologismi di destra o sinistra, ma ho sempre scartato alcuni partiti o movimenti perché al di fuori della mia concezione mentale e sociale.
Escludendo alcuni ne rimangono altri.
Oddio.
Qui sta il problema: gli altri…


Al momento, continuo a considerare (Marc’Antonio) Matteo Renzi l’erede di Berlusconi. Con una differenza: ha messo in tasca a dieci milioni d’italiani 80 euro prendendoli dalle solite tasche. Tra cui, le mie. Inoltre, mi sta confermando ciò che pensavo e scrivevo tempo fa (clicca qui). A oggi non mi sento smentita.
Ha fatto qualche show alla Mastrota in conferenza stampa. Ha annunciato decreti leggi che dovranno essere convertiti a suon di voti di fiducia, cioè togliendo le prerogative costituzionali al Parlamento. E poi ci sono gli “annunci-annunci”. Nascono come tali e tali rimangono.

Inoltre, trovo il suo presenzialismo televisivo più eccessivo e ossessivo di quello di Berlusconi nei suoi tempi elettorali migliori. E, piccola annotazione che non influisce sul voto ma me lo rende insopportabile alla vista: se Silvio ha la testa che pare disegnata da un pennarello punta media, Renzi ha un collo largo quanto un gasdotto. Se Putin il gas ce lo manda da lì, non vedo problemi di approvvigionamento per il nostro paese.

Berlusconi e Renzi, li trovo entrambi inguardabili. Ma questo è un aspetto marginale rispetto alla consistenza politica. Di un certo spessore quella di Berlusconi. Nel fare e difendere i suoi interessi. Per il resto, il nulla totale.
Da dimostrare quella di Renzi, che pare però indirizzata al presidenzialismo di fatto. Abbiamo già Re Giorgio. Possiamo, invece, tornare a ripristinare la Costituzione magari introducendo dei meccanismi parlamentari razionali, che semplifichino l’iter di discussione e approvazione senza togliere prerogative democratiche quali la discussione, il confronto, la modifica, per poi passare all’approvazione in tempi ragionevoli? (lo so…utopia)..

Orbene…
Escludendo il centro destra (non cito l’ex cagnolino di Silvio sostituito da Dudù perché non vale manco una menzione), escludendo Renzi…poco rimane.
Se mai avessi avuto “attenzione” per il Movimento 5 Stelle, per quanto ritenga che alcune delle dichiarazioni di Grillo siano indubbiamente strumentalizzate e non si voglia cogliere l’ironia, il duo Grillo-Casaleggio mi “inquieta” seppure non proprio per i motivi di alcuni.
L’aver visto e sentito Casaleggio – guru del marketing, cioè portato a fottere né più né meno come il politico medio – asserire che lui e Grillo potrebbero essere dei ministri, mi ha fatto correre in bagno….

Ma, dopo un attimo di preoccupazione fisica a farmacie ormai chiuse, mi sono detta: Casaleggio vuole portare qualche voto al Pd. Impossibile? Niente affatto. Beh..non certo per amore per questo partito. Ma per logica politichese.

Tra coloro che hanno visto e sentito Casaleggio fare questa dichiarazione a Marco Travaglio, ci sono quelli che non votano per il centro destra, i delusi dal Pd, gli incerti nei confronti di Renzi ma anche di Grillo. A vedere il mellifluo Casaleggio che dice che lui e Grillo potrebbero essere dei ministri, alcuni di questi hanno deciso per chi votare: per il Pd. Perché c’è una parte dell’elettorato –  anche se il fenomeno è più ricorrente e consistente a destra – che vota più per evitare la vittoria dello schieramento avverso che per convinzione o adesione al partito o coalizione cui dà il voto.
Il guru del marketing Casaleggio, che conosce i target sociali e politici del paese, non poteva non sapere che con quella faccia e tono, affermare che lui e Grillo sarebbero pronti per fare i ministri porta alcuni a uscire dall’indecisione e a votare PD.
Io non corro questo rischio perché la monarchia Renziana è un deterrente più forte dei test elettorali di Casaleggio.
Test elettorale. Che avrà il suo esito domenica sera.

Ma perché Casaleggio dovrebbe fare o dire qualcosa che può portare qualche voto al PD? Perché se lo può permettere. Anzi. Ha già messo in conto che il M5S perderà una parte dei voti provenienti dai delusi del PD. Più in generale: perderà una parte di voti dai delusi del M5S.
Non è nella zona di centro sinistra che Casaleggio e Grillo vogliono trovare voti. Bensì, tra gli elettori di centro destra. Tra gli astenuti.

Casaleggio (la mente) e Grillo (il braccio esecutivo) vogliono sapere da questo turno elettorale quanti sono gli italiani “primitivi”: incazzati verso tutti, catturabili da certi toni e “argomentazioni”.
Vogliono sapere quanti sono questi perché sanno già di aver preso il massimo dagli elettori di sinistra delusi dal PD. Quindi: è vero che Casaleggio e Grillo hanno come avversario Renzi e viceversa, ma anche è vero che possono permettersi di mandare indietro qualche voto verso il partito del detronizzatore di Letta, perché in quella zona hanno già preso il massimo possibile e l’eventuale “ritorno a casa” sarà compensato dai nuovi voti che dovrebbero arrivare da una parte del centro destra e dagli astenuti che in passato non votavano per la sinistra.
Ci sarebbe anche l’astensionismo ex centro sinistra ma questo è più difficile da catturare. Sia per Grillo, sia per Renzi.

Ancora una volta, Casaleggio e Grillo stanno procedendo con quelle stesse logiche elettorali di quella classe politica che vogliono spazzare via. Come dovrebbe essere chiaro a tutti, che il M5S non vuole votare nessun provvedimento con il PD perché questo rientra nella logica di Casaleggio/Grillo che prevede di non affiancarsi neppure per un momento, per una circostanza, a un partito di quella classe politica che vorrebbero spazzare via.

Questa strategia di marketing del duo Casaleggio/Grillo, che prevedeva anche di passare nel salotto di Vespa, crea un distacco con quella parte del M5S che si sta guadagnano la pagnotta in Parlamento – cosa più unica che rara – e pone il Cinquestelle su due piani: quello dei due guru e quello dei Di Maio, Di Battista. Quelle accuse che spesso sono mosse al duo Casaleggio/Grillo di dominare e imporre nascono appunto dalla diversità di logiche e obiettive dei due rispetto al lavoro di onorevoli e senatori del movimento.
Un M5S su “due piani” lo trovo politicamente equivoco e pericoloso. A Roma e a Bruxelles.
Tra l’altro, vi è un altro aspetto non proprio marginale da considerare: è tutto da vedere se i Cinquestelle a Bruxelles saranno del livello di Di Maio, Di Battista, Morra.

Conclusione: di là di certi eccessi strategici di Grillo che trovo imbecilli perché facilmente scopribili, non posso votare M5S perché non manderei al Parlamento Europeo persone capaci di rappresentare la mia delega elettorale, ma dei cooptati alle logiche di Casaleggio o degli “ingenui” che non si rendono conto di essere su un piano diverso rispetto ai fondatori del movimento.
Un equivoco pericoloso. Un rischio che non intendo correre.

Ergo: vorrei votare ma..non posso. Ma ho ancora due giorni di tempo per trovare un compromesso con me stessa. Anche se…qualsiasi decisione prenderò, so che non mi convincerà. Non dico al cento per cento, ma neppure al cinquanta. Neppure l’astensionismo mi soddisfa. Soprattutto, in questo momento storico per l’Italia e per l’Europa.

L’unico aspetto divertente di questa ‘decisione-indecisione’ è che, come me, parecchi italiani decideranno domenica. Siamo fuori dai sondaggi elettorali…
Dovrete attendere lunedì per sapere quanta è l’Italia che vota Pd, M5S e Forza Italia.
L’esito del test è atteso soprattutto da Grillo, che vuole tornare a fare il comico (nel senso proprio del mestiere) lasciando il campo politico con una vittoria schiacciante. Da Casaleggio, per motivi aziendali propri. Da Renzi per esaltare il suo egocentrismo e vendere altre pentole…

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